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Giovedì della XXVII settimana del Tempo Ordinario. APPROFONDIMENTI






Chiedete e vi sarà dato. Benedetto XVI


Questa preghiera accoglie ed esprime anche le umane necessità materiali e spirituali: “Dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a noi i nostri peccati” (Lc 11,3-4). E proprio a causa dei bisogni e delle difficoltà di ogni giorno, Gesù esorta con forza: “Io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto” (Lc 11,9-10). Non è un domandare per soddisfare le proprie voglie, quanto piuttosto per tenere desta l’amicizia con Dio, il quale – dice sempre il Vangelo – “darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!” (Lc 11,13). Lo hanno sperimentato gli antichi “padri del deserto” e i contemplativi di tutti i tempi, divenuti, a motivo della preghiera, amici di Dio, come Abramo, che implorò il Signore di risparmiare i pochi giusti dallo stermino della città di Sòdoma (cfr Gen 18,23-32). Santa Teresa d’Avila invitava le sue consorelle dicendo: “Dobbiamo supplicare Dio che ci liberi da ogni pericolo per sempre e ci tolga da ogni male. E per quanto imperfetto sia il nostro desiderio, sforziamoci di insistere in questa richiesta. Che ci costa chiedere molto, visto che ci rivolgiamo all’Onnipotente?» (Cammino, 60 (34), 4, in Opere complete, Milano 1998, p. 846). Ogniqualvolta recitiamo il Padre Nostro, la nostra voce s’intreccia con quella della Chiesa, perché chi prega non è mai solo. “Ogni fedele dovrà cercare e potrà trovare nella verità e ricchezza della preghiera cristiana, insegnata dalla Chiesa, la propria via, il proprio modo di preghiera… si lascerà quindi condurre… dallo Spirito Santo, il quale lo guida, attraverso Cristo, al Padre» (Congregazione per la Dottrina della Fede, Alcuni aspetti della meditazione cristiana, 15 ottobre 1989, 29: AAS 82 [1990], 378).




Ambrogio di Milano, Esposizione sul Vangelo di Luca


Questo passo del Vangelo secondo Luca ci insegna la preghiera frequente, la speranza di impetrare, il modo di persuadere: e questo innanzi tutto in un precetto, poi in un esempio. Infatti, quando uno promette qualcosa, deve aggiungervi la speranza di quanto promesso, affinché sia data obbedienza ai consigli, fedeltà alle promesse. E questa, pensando alla bontà umana, a maggior ragione raggiunge la speranza della bontà divina, purché evidentemente le richieste fatte siano ragionevoli. In caso contrario, la richiesta si cambierebbe in colpa. Né quel tale di cui parla il Vangelo ha avuto vergogna di chiedere con molta insistenza qualcosa, perché non sembrasse che mancava di fiducia nella misericordia del Signore, oppure che protestava sfacciatamente per non aver ottenuto alla prima domanda quanto chiedeva. E così ci ha fatto vedere che sovente Dio non concede quanto noi gli chiediamo con le nostre preghiere, perché giudica inutili e dannose quelle cose che noi invece riteniamo convenienti.




Giovanni Taulero (circa 1300-1361), domenicano a Strasburgo
Discorso 17, per il lunedì prima dell'Ascensione


« Dacci oggi il nostro pane quotidiano » (Mt 6,11)


        Dobbiamo considerare come e perché dobbiamo pregare. Quando l'uomo vuole impegnarsi nella preghiera, deve, prima di tutto, riportare il suo cuore all'interno, richiamarlo dal vagabondaggio e dalle dissipazioni dove si perdeva, e allora cadere con grande umiltà ai piedi di Dio, chiedere l'elemosina con generosità, bussare alla porta del cuore del Padre e mendicare il suo pane, ossia la carità... Dobbiamo domandare, inoltre, che Dio ci accordi e ci insegni a chiedere ciò che gli piace di più nella nostra preghiera e ciò che ci sarà più utile...


        Non tutti gli uomini possono pregare in spirito, ma ci sono quelli che devono ricorrere alla preghiera vocale. In questo caso ti rivolgerai a nostro Signore con le parole le più amabili, le più amicali e le più affettuose che tu possa immaginare : ciò ecciterà anche la tua carità e il tuo cuore. Chiedi al Padre celeste che, per mezzo del suo unico Figlio, si dona lui stesso a te come oggetto della tua preghiera, nel modo più piacevole.  E quando avrai trovato una forma di preghiera che, più di tutte le altre, ti piaccia e ecciti la tua devozione..., conserva questo modo di pregare e concedile le tue preferenze... Bisogna bussare alla porta con diligenza e perseveranza perché « chi persevererà sino alla fine sarà salvato » (cfr. Mt 10,22; 2Tm 2,5)... « Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono! » (Lc 11,13).





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