Dalla Lettera di sant'Atanasio a Serapione. Cacciare i demoni con il dito di Dio

Il Salvatore manifestava di fronte a tutti le opere del Padre: risuscitava i morti, concedeva la vista ai ciechi, faceva camminare gli zoppi, apriva l'udito ai sordi, faceva parlare i muti. Mostrava che la creazione gli era sottomessa comandando ai venti e camminando persino sul mare. Perciò le folle erano piene di stupore e glorificavano Dio. Invece quei reverendi farisei dicevano che erano opere di Beelzebul; quegli stolti non si vergognavano di attribuire al diavolo la potenza di Dio.

Da qui è derivata la dichiarazione del Salvatore circa la loro bestemmia che non ammette perdono né remissione.

Cristo sopportava i farisei fintanto che essi, considerando gli aspetti umani del Salvatore, inciampavano con la mente; dicevano infatti: Non è egli forse il figlio del carpentiere? Come mai costui conosce le Scritture, senza aver studiato? Quale segno tu fai perché possiamo crederti? Scenda ora dalla croce e gli crederemo.Considerando che peccavano contro il Figlio dell'uomo, il Signore rattristato per la loro cecità, diceva: Se aveste compreso anche voi la via della pace!

Anche il grande Pietro commise un simile peccato. Sappiamo infatti come rispose alla portinaia che parlava di Gesù come di un semplice uomo. Ma il Signore gli perdonò vedendo il pianto di lui.

Quando però i farisei caddero ancora più in basso e vaneggiarono ancora di più attribuendo a Beelzebul le opere di Dio, il Signore non poté più sopportarli. Bestemmiavano infatti contro il suo Spirito, dicendo che chi compiva quelle opere non era Dio ma Beelzebul. Osarono affermare cose insostenibili, per cui il Signore ha comminato loro un castigo eterno.

Era come se essi avessero osato sostenere, vedendo l'ordine del mondo e la provvidenza che lo regge, che anche la creazione è stata fatta da Beelzebul; che il sole sorge obbedendo al diavolo; che gli astri ruotano nel cielo grazie a Satana.

Siccome il Signore parla di se stesso, dovrebbero essere chiari questi due punti: c'è chi vede soltanto la sua realtà corporea, domandandosi incredulo: Da dove mai viene a costui questa sapienza? Così si pecca proferendo una bestemmia contro il Figlio dell'uomo.

C'è invece chi, vedendo le opere compiute per mezzo dello Spirito Santo, afferma che chi le compie non è né Dio né Figlio di Dio, bensì le ascrive a Beelzebul. Ora costui bestemmia apertamente, negando la divinità del Verbo.

L'abbiamo notato più volte: con l'espressione Figlio delluomo il Signore indica la sua realtà umana, secondo la carne; invece con Spirito vuole indicare che lo Spirito Santo, nel quale opera ogni cosa, è suo. Perciò, compiendo le opere diceva: Se non volete credere a me, credete almeno alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me e io nel Padre.

Quando invece Gesù stava per offrirsi corporalmente per noi, e per questo si era messo in cammino verso Gerusalemme, disse ai suoi discepoli: Dormite ormai e riposate! Ecco è giunta lora nella quale il Figlio delluomo sarà consegnato in mano ai peccatori.

Le opere strepitose di Cristo dovevano portare alla fede in lui quale vero Dio; la morte invece doveva mostrare che egli aveva un vero corpo. Perciò giustamente chiamò Figlio delluomo colui che stava per essere consegnato. Il Verbo, infatti, è immortale e intoccabile, essendo la Vita stessa.

Ma i farisei non prestarono fede a ciò e neppure vollero considerare le opere compiute dai loro figli. Allora il Signore, con molta calma, torna a metterli alle strette, dicendo:

Se io scaccio i demoni in nome di Beelzebul, i vostri discepoli in nome di chi li scacciano?

Perciò essi stessi saranno i vostri giudici. Se invece io scaccio i demoni con il dito di Dio, è dunque giunto a voi il regno di Dio.

Dicendo qui con il dito di Dio,cioè con lo Spirito di Dio, Gesù non intendeva affermare che egli era inferiore allo Spirito, né che era lo Spirito a compiere in lui quelle opere. Voleva invece mostrare di nuovo che egli, in quanto Verbo di Dio, è l'autore di tutto, mediante lo Spirito. Così insegnava agli ascoltatori che nella misura in cui si attribuiscono al demonio le opere dello Spirito, si oltraggia proprio colui che dà lo Spirito.

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