Dalle Omelie di sant'Ambrogio sulla cacciata dei demoni

Expositio Evangelii sec.Luc.,lib.VII,91-94. PL 15,1722-1723.

Taluni accusavano il Signore di scacciare i demoni per mezzo di Beelzebul, principe dei demoni. Nel controbattere, Gesù vuole mostrare che il suo regno è durevole e indivisibile. Dirà giustamente a Pilato: Il mio regno non è di questo mondo (Gv 18,36). Coloro che non ripongono la propria speranza in Cristo e pensano che i demoni siano scacciati dal principe dei demoni, appartengono a un regno diviso. Qui Cristo allude direttamente ai Giudei che credevano di debellare certi mali invocando l'aiuto di un demonio per scacciare un altro demonio. Ma quando la fede è lacerata, potrà mai sopravvivere l'unità del regno? Il regno della Chiesa resterà eternamente, perché la sua fede è indivisa, il suo corpo è unico: Un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti. (Ef 4,5-6) Quale follia sacrilega sarebbe credere che il Figlio di Dio agisca col soccorso della potenza diabolica, quando invece egli soggioga gli spiriti impuri e strappa il bottino al principe del mondo mediante il dito di Dio, oppure come dice Matteo, per lo Spirito di Dio! (Cf Mt 12,28) Il Figlio di Dio fatto uomo ha ugualmente dato agli uomini il potere di stroncare gli spiriti malvagi e dividerne le spoglie, ciò che è il simbolo del trionfo. La santissima Trinità si presenta a noi come un regno indivisibile, ad immagine dell'unità di un corpo, dato che Cristo è spesso chiamato la destra di Dio e lo Spirito Santo talvolta è definito dito di Dio. Il regno della divinità non appare dunque indivisibile, poiché è indiviso come un corpo? Infatti in Cristo si trova tutta la pienezza della divinità in forma corporea. (Cf Col 2,9) E ciò, senza dubbio, né lo puoi negare quanto al Padre, né lo devi negare quanto allo Spirito. Però, questo paragone della divinità con le nostre membra non ti faccia credere che sia il caso di stabilire una divisione della potenza: una cosa indivisibile non si può frazionare. L'immagine del "dito" è menzionata soltanto come figura dell'unità, non per distinguere o dividere la potenza; infatti la destra di Dio, il Cristo Signore ha detto: Io e il Padre siamo una cosa sola (Gv 10,30) Ma se la divinità é indivisibile, le Persone sono distinte. Lo Spirito è chiamato dito di Dio; questo indica la sua potenza in atto, poiché, come il Padre e il Figlio, anche lo Spirito Santo è autore delle opere divine. Davide dice infatti: Il tuo cielo, opera delle tue dita; (Sal 8,4) e nel salmo trentadue: Dal soffio della sua bocca il Signore fece i cieli e ogni loro schiera (Cf Sal 32,6). Paolo dice a sua volta: Tutte queste cose è l'unico e il medesimo Spirito che le opera distribuendole a ciascuno come vuole. (1 Cor 12,11) Quando Gesù dice: Se io scaccio i demoni con il dito di Dio, è dunque giunto a voi il regno di Dio, egli ci insegna due cose: anzitutto che lo Spirito Santo è dotato di un potere regale, perché in lui abita il regno di Dio; poi impariamo ad essere una dimora regale, dato che lo Spirito abita in noi, secondo questa parola: Il regno di Dio è in mezzo a voi. (Lc 17,21) Per conseguenza, dobbiamo considerare lo Spirito Santo come associato alla sovranità e alla maestà regale della deità. San Paolo infatti dice: Il Signore è lo Spirito e dove c’è lo Spirito del Signore c’è libertà. (2 Cor 3,17)

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