Martedì della V settimana del Tempo di Pasqua



"Non ho paura della morte. La mia fede mi da' questa bella sicurezza!"

Dalla Lettera di un giovane soldato tedesco ai suoi genitori scritta nella sacca di Stalingrado dove poi mori'





Dal Vangelo secondo Giovanni 14,27-31.

Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la da' il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: Vado e tornero' a voi; se mi amaste, vi rallegrereste che io vado dal Padre, perche' il Padre e' più grande di me. Ve l'ho detto adesso, prima che avvenga, perche' quando avverra', voi crediate. Non parlero' più a lungo con voi, perche' viene il principe del mondo; egli non ha nessun potere su di me, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre e faccio quello che il Padre mi ha comandato. Alzatevi, andiamo via di qui». 

Il Commento


La Pace e' il dono messianico per eccellenza. Al termine del sacramento della confessione il presbitero ci congeda dicendoci: "Il Signore ti ha perdonato, vai in pace". Le stesse parole di Gesu' sono proclamate nella liturgia eucaristica prima di accostarsi alla comunione implorando il Signore ormai presente nelle specie del pane e del vino, di "non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa"; al termine della Celebrazione poi, il Presbitero congeda l'Assemblea invitando ciascuno ad andare in pace. Un Vescovo saluta liturgicamente il popolo annunciando la Pace. Dalla liturgia e dai sacramenti comprendiamo come la pace sia il sigillo di un'esperienza che trascende il mondo e i suoi limiti. Essa e' il tesoro prezioso che il Messia Gesu' di Nazaret, vincendo la morte e il peccato, ha scovato nel Cielo, nel Regno di suo Padre, dove e' ed entrato con la nostra stessa carne. E' come un souvenir di quel Regno, molto di piu', e' il grappolo d'uva che gli esploratori inviati da Mose' hanno riportato dalla Terra Promessa. La Pace e' cio' che ogni cuore desidera, il riposo dello Spirito, la certezza in mezzo alla bufera, il respiro di vita tra i rantoli della morte che incombe. 
La Pace del Signore e' il frutto del suo mistero pasquale, e' il suo sguardo di misericordia che incontra i nostri occhi impauriti e turbati sotto il peso dei peccati. Shalom! Pace a voi! Il saluto di Cristo risorto dalla morte rivolto ai discepoli impauriti nel Cenacolo: "E’ molto importante quello che riferisce il Vangelo, e cioe' che Gesu', nelle due apparizioni agli Apostoli riuniti nel cenacolo, ripete' piu' volte il saluto «Pace a voi!». Il saluto tradizionale, con cui ci si augura lo shalom, la pace, diventa qui una cosa nuova: diventa il dono di quella pace che solo Gesu' puo' dare, perche' e' il frutto della sua vittoria radicale sul male. La «pace» che Gesu' offre ai suoi amici e' il frutto dell’amore di Dio che lo ha portato a morire sulla croce, a versare tutto il suo sangue, come Agnello mite e umile, «pieno di grazia e di verita'» (Gv 1,14)" (Benedetto XVI, Angelus del 15 aprile 2012). La Pace scaturisce dal perdono, libera dal peso della colpa, rinnova lo spirito e apre sconfinati spazi alla speranza. La pace e' lo stile di vita di chi ha conosciuto il Signore, di chi lo ha incontrato vivo e vittorioso sulla morte. La pace che non si perde neanche in mezzo alla guerra, alla sofferenza, ai fallimenti. Il mondo cerca compromessi e baratti per ottenere la pace. Il mondo sancisce la pace sui corpi dei vinti. La Pace del Signore invece riscatta chi ha perduto, Lui che ha vinto fa la pace e la dona sciogliendo le catene degli sconfitti ridotti in schiavitu'. La Pace cui aneliamo anche oggi, anche ora, e' il trofeo conquistato sulla Croce, il frutto maturo dell'obbedienza di Cristo. Il nostro cuore indurito e ingannato dall'orgoglio del demonio trova nell'umilta' di Cristo l'amicizia e la gioia perdute.

Se oggi non abbiamo pace occorre chiederci perche' le situazioni o le persone hanno il potere di sottrarcela. Se non siamo in pace e' perche' siamo usciti dal Regno, dalla comunione con Dio: stiamo cercando la nostra volonta' e non quella del Padre, perche' solo in essa vi e' la vera pace. Ma oggi ci viene annunciato qualcosa di impensabile. Il fiume di male che ha lambito le nostre esistenze devastandole si scatena ancora su Cristo; la furia del demonio, il principe di questo mondo che non ha nessun potere su Gesu', si abbatte su di Lui per infrangersi e dissolversi nel suo Corpo offerto per puro amore. Il Signore ci avverte "prima", ci rivela sin da ora quale sia il cammino che i "suoi" sono chiamati a percorrere: portare su di se' il peccato che si abbatte su Cristo vivo nei cristiani, perche' gia' ora essi sono "andati al Padre" con Lui, assisi alla destra di Dio insieme con il loro Capo. I piedi degli apostoli si posano su questa terra, nel loro corpo si compie cio' che manca alla passione di Gesu', il compimento del suo amore crocifisso nelle generazioni che si susseguono. Ma nessuna persecuzione, nessun male, neanche il demonio ha potere sulla lkoro anima, perche' essa e' custodita, gia' durante la vita terrena, nel cuore di Dio, al sicuro con il loro Signore. Verra' oggi il principe di questo mondo a scuotere la nostra vita, viene ogni giorno a perseguitare la Chiesa, ed e' perche' il mondo, iniziando da ciascuno di noi, veda, sappia e sperimenti il suo amore immenso al Padre che lo spinge a  compiere il sacrificio piu' grande. In Lui, attraverso i sacramenti, la Parola e la comunione della Chiesa, possiamo partecipare del suo trionfo e ricevere in eredita' la Pace che supera ogni intelligenza, il sigillo del Cielo che ci guida sino all'eternita', accompagnandoci gia' oggi dal Padreil piu' grande di ogni peccato, sofferenza e male che si abbatte sulla carne: e' Dio, e' Lui che ci ama e trasfigura anche la nostra povera carne, deponendola, con le sue ore e la sua storia, nella misericordia senza limiti, dove solo possiamo gustare la Pace di chi puo' riposare nella sua volonta'.


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