Lunedì della XXXI settimana del Tempo Ordinario


In quel tempo, Gesù disse al capo dei farisei che l’aveva invitato: “Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici, né i tuoi fratelli, né i tuoi parenti, né i ricchi vicini, perché anch’essi non ti invitino a loro volta e tu abbia il contraccambio.
Al contrario, quando dai un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti”.


IL COMMENTO

Libertà. Le parole del Signore oggi ci parlano della libertà. Quella vera, dei figli di Dio. La libertà di coloro che hanno la loro patria nei Cieli, e vivono da cittadini del Cielo. Ogni rapporto. Anche il più intimo, amici, parenti, fratelli, ricchi vicini. I figli di Dio non conoscono più nessuno secondo la carne. Liberi da tutti e da tutto sono tutto a tutti. Liberati dal sangue di Cristo vivono donati ad ogni uomo. Gratuitamente. Ogni istante, tutto nella loro vita è Grazia. Pura Grazia. E se tutto è Grazia non v'è più nessuna esigenza, i giudizi sono estirpati. Nulla pretende colui che riconosce che senza il Signore non può far nulla. Che nessun altro, fosse anche la madre, o il padre o la moglie, o il marito, o i figli, o il fidanzato, o l'amico del cuore, nessuno può far nulla se il Signore non ispira il volere e l'operare. E che tutto ciò che riceviamo è un dono di Dio attraverso il prossimo che ci è vicino. Il banchetto è segno della comunione, di ogni rapporto accolto nella propria intimità. Il Vangelo di oggi ci illumina sui nostri rapporti, sulle catene che ci legano alle persone, spesso invisibili, ma che si palesano ad ogni mancato contraccambio. Non v'è gratuità. Anche nelle cose che sembrano fatte con più amore. Il broncio che s'affaccia dopo una delusione ci svela la verità del nostro cuore. I poveri, i ciechi, gli zoppi, gli storpi sono i nostri vicini, specchio fedele della nostra stessa realtà. Siamo tutti mendicanti, poveri, incapaci di tutto. Abbiamo bisogno del Signore, respiro dopo respiro. Senza di Lui è tutto vapore, pensieri, parole, azioni che sgorgano dalla carne, e nei suoi limiti angusti restano confinati. Non guardano al Cielo perchè dal Cielo non provengono. E quello che è carne e sangue non può ereditare il Regno. Quello che nasce dalla carne è e rimane carne, quello che viene dallo Spirito è Spirito, ne senti la voce, ne vedi le opere che profumano di vita eterna, ma, come il vento, non si possono accaparrare, bloccare, comprare. I figli di Dio sono rinati nello Spirito. Come il loro Signore risorto non possono essere trattenuti, vanno diritti verso il Cielo. La vita dei figli di Dio è un banchetto di poveri imbandito per i poveri. E' la vera ed unica beatitudine di chi è colmo dell'amore di Dio, che vive ed esiste e pensa, e parla, e fa tutto in Cristo, con Lui e per Lui. Il figlio di Dio è un povero ricco di Cristo, e ama dell'amore stesso di Lui. Gratuitamente ha ricevuto, gratuitamente riceve. I figli, i parenti, gli amici, ed ogni uomo son poveri e mendicanti come Lui ed entrano nel banchetto della sua intimità per mangiare lo stesso pane, il Corpo benedetto e celeste del loro unico Signore. Non possono ricambiare se non lo stesso amore che ricevono dallo stesso alimento. Altro, null'altro si può esigere, sperare, sognare, perchè di null'altro possono ricambiare. Tutto è Grazia. Il figlio di Dio vive ogni rapporto così, da figlio dello stesso Padre. A questo siamo chiamati, oggi, ed ogni giorno, ad essere beati in una libertà che la carne non conosce.

Preghiera Semplice

Signore, fa di me
uno strumento della Tua Pace:

Dove è odio, fa ch'io porti l'Amore,
Dove è offesa, ch'io porti il Perdono,
Dove è discordia, ch'io porti l'Unione,
Dove è dubbio, ch'io porti la Fede,
Dove è errore, ch'io porti la Verità,
Dove è disperazione, ch'io porti la Speranza,
Dove è tristezza, ch'io porti la Gioia,
Dove sono le tenebre, ch'io porti la Luce.

Maestro, fa che io non cerchi tanto
Ad esser consolato, quanto a consolare;
Ad essere compreso, quanto a comprendere;
Ad essere amato, quanto ad amare.

Poiché, così è:
Dando, che si riceve;
Perdonando, che si è perdonati;
Morendo, che si risuscita a Vita Eterna.

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