San Girolamo. Dopo la cattura di Giovanni, ritornò Gesù in Galilea

"Dopo la cattura di Giovanni ritornò Gesù in Galilea" (Mc 1,14). Il racconto è
noto, e appare chiaro agli ascoltatori, anche senza la nostra spiegazione. Preghiamo
però colui che ha la chiave di David, colui che apre e nessuno chiude, che chiude e
nessuno apre (Ap 3,7), affinché ci apra la recondita via del Vangelo, ed anche noi si
possa dire insieme a David: "Mostrati ai miei occhi, e io contemplerò le bellezze
della tua legge" (Ps 118,18). Alle folle il Signore parlava in parabole, e parlava
esteriormente. Non parlava nell’intimo, cioè nello spirito; parlava con il linguaggio esteriore, secondo la lettera. Preghiamo noi il Signore, affinché ci introduca nei suoi
misteri, ci faccia entrare nel suo segreto abitacolo, e possiamo anche noi dire, insieme
con la sposa del Cantico dei Cantici: "Il re mi ha introdotto nel suo ricettacolo" (Ct
1,3). L’apostolo dice che un velo fu posto sugli occhi di Mosè (2Co 3,13). Io dico che
non soltanto nella legge, ma anche nel Vangelo c’è un velo sugli occhi di chi non sa.
Il giudeo lo ascoltò, ma non lo capì: per lui c’era un velo sul Vangelo. I gentili
ascoltano, ascoltano gli eretici, ma anche per loro c’è il velo. Abbandoniamo la
lettera insieme ai giudei, e seguiamo lo spirito con Gesù: e non perché dobbiamo
condannare la lettera del Vangelo (tutto ciò che fu scritto s’è avverato), ma per poter
salire gradualmente verso le cose più elevate.

   «Dopo la cattura di Giovanni, ritornò Gesù in Galilea». Domenica scorsa dicemmo
che Giovanni è la legge, mentre Gesù è il Vangelo. Giovanni infatti dice: "Viene dopo
di me uno che è più forte di me, e io non sono degno, abbassandomi, di sciogliergli la
correggia  dei calzari". E altrove: "Egli deve crescere, io scemare" (Jn 3,30). Il
paragone tra Giovanni e Gesù, è il paragone tra la legge e il Vangelo. Dice ancora
Giovanni: "Io battezzo con acqua" (ecco la legge), mentre "egli vi battezzerà nello
Spirito Santo" (Mc 1,8): questo è il Vangelo. Dunque Gesù torna, perché Giovanni è
stato chiuso in carcere. La legge è rinchiusa, non ha più la passata libertà: ma dalla
legge noi passiamo al Vangelo. State attenti a quanto dice Marco: «Dopo la cattura di
Giovanni ritornò Gesù in Galilea». Non andò in Giudea né a Gerusalemme, ma nella
Galilea dei gentili. Gesù torna, insomma, in Galilea: Galilea nella nostra lingua
traduce il greco Katakyliste. Perché prima dell’avvento del Salvatore non vi era in
quella regione niente di elevato, ma, anzi, ogni cosa precipitava in basso: dilagava la
lussuria, l’abiezione, l’impudicizia e gli uomini erano preda dei vizi e dei piaceri
bestiali.

       "Predicando la buona novella del regno di Dio" (Mc 1,14). Per quanto io mi
ricordo, non ho mai sentito parlare del regno dei cieli nella legge, nei profeti, nei
salmi, ma soltanto nel Vangelo. È infatti dopo l’avvento di colui che ha detto: "E il
regno di Dio è tra voi" (Lc 17,21), che il regno di Dio è aperto per noi. Gesù venne
dunque predicando la buona novella del regno di Dio. "Dai giorni di Giovanni
Battista il regno dei cieli è oggetto di violenza, e i violenti se ne fanno padroni" (Mt
11,12): prima dell’avvento del Salvatore e prima della luce del Vangelo, prima che
Cristo aprisse al ladrone la porta del paradiso, tutte le anime dei santi erano condotte
all’inferno. Dice Giacobbe: "Piangendo e gemendo discenderò all’inferno" (Gn
37,35). Chi non va all’inferno, se Abramo è all’inferno? (Lc 16,22). Nella legge,
Abramo è condotto all’inferno: nel Vangelo, il ladrone va in paradiso. 
Noi non disprezziamo Abramo, nel cui seno tutti desidereremmo riposare: ma ad Abramo
preferiamo Cristo, alla legge preferiamo il Vangelo. Leggiamo che, dopo la
risurrezione di Cristo, molti santi apparvero nella città santa. Il nostro Signore e
Salvatore ha predicato in terra e ha predicato all’inferno: e quando è morto, è disceso
all’inferno per liberare le anime che laggiù erano prigioniere.

       "Predicando la buona novella del regno di Dio e dicendo: È compiuto" il tempo
della legge, viene il principio del Vangelo, "si avvicina il regno di Dio" (Mc 1,14-15).
Non disse: è già venuto il regno di Dio; ma disse che il regno si avvicinava. E cioè:
Prima che io soffra la passione, prima che io versi il mio sangue, non si aprirà il
regno di Dio; per questo, esso ora si avvicina, ma non è qui perché ancora non ho
sofferto la passione.       "Pentitevi e credete alla buona novella" (Mc 1,15): non
credete più alla legge, ma al Vangelo, o, meglio, credete al Vangelo per mezzo della
legge, così come sta scritto: "Dalla fede alla fede" (Rm 1,17). La fede nella legge
rafforza la fede nel Vangelo. (Girolamo, Comment. in Marc., 1-2)

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