Questo film è una Buona Notizia!!! Per tutti. Perché tutti abbiamo un utero sconosciuto che il demonio ci ha disegnato come un mostro. Tutti abbiamo un frammento della nostra storia che è come un'origine sconosciuta da cui sgorga, simile a un fiume in piena, il dolore che ci tiene per il collo le giornate, le relazioni, i pensieri, le parole e i gesti. Per questo tutti, come i salmoni, dobbiamo compiere un cammino a ritroso, un catecumenato della memoria perché questa si trasformi in un memoriale: accompagnati dalla Chiesa, illuminati dalla Parola di Dio e dai sacramenti, dobbiamo conoscerci scoprendo in tutto l'amore di Dio che ha colmato la nostra storia. Sino al principio, dove il demonio ha deposto il germe velenoso della menzogna. E' lei che partorisce in noi l'orgoglio. Sino a che la Verità - Cristo - non la spazzerà via, continueremo ad essere tristi. Guardate questo film, e immaginate il vostro pellegrinaggio sino al cuore della Verità, alla carezza amorevole di Dio, che ci ha sfiorato attraverso la debole carne degli uomini che forse abbiamo giudicato, di quelli che abbiamo ritenuto responsabili della nostra infelicità. Dio esiste, ci ama, e ha inviato il suo Figlio proprio nella nostra vita, proprio in quell'angolo oscuro che il demonio ci ha fatto credere essere la nostra origine, la fonte avvelenata della nostra vita.
Uscito il 23 marzo in alcune sale cinematografiche americane era stato definito dal New York Times di una «bruttezza rara». Ma il successo inaspettato della pellicola, rifiutata da Hollywood e dalle grandi produzioni e che ha già incassato 3 milioni di dollari (il triplo di quanto è costato), ha aperto le porte di altre 500 sale che ne daranno visione il 13 aprile.
“October baby” è il titolo del film ispirato alla storia vera di Gianna Jessen, una donna scampata all’aborto tardivo che scopre di essere stata adottata. Ma, al contrario di come il quotidiano newyorkese lo aveva definito nella prima recensione («un film dal linguaggio della colpa e della paura»), la storia della ragazza dice altro. La protagonista, infatti, inizialmente arrabbiata con la vita, compirà un viaggio per conoscere il volto di sua madre. Scoprirà di essere un dono di Dio per i genitori adottivi che avevano perso due gemelli al sesto mese e di essere profondamente amata dal ragazzo che non la abbandonerà mai durante il difficile percorso. La protagonista arriverà a perdonare la madre, interpretata da una donna che, all’insaputa dei registi che l’hanno scelta, aveva fatto ricorso all’aborto nella vita reale. E che, intervistata dopo l’uscita del film, ha raccontato piangendo di voler parlare a tutti del «perdono di Dio che mi ha riabbracciato».
È così che il tema ha colpito il cuore di molti, con un “rating” di approvazione del 89 per cento nonostante le critiche negative. Per questo i registi, due fratelli dell’Alabama, Jon e Andrew Erwin, sinora sconosciuti al grande pubblico, si sono detti sorpresi. Anche se convinti sin dall’inizio che «il dibattito su questo tema è necessario a tutti». Tanto che, sebbene non fosse né nelle intenzioni né nelle aspettative dei produttori, il film sta influenzando anche la campagna presidenziale in corso. Costretta novamente a non prescindere dalle questioni etiche.
Tempi.it
October Baby, di Jon e Andrew Erwin
October Baby: Un inno alla vita in un film che “parte” dall’aborto
LA COLONNA SONORA
Mi chiamo Gianna Jessen. Vorrei dirvi grazie per la possibilità di parlare oggi. Non è una piccola cosa dire la verità. Dipende unicamente dalla grazia di Dio il poterlo fare. Ho 23 anni. Sono stata abortita e non sono morta. La mia madre biologica era incinta di sette mesi quando andò da Planned Parenthood nella California del sud e le consigliarono di effettuare un aborto salino tardivo. Un aborto salino consiste nell’iniezione di una soluzione di sale nell’utero della madre. Il bambino inghiottisce la soluzione, che brucia il bambino dentro e fuori, e poi la madre partorisce un bambino morto entro 24 ore.
Questo è capitato a me! Sono rimasta nella soluzione per circa 18 ore e sono stata partorita VIVA il 6 aprile 1977 alle 6 del mattino in una clinica per aborti della California. C’erano giovani donne nella stanza che avevano appena ricevuto le loro iniezioni ed aspettavano di partorire bambini morti. Quando mi videro, provarono l’orrore dell’omicidio. Un’infermiera chiamò un’ambulanza e mi fece trasferire all’ospedale. Fortunatamente per me il medico abortista non era alla clinica. Ero arrivata in anticipo, non si aspettavano la mia morte fino alle 9 del mattino, quando sarebbe probabilmente arrivato per il turno d’ufficio. Sono sicura che non sarei qui oggi se il medico abortista fosse stato alla clinica dato che il suo lavoro è togliere la vita, non sostenerla.
Qualcuno ha detto che sono un “aborto mal riuscito”, il risultato di un lavoro non ben fatto. Fui salvata dal puro potere di Gesù Cristo. Signore e Signori, dovrei essere cieca, bruciata… dovrei essere morta! E tuttavia, io vivo! Rimasi all’ospedale per circa tre mesi. Non c’era molta speranza per me all’inizio. Pesavo solo nove etti. Oggi, sono sopravvissuti bambini più piccoli di quanto lo ero io. Un medico una volta mi disse che avevo una gran voglia di vivere e che lottavo per la mia vita. Alla fine potei lasciare l’ospedale ed essere data in adozione. Per via di una mancanza di ossigeno durante l’aborto vivo con la paralisi cerebrale.
Quando mi fu diagnosticata, tutto quello che potevo fare era stare sdraiata. Dissero alla mia madre adottiva che difficilmente avrei mai potuto gattonare o camminare. Non riuscivo a tirarmi su e mettermi a sedere da sola. Attraverso le preghiere e l’impegno della mia madre adottiva, e poi di tanta altra gente, alla fine ho imparato a sedere, a gattonare e stare in piedi. Camminavo con un girello e un apparecchio ortopedico alle gambe poco prima di compiere quattro anni. Fui adottata legalmente dalla figlia della mia madre adottiva, Diana De Paul, pochi mesi dopo che cominciai a camminare. Il Dipartimento dei Servizi Sociali non mi avrebbe rilasciato prima per essere adottata. Ho continuato la fisioterapia per la mia disabilità e, dopo in tutto quattro interventi chirurgici, ora posso camminare senza assistenza. Non è sempre facile. A volte cado, ma ho imparato a cadere con grazia dopo essere caduta per 19 anni.
Sono così grata per la mia paralisi cerebrale. Mi permette di dipendere veramente solo da Gesù per ogni cosa. Sono felice di essere viva. Sono quasi morta. Ogni giorno ringrazio Dio per la vita. Non mi considero un sottoprodotto del concepimento, un pezzo di tessuto, o un altro dei titoli dati ad un bambino nell’utero. Non penso che nessuna persona concepita sia una di quelle cose. Ho incontrato altri sopravvissuti all’aborto. Sono tutti grati per la vita. Solo alcuni mesi fa ho incontrato un’altra sopravvissuta all’aborto. Si chiama Sarah. Ha due anni. Anche Sarah ha la paralisi cerebrale, ma la sua diagnosi non è buona. È cieca ed ha delle gravi crisi . L’abortista, oltre ad iniettare nella madre la soluzione salina, la inietta anche nelle piccole vittime. A Sarah l’ha iniettata nella testa. Ho visto il punto della sua testa dove l’ha fatto. Quando parlo, non parlo solo per me stessa, ma per gli altri sopravvissuti, come Sarah, ed anche per quelli che non possono parlare…
Oggi, un bambino è un bambino, quando fa comodo. È un tessuto o qualcos’altro quando non è il momento giusto. Un bambino è un bambino quando c’è un aborto spontaneo a due, tre, quattro mesi. Un bambino è chiamato tessuto o massa di cellule quando l’aborto volontario avviene a due, tre, quattro mesi. Perché? Non vedo differenza. Che cosa vedete? Molti chiudono gli occhi…La cosa migliore che posso farvi vedere per difendere la vita è la mia vita. È stata un grande dono. Uccidere non è la risposta a nessuna domanda o situazione. Fatemi vedere come possa essere la risposta. C’è una frase incisa negli alti soffitti di uno degli edifici del parlamento del nostro stato [la California]. La frase dice: “Ciò che è moralmente sbagliato, non è corretto politicamente”. L’aborto è moralmente sbagliato. Il nostro paese sta spargendo il sangue degli innocenti. L’America sta uccidento il suo futuro.
Tutta la vita ha valore. Tutta la vita è un dono del nostro Creatore. Dobbiamo ricevere e conservare i doni che ci sono dati. Dobbiamo onorare il diritto alla vita. Quando le libertà di un gruppo di cittadini indifesi sono violate, come per i nascituri, i neonati, i disabili e i cosiddetti “imperfetti”, capiamo che le nostre libertà come NAZIONE e Individui sono in grande pericolo. Vengo oggi a parlare in favore di questa legge a favore della protezione della vita. Vengo a parlare per conto dei bimbi che sono morti e per quelli condannati a morte. Learned Hand, un giurista americano rispettato (del nostro secolo) disse: “Lo spirito della libertà è lo spirito che non è troppo sicuro di essere giusto; lo spirito della libertà è lo spirito che cerca di capire le opinioni degli altri uomini e donne; lo spirito della libertà è lo spirito che pesa i loro interessi insieme ai propri, senza pregiudizi; lo spirito della libertà ci ricorda che neanche un passero cade a terra inosservato; lo spirito della libertà è lo spirito di Colui che, circa 2000 anni fa, ha insegnato all’umanità la lezione che non ha mai imparato, ma non ha mai dimenticato; che c’è un regno dove gli ultimi saranno ascoltati e considerati accanto ai più grandi.” Dov’è l’anima dell’America?!
Voi membri di questo comitato: dov’è il VOSTRO cuore? Come potete trattare le questioni di una nazione senza esaminare la sua anima? Uno spirito omicida non si fermerà davanti a nulla finché non avrà divorato una nazione. Il Salmo 52,2-4 dice: “Lo stolto pensa: «Dio non esiste». Sono corrotti, fanno cose abominevoli, nessuno fa il bene. Dio dal cielo si china sui figli dell’uomo per vedere se c’è un uomo saggio che cerca Dio. Tutti hanno traviato, tutti sono corrotti; nessuno fa il bene; neppure uno.”
Adolf Hitler una volta disse: “L’abilità ricettiva delle grandi masse è solo molto limitata, la loro comprensione è piccola; d’altro lato la loro smemoratezza è grande. Essendo così, tutta la propaganda efficace deve essere limitata a pochissimi punti che a loro volta dovrebbero essere usati come slogan finché l’ultimo uomo sia capace di immaginare che cosa significhino tali parole”. Gli slogan di oggi sono: “Il diritto di una donna di scegliere”, “Libertà di scelta”, eccetera. C’era una volta un uomo che parlava dall’inferno (ne parla il capitolo 16 di Luca) che disse: “Sono tormentato da questa fiamma”. L’inferno è reale. Così lo è Satana, e lo stesso odio che crocifisse Gesù 2000 anni fa, ancora si trova nei cuori dei peccatori oggi.
Perché pensate che questa intera aula tremi quando menziono il nome di Gesù Cristo? È così perché Egli è REALE! Egli può dare grazia per il pentimento e perdono a voi ed all’America. Noi siamo sotto il giudizio di Dio – ma possiamo essere salvati attraverso Cristo. Dice la Lettera ai Romani: 5,8-10: “Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. A maggior ragione ora, giustificati per il suo sangue, saremo salvati dall’ira per mezzo di lui. Se infatti, quand’eravamo NEMICI, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto più ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita.”La morte non ha prevalso su di me… ed io sono così grata!!!
(Testimonianze di Gianna Jessen rilasciate il 22 aprile 1996 ed il 20 luglio 2000 davanti al Sottocomitato Giudiziario del Congresso sulla Costituzione.http://www.godandscience.org/doctrine/jessen.html – GiannaJessen.com –http://www.postaborto)
Gianna Jessen, “la bambina di Dio”
È incredibile come persone, indesiderate da alcuni o considerate inutili, possano diventare voci di verità ed esprimere in modo potente il pensiero stesso di Dio, stupendo e scuotendo le masse, rendendo migliori altre persone.Mi riferisco in modo particolare ad una giovane straordinaria donna, di nome Gianna Jessen. Negli ultimi mesi, questa ragazza è diventata un “caso” su Facebook, grazie all’immediata condivisione mondiale dei video pubblicati su YouTube, all’interno dei quali lei si rivolge direttamente a platee importanti come il Sottocomitato Giudiziario del Congresso sulla Camera dei Comuni nel Regno Unito, oppure a vari Organi Costituzionali Americani, per parlare della sua storia. Chi è questa donna, e cosa fa di così straordinario? Cos’ha da raccontare a persone così importanti?
Gianna è una sopravvissuta all’aborto. Era una bambina frutto dell’amore di due diciassettenni, che è stata rifiutata dalla mamma, la quale si rivolse tardivamente ad uno dei più noti centri californiani impegnati nell’aborto salino. L’aborto salino è uno dei metodi più crudeli per interrompere una gravidanza avanzata e consiste nell’iniettare una soluzione salina nell’utero della madre; deglutendo questa soluzione, il piccolo in grembo ne viene praticamente bruciato, sia fuori che dentro gli organi, dopodiché, entro 24 ore viene partorito morto.
Questo era il suo destino, ma qualcosa è andato diversamente. Gianna nasce viva, tra lo stupore di tutti, e il medico che doveva eventualmente finirla, soffocandola, come si usava in questi casi, non c’è. Gianna viene quindi soccorsa e curata amorevolmente dal personale di servizio, e sopravvive. Dopo tre mesi di cure intensive, viene data in affidamento ad una donna di nome Penny, la quale viene informata che la piccola non camminerà mai, perché l’aborto mal riuscito le ha provocato una paralisi cerebrale.
Ma Penny non si scoraggia: prega per questa sua bambina e per molte altre persone con lei; lavora instancabilmente per tre volte al giorno con la fisioterapia. All’età di quattro anni, Gianna è già in grado di camminare grazie ad un apparecchio ortopedico e all’ausilio di un girello. In breve tempo, inizia anche a camminare senza apparecchi, e può essere adottata legalmente dalla figlia di Penny, Diana De Paul. Continua la fisioterapia, e nonostante ogni tanto cada ancora (oggi ha 34 anni), lei con autoironia, dice: “ho imparato a cadere elegantemente, poiché non ho fatto altro per tutta la vita”.
Dinanzi a platee che, apponendo una semplice firma, hanno potere di decidere sulla vita e la morte di altri, Gianna dichiara che, nonostante la sua disabilità, è felice di vivere e di dipendere da Gesù per ogni cosa. Negli anni lei ha incontrato altri sopravvissuti all’aborto, non tutti fortunati come lei; molti di loro ciechi (una delle prime conseguenze dell’aborto salino), ma tutti si dichiarano grati di essere vivi. È questo che lei tiene a dire, in questi incontri, perché chi ha autorità di emettere leggi, possa capire che la personale valutazione sulla condizione di vita di un handicappato, potrebbe non corrispondere alla valutazione personale dell’handicappato stesso.
Lei parla di sé come della bambina di Dio, e dice: “sulla mia fronte è scritto trattami bene perché mio Padre è il padrone del mondo”. Perché l’amore di quel Padre, lei lo sente talmente forte dentro di sé, da poter osare dire anche: “So di parlare di qualcosa di scomodo, nominando Gesù Cristo in questi ambienti. Ma io non sono sopravvissuta per farvi sentire comodi. Volete insultarmi? Bene. I vostri insulti sono solo gioielli in più per la mia corona”. Di confessione evangelica, Gianna Jessen riesce davvero a parlare un linguaggio non tanto “religioso”, quanto proprio del Regno dei Cieli, capace di scaldare il cuore di cattolici, cristiani in generale e di chiunque cerchi sinceramente Dio nella sua vita.
Vedere questa donna minuta e un po’ traballante, non tragga nell’inganno di vederla fragile, perché la potenza che Gianna manifesta attraverso lo sguardo e le parole fa pensare davvero a come la potenza di Dio si esprima attraverso la debolezza di un essere umano e della sua disabilità.
Ed è proprio l’autorità che nasce dalla consapevolezza di essere una dei figli amati del Re dell’Universo, che le ha permesso di osar dire ai potenti del governo americano: “Avete una grande opportunità, mi rivolgo agli uomini presenti. C’è un’interessante battaglia tra il bene e il male. Voi da quale parte state? Quale tipo di uomini volete essere? Voi siete fatti per cose grandi; non siete fatti per stare seduti passivamente. Siete fatti per alzarvi ed essere uomini. Siete fatti per difendere donne e bambini, non per farvi da parte e voltare la testa, quando sapete che è in corso un omicidio. Non siete fatti per usare una donna e poi abbandonarla. Siete fatti per essere gentili, grandi, aggraziati, forti, per prendere posizione. Ascoltatemi: io sono stufa di fare il vostro lavoro. Donne, voi non siete fatte per essere abusate, per stare lì ed ignorare il vostro valore. Meritate che si combatta per voi, sempre. Uomini e donne, è il vostro momento: che tipo di persone volete essere? Immagino straordinarie… Siete fatti per la grandezza? Mettete da parte la politica. È il vostro momento. Che persone volete essere? Persone preoccupate solo della propria gloria, o persone preoccupate della gloria di Dio?”
Questa piccola grande donna, una nuova “matita nelle mani di Dio” (per dirla con Madre Teresa), lascerà un segno grande e un ancor più grande messaggio ad una generazione che ha perso il senso dell’orientamento, e c’è da augurarsi che ella rappresenti anche una grande spinta all’unità dei cristiani, proprio grazie all’apertura e all’universalità del suo messaggio per la vita.
[Fonte: L’Ottimista]
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