αποφθεγμα Apoftegma
La mia vita si è avvizzita come una ragnatela.
Nel tempo dello sconforto e del turbamento,
siamo divenuti come dei profughi,
e i nostri anni si sono avvizziti
sotto la miseria e le sventure.
sotto la miseria e le sventure.
Signore, eterna è la tua misericordia.
O Cristo, che sei pura misericordia,
donaci la tua grazia;
donaci la tua grazia;
stendi la mano e vieni in aiuto
a quanti sono tentati, tu che sei buono.
a quanti sono tentati, tu che sei buono.
Abbi pietà di tutti i tuoi figli
e vieni in loro soccorso;
e vieni in loro soccorso;
dacci, Signore misericordioso,
di ripararci all’ombra della tua protezione
e di essere liberati dal male
e dai seguaci del Maligno.
e dai seguaci del Maligno.
S. Efrem
L'ANNUNCIO |
Dal Vangelo secondo Matteo 9, 32-38
In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato. Scacciato il demonio, quel muto cominciò a parlare e la folla presa da stupore diceva: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!». Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demòni per opera del principe dei demòni».
Gesù andava attorno per tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagòghe, predicando il vangelo del regno e curando ogni malattia e infermità. Vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La mèsse è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il padrone della mèsse che mandi operai nella sua mèsse!».
L'annuncio del Vangelo che bussa al nostro cuore è l'autentico Shabbat, il giorno del riposo che completa in noi l'opera che Dio ha iniziato creandoci. E' il settimo giorno, quello in cui Dio riposa e al quale ci chiama a partecipare, quando i mietitori possono rallegrarsi insieme a chi ha seminato; gli "operai" infatti subentrano nel lavoro e nella fatica del Seminatore fatto seme fecondo nelle viscere della terra. Per questo, quando si evangelizza, si entra nel giorno del riposo: le fatiche dell'apostolo sono pura gioia e moltiplicano le forze perché si tratta di raccogliere il frutto dell'amore sino alla fine di Gesù. Nell'incontro della sua Parola con il nostro mutismo, infatti, si compie la ricreazione, ed ecco ciascuno di noi ridiviene "cosa molto buona". Shabbat porta a compimento la messe di Dio, il gregge ritrova il suo Pastore che lo conduce ai pascoli del riposo, la memoria vince l'oblio come accaduto al figliol prodigo, l'attenzione e l'amore prendono il posto dell'egoismo e dell'indifferenza. Per credere, il mondo ha bisogno di vedere il perdono che rigenera, che è proprio ciò di cui "non si è mai visto di simile in Israele", nel nostro quartiere e in ogni angolo della terra. Per Israele Shabbat è la sposa da accogliere con onore e unzione. Ebbene, le viscere materne di Dio rivelate nella "compassione" del suo Figlio ci raggiungono oggi come la sposa che, in tutto, abbiamo atteso, l'aiuto simile a noi, l'Eva tratta dalla nostra stessa costola, il luogo ove riposare e deporre il nostro desiderio d'amare senza il timore che tutto si estingua nel volgere di un giorno. E' la carne di Cristo che ha preso su di sé ogni nostra sofferenza, che ha vinto la morte che ci assedia e ci ammutolisce, la sua Parola nella carne e nella parola dei suoi messaggeri, "gli operai" della messe di Dio inviati a scacciare satana dal cuore degli uomini. Gesù cerca i nostri silenzi sanguinanti per colmarli delle sue parole di misericordia. Oggi la sua "compassione" è la nostra guarigione. Il suo amore senza condizioni anche oggi caccia dal nostro cuore il principe del silenzio, smascherando con la Parola le sue menzogne. Abbandoniamoci a Lui, consegniamogli malinconia e orgoglio, e lasciamoci amare, per correre nel mare della morte ad accogliere e prendere sulle spalle i naufraghi in cerca di pace, magari proprio quando, sporco e affamato, uno di loro si fa carne nel figlio ribelle o nel collega invidioso: "La tua volontà sia davanti a Te, Dio dei cieli, siano ascoltati e evangelizzati buoni vangeli, vangeli di salvezza, di conforto e consolazione dai quattro angoli della terra" (Liturgia di Shabbat per l'annuncio del mese, Rosh Odesh).
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