αποφθεγμα Apoftegma
L’atteggiamento del padrone è quello della speranza fondata sulla certezza
che il male non ha né la prima né l’ultima parola.
Dio è paziente, sa aspettare.
Egli guarda nel “campo” della vita di ogni persona con pazienza e misericordia:
vede molto meglio di noi la sporcizia e il male,
ma vede anche i germi del bene e attende con fiducia che maturino.
Che bello questo: il nostro Dio è un padre paziente,
che ci aspetta sempre e ci aspetta con il cuore in mano per accoglierci, per perdonarci.
Egli sempre ci perdona se andiamo da Lui.
Papa Francesco
che il male non ha né la prima né l’ultima parola.
Dio è paziente, sa aspettare.
Egli guarda nel “campo” della vita di ogni persona con pazienza e misericordia:
vede molto meglio di noi la sporcizia e il male,
ma vede anche i germi del bene e attende con fiducia che maturino.
Che bello questo: il nostro Dio è un padre paziente,
che ci aspetta sempre e ci aspetta con il cuore in mano per accoglierci, per perdonarci.
Egli sempre ci perdona se andiamo da Lui.
Papa Francesco
L'ANNUNCIO |
Dal Vangelo secondo Matteo 13,24-30.
Un'altra parabola espose loro così: «Il regno dei cieli si può paragonare a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo.
Ma mentre tutti dormivano venne il suo nemico, seminò zizzania in mezzo al grano e se ne andò.
Quando poi la messe fiorì e fece frutto, ecco apparve anche la zizzania.
Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: Padrone, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene dunque la zizzania?
Ed egli rispose loro: Un nemico ha fatto questo. E i servi gli dissero: Vuoi dunque che andiamo a raccoglierla?
No, rispose, perché non succeda che, cogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Cogliete prima la zizzania e legatela in fastelli per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio».
SALVATI DALLA PAZIENZA DI CRISTO CHE FISSA E PROTEGGE CON AMORE IL GRANO ACCERCHIATO DALLA ZIZZANIA
Noi non siamo come il mondo, sappiamo che "solo dai santi, solo da Dio viene la vera rivoluzione, il cambiamento decisivo del mondo. Nel secolo appena passato abbiamo vissuto le rivoluzioni, il cui programma comune era di non attendere più l'intervento di Dio, ma di prendere totalmente nelle proprie mani il destino del mondo. E abbiamo visto che, con ciò, sempre un punto di vista umano e parziale veniva preso come misura assoluta d'orientamento. L'assolutizzazione di ciò che non è assoluto ma relativo si chiama totalitarismo. Non libera l'uomo, ma gli toglie la sua dignità e lo schiavizza. Non sono le ideologie che salvano il mondo, ma soltanto il volgersi al Dio vivente, che è il nostro creatore, il garante della nostra libertà, il garante di ciò che è veramente buono e vero. La rivoluzione vera consiste unicamente nel volgersi senza riserve a Dio che è la misura di ciò che è giusto e allo stesso tempo è l'amore eterno. E che cosa mai potrebbe salvarci se non l'amore?" (Benedetto XVI). Ecco il cuore della parabola: la zizzania non si combatte con la violenza che produce altre divisioni; non così siamo stati salvati noi, ma dall'amore di Dio che, dopo aver seminato in noi il seme buono dell'immagine e somiglianza con Lui, ha avuto la pazienza di "lasciare crescere insieme il grano e la zizzania" in noi e attorno a noi. Ci ha lasciato liberi come il padre del figlio prodigo, anche di farci soffocare dalla menzogna del nemico, e di vederci crescere come zizzania. Ha saputo aspettare che "la messe fiorisse e facesse frutto", sino al "momento della mietitura", quando ha "inviato i mietitori", gli apostoli, a "cogliere prima la zizzania e a legarla in fastelli per bruciarla", ordinando di "riporre il grano nelsuo granaio". Proprio quando, come il figlio prodigo, siamo precipitati nell'abisso del peccato, condannati alla fame e alla solitudine, è giunto per noi il "momento della mietitura": gli apostoli, ovvero i pastori e i catechisti, forse i genitori o un amico, insomma qualche angelo ci ha annunciato il Vangelo ridestando in noi la nostalgia della casa del Padre e il desiderio di tornarci, cioè di convertirci per ricominciare a vivere secondo la natura del "seme buono" deposto in noi. Avevamo dilapidato l'eredità, è vero, ma il grano non era diventato zizzania! Anzi, proprio la certezza della misericordia di Dio che la Chiesa ci ha annunciato, ha svelato la natura malvagia della zizzania che era cresciuta in noi e attorno a noi. "Il mistero dell'iniquità" infatti, "si illumina soltanto alla luce del mistero della pietà. La rivelazione dell'amore divino in Cristo ha manifestato ad un tempo l'estensione del male e la sovrabbondanza della Grazia" (Catechismo della Chiesa Cattolica, 385). Per questo la Chiesa, assemblea di figli prodighi, sa che "il Signore ha seminato del seme buono nel suo campo", ma sa anche che esiste il diavolo, il nemico dell'uomo, che semina il male "di notte", occultando nel buio della menzogna la totalità della Verità, presentandone un frammento interpretato con malizia. La Chiesa sa che, per aver dato credito al demonio, gli uomini sono feriti dal peccato; ma sa anche che non sono completamente corrotti. Che anche dove si vede solo zizzania, concupiscenza ed egoismo, violenza e sopraffazione, adulteri e aborti, anche lì vi è nascosto il buon grano. Solo la Chiesa sa vedere il "seme buono" oltre l'apparenza assordante del male; per questo non può "raccogliere la zizzania", rischierebbe di "sradicare il grano"! Bene, con queste parole ci accoglie oggi il Signore, per accompagnarci anche in questo giorno, come in ogni istante, in ciascun evento, in tutte le relazioni della nostra storia. E ci consola e sostiene nel combattimento contro il demonio, che ci vorrà spingere a ribellarci al male, a resistere al malvagio, a fare e farci giustizia; se ci convincesse avrebbe vinto! E invece no, il Signore ci chiama a seguire le sue orme e a non resistere al male, ma a caricarci di ogni peccato incontreremo sul nostro cammino. Ad amare, amare, amare, difendendo in noi l'opera dello Spirito Santo, l'unità e la comunione con i fratelli, per vincere il male con il bene. Perché se la Chiesa, e la nostra vita in essa, sarà autentica e credibile testimone dell'amore di Dio, con lei e la sua predicazione giungerà per ogni uomo il "momento della mietitura". Allora, dinanzi allo splendore dell'amore crocifisso, la zizzania getterà la maschera, e gli apostoli, tu ed io a casa, al lavoro, ovunque e con chiunque, potranno, senza più timore di "sradicare" il bene seminato in ogni uomo, "cogliere" le menzogne e "legare in fastelli", ovvero perdonare i peccati ormai svelati e accettati, per gettarli nel fuoco purificatore. Coraggio allora, anche l'ora più monotona, anche i dolori più lancinanti, tutto di noi è importante, perché ci fa crescere nella fede e fa risplendere il "seme buono" in noi; non temiamo di infilarci e crescere nella Chiesa accanto alla zizzania del mondo. E' la nostra missione, essere quello per cui siamo stati creati, e dare ogni giorno, sulla Croce forse nascosta agli occhi di tutti, il frutto che conferma e dà credibilità al "giudizio morale del cristiano", l'opera dello Spirito Santo in noi capace di smascherare la zizzania e consegnarla al suo destino di distruzione eterna.
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