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Giacobbe e Rachele al pozzo |
αποφθεγμα Apoftegma
Si abbeveravano le greggi,
cioè da lì si attingeva lo Spirito Santo.
E la pietra era grande, era la gioia della Presa d'acqua.
E chi non conosce la gioia della Presa d'acqua
non conosce la gioia dello Spirito Santo.
Si rimetteva la pietra fino alla festa successiva.
E quando non la si rimetterà più
sarà la festa di Sukkot dei tempi messianici.
Midrash Tanaim 9
Si abbeveravano le greggi,
cioè da lì si attingeva lo Spirito Santo.
E la pietra era grande, era la gioia della Presa d'acqua.
E chi non conosce la gioia della Presa d'acqua
non conosce la gioia dello Spirito Santo.
Si rimetteva la pietra fino alla festa successiva.
E quando non la si rimetterà più
sarà la festa di Sukkot dei tempi messianici.
Midrash Tanaim 9
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L'ANNUNCIO |
Dal Vangelo secondo Luca 21,5-11
In
quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio e delle belle pietre e
dei doni votivi che lo adornavano, Gesù disse: “Verranno giorni in cui,
di tutto quello che ammirate, non resterà pietra su pietra che non venga
distrutta”. Gli domandarono: “Maestro, quando accadrà questo e quale
sarà il segno che ciò sta per compiersi?”. Rispose: “Guardate di non
lasciarvi ingannare. Molti verranno sotto il mio nome dicendo: ‘‘Sono
io’’ e: ‘‘Il tempo è prossimo’’; non seguiteli. Quando sentirete parlare
di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate. Devono infatti
accadere prima queste cose, ma non sarà subito la fine”. Poi disse loro:
“Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno, e vi saranno
di luogo in luogo terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche
fatti terrificanti e segni grandi dal cielo”.
LA
GELOSIA DELLO SPOSO AFFOGA NARCISO NELLE ACQUE DEL BATTESIMO PER FARLO
RINASCERE CON LUI NELL'AMORE CHE LO RENDE LIBERO E SAPIENTE
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Questo
è il senso più profondo dell'Avvento fratelli: Narciso non aspetta
perché non ama, mentre un figlio di Dio ha gli occhi del cuore aperti e
capaci di discernere in ogni evento e relazione l'occasione per
accogliere l'opera creatrice di Dio che fa nuove tutte le cose. Per
questo il Signore ci chiama oggi a discernere i segni dei tempi con
“attenzione” per “non lasciarci ingannare” dal pensiero del mondo che,
infiltrandosi spesso anche nella Chiesa, pretende di parlare “nel suo
nome”; esso legge il “tempo” che viviamo come “prossimo” a chissà quali
“rivoluzioni” morali e “guerre” culturali, destinate ad inaugurare un
mondo nuovo di pace e tolleranza. “Noi,
invece, abbiamo un’altra misura: il Figlio di Dio, il vero uomo”,
ammoniva l’allora Card. Ratzinger. Per questo non siamo “terrorizzati”
davanti alla storia e ai terroristi, e non ci lasciamo “prendere dal
panico” per “seguire” la menzogna dei falsi profeti. Sappiamo, per
esperienza, di vivere nel “prima” dove Dio parla e agisce con i “segni”
della Croce che, come un aratro, dissoda il terreno della storia perché
vi sia seminata la salvezza. Per
questo “è necessario che accadano” gli sconvolgimenti nella vita degli
uomini: i “terremoti, le carestie e le pestilenze” sono certo i frutti
del peccato, ma Dio non vi si oppone proprio perché ci ama e vuole
svegliarci. Così i problemi in famiglia, al lavoro, a scuola; così la
crisi del figlio e della fidanzata, così la malattia e il licenziamento.
Il male “deve” emergere “di luogo in luogo”, come il pus da una ferita,
perché possa incontrare ancora e sempre il Medico che lo assuma
trasformandolo in misericordia. Nelle
“sollevazioni di popoli e regni” gli uni contro gli altri, appare la
divisione seminata dal demonio, il peccato che ha reso nemici Adamo ed
Eva, e poi, come un fiume in piena, tutti i loro figli da Caino e Abele
per ogni generazione, sino a “distruggere” il vero Tempio, il corpo
benedetto del Signore. Vi è una fine che non è il fine che aspetta ogni
cosa, ed è la fine che dischiude la vita celeste. Non siamo nati per una
"fine", ma per il "compimento" della nostra vita nell'amore. Per questo
quando tutto crolla nella nostra vita significa che essa sta per
"compiersi". Il
rumore sordo delle “pietre” che cadono le une sopra le altre, annuncia
infatti il mistero Pasquale di Gesù che “distrugge” ogni “spelonca di
ladri”, esteriormente “bella” e degna di “ammirazione”, ma “piena di
rapina e iniquità” al suo interno. Quelle pietre ci ricordano
la pietra grande deposta sul pozzo di Sichem, che impediva a Rachele di
far abbeverare il suo gregge, pesante come quella che serrava il
sepolcro del Signore. Un midrash ci racconta che "una rugiada di
risurrezione discese dai cieli su Giacobbe rendendolo coraggioso e
forte. Grazie a questa potenza, rotolò la pietra dalla bocca del pozzo, e
le acque salirono dalle profondità, traboccarono e inondarono. I
pastori stavano in piedi, stupefatti, perché non era più necessario il
secchio per attingere". Con la stessa potenza il Signore è risorto dal
sepolcro facendone rotolare via la pietra. Dietro
ad ogni “fatto terrificante” e ai “segni grandi dal cielo” che
sconvolgono la storia e la nostra vita, vi è il Signore "forte e
coraggioso" che sta rovesciando di nuovo la pietra che ci tiene
prigionieri nella tomba, per aprire un varco affinché la sua vittoria
sulla morte giunga sino a noi come acqua che "trabocca" di vita. E’ Lui
che, a tutti noi assetati d’amore e verità, attraverso la forza dei
fatti che per il mondo significano solo distruzione, rivela il
potere del suo amore che dischiude, come fece Giacobbe innamorato di
Rachele, il pozzo dove “dissetarci con gioia dell’acqua viva dello
Spirito Santo che zampilla sino alla vita eterna”.
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