"Che c'entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? "




L'ANNUNCIO
Quelle dei demoni sono parole e pensieri nostri: crediamo di ribellarci all'ingiustizia, ai fatti sgradevoli e contrari, alle persone che ci molestano, ma la verità è che resistiamo al potere del Signore, perché non lo riconosciamo all’opera nella nostra vita. Il demonio, infatti, si nasconde astutamente tra le pieghe degli eventi e di lì lascia scorrere il suo fluido malevolo camuffato nei pensieri e nelle interpretazioni, avvelenando e sporcando tutto, occultandoci la visione di Dio incarnato. Egli è il nemico della Croce, e attira tutti nella stessa inimicizia. E' uno “spirito impuro”, immondo, perché impedisce il culto e la lode che sigillano il compimento della vita, sottraendo la gioia e la gratitudine, la pace e lo zelo, facendoci scorrere dinanzi immagini distorte che occultano l'amore di Dio e ci inducono a rifiutare la nostra storia e a negare la Croce. Il demonio riconosce che Gesù ha l’autorità per “rovinarlo”; proprio la ribellione rivela l’antagonismo con Colui che, a denti stretti, si ammette essere superiore. Ma riconoscere non significa accettare. Il demonio ci ha ingannato così bene da tenerci legati come cani al guinzaglio; non vogliamo che sia distrutto quello che stiamo costruendo, o smascherato quello che abbiamo acquisito, ad esempio i giudizi sulla storia e le persone. Sono anni che giudichiamo il padre, il fratello, la suocera per sentirci al sicuro di fronte all’altro, blindati nelle certezza di essere nel giusto. Su quei giudizi abbiamo fondato anni di atteggiamenti e di relazioni. Quando Gesù appare nella nostra vita, rade al suolo le mura dietro alle quali ci proteggiamo, e non lo possiamo sopportare: dovremmo umiliarci, riconoscere d’essere stati avventati pensando male con superficialità, senza conoscere e amare la storia e il cuore del fratello. Abbiamo guardato all’altro con malizia, e lo abbiamo espulso dall’Inner circle, il cerchio magico dei nostri affetti, perché fuori dal target di venerazione e sottomissione da noi richiesto. Ingannati, abbiamo creduto che il Signore fosse fuori tempo e in anticipo sulla tabella di marcia che abbiamo stabilito a priori per la nostra vita. Per questo interpretiamo come una “rovina” i fatti e le persone che ci fanno presente la Croce. Certo, il carattere del marito o della moglie, la malattia improvvisa, il licenziamento, l’infantilismo del fidanzato che ci lascia senza alcuna ragione, ci “rovinano”. Ma, se guardassimo con gli occhi della fede, ci renderemmo conto che ad andare “in rovina” è il piano demoniaco su di noi, e, ad essere crocifisso, è il nostro uomo vecchio. Oggi giunge a noi Cristo, con la sua Parola ricolma di autorità, così diversa da quella vaporosa e vana dei tanti falsi maestri. Essa è potente perché capace di compiere quello che dice e, con la sapienza della Croce, smaschera la menzogna. Viene a liberarci, “gridando” al nostro cuore di “tacere”, mentre, con le parole della Croce incarnata nelle ore e nelle persone della nostra esistenza, scaccia la mormorazione figlia dell’accusatore, per lasciar parlare in noi lo Spirito Santo. Non è certo senza dolore, come appare nel Vangelo. L'orgoglio, infatti, è un veleno che annichilisce quando muove pensieri e gesti, e “strazia” quando è scacciato dal cuore. Ne siamo talmente succubi che lo difendiamo con le unghie: quanta difficoltà, quanto “strazio” per umiliarsi e chiedere perdono, quando le lebbra sembrano sigillate con il fuoco e pesanti come macigni. Per questo, nel Signore non vi è spazio per il sentimentalismo; per “rovinare” l’opera del demonio non vi è “un prima del tempo”, perché già oggi “il tempo è compiuto”. Non si possono servire due padroni, e dove appare Cristo non vi è posto per satana. Lasciamoci amare allora, perché non è vero che non abbiamo niente a che fare con Lui. Al contrario, ogni secondo, ogni relazione, ogni pensiero e gesto, tutto di noi è stretto in una relazione indissolubile con Lui che ha, da sempre, avuto a che fare con noi in un amore infinito



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