“Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».
Arricchire presso Dio, come è possibile? Forse che non tutto è Grazia, e qualcosa possiamo accumulare ed esibire per procurarci un visto per il Cielo? No certo. arricchire, accumulare tesori in Cielo significa vivere con sapienza, mentre stoltezza è accumulare per sè.
Il sapiente vive fissando lo sguardo sul Cielo, è figlio del Padre, ascolta la sua Parola, di essa si nutre ed in essa produce frutto. Lo stolto, secondo l'etimologia ebraica nabal, è colui al quale non si può dire nulla, un ostinato orgoglioso che vive reclinato su se stesso ed il cui orizzonte no va al di là della propria pancia.
Il sapiente vive abbandonato all'amore provvidente di Dio; conosce per esperienza il valore di ogni istante quale scrigno di Grazie infinite, tra le quali può celarsi quella della Pasqua eterna, l'incontro con il suo Signore. Lo stolto teme di morire, vive tutto con cupidigia perchè è ancora nudo del peccato di Adamo e tutto, persone e cose, accaparra tentando maldestramente di coprirsi e sfuggire alla corruzione.
Il sapiente ha conosciuto il perdono, lo stolto vive nel rimorso. Per il sapiente la vita, con i suoi beni e i suoi affetti, è segno del perdono e così diventa dono. Gratuitamente ha ricevuto, gratuitamente dona. Lo stolto progetta e si tormenta, e non trova mai pace, difendendo senza requie quei brandelli di vita che ancora gli restano tra le mani. Accogliamo oggi la Sapienza fatta carne, Cristo Gesù vittorioso sul peccato e sulla morte. Lasciamo che ci liberi e ci perdoni, e ci faccia figli della Sapienza, quella eterna della Croce, porta el Cielo sul quale fissare il nostro sguardo e il nostro cuore.
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