GIOVEDI' DELLA PRIMA SETTIMANA DI AVVENTO



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Mt 7,21.24-27

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia.
Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande”.

IL COMMENTO
E' vero. Ci piace, normalmente, parlarci addosso. E annegare chi ci sta intorno con fiumi di parole. Ci sembra che i nostri discorsi scolpiscano la nostra figura nella vita degli altri, ogni parola un colpo di scalpello nel cuore del prossimo. Nelle parole trasferiamo i nostri sentimenti, le nostre idee, e ne facciamo gli ambasciatori del nostro io. Più spesso, riconosciamolo, sono armi puntate alla tempia di chi ci si mette contro, o si risolvono in semplici contenitori di bugie, frottole gonfiate per difenderci o affermarci.
Avvertivano i Padri, da Agostino a Leone Magno, sulla possibilità molto concreta che gli annunciatori della Parola possano divenire megafoni di se stessi e delle proprie fobie. Cembali che tintinnano.
La parola è uno strumento indifeso, è facilmente strumentalizzabile, gli usi possibili sono infiniti. Ma di fronte alla storia, alla cruda realtà della vita, ogni parola è costretta a rivelarsi per quel che è: menzogna o verità. Non basta dire, occorre che il detto abbia un contenuto, e che sia vero. Non basta gridare e affermare, occorre che le parole abbiano un fondamento nella vita vissuta, che siano "ragionevoli", "sagge", che si possano comprendere perchè dimostrabili. Che siano un annuncio o una testimonianza che sgorgano da un'esperienza.
Il liquido di contrasto d'ogni parola è la volontà di Dio. Compiuta o non compiuta. Le menzogne hanno le gambe corte, non reggono il passo della storia. Una casa o è costruita sulla Roccia, sull'ascolto della Parola fatta carne che ha il potere di realizzarsi, o è costruita sulla sabbia, sui "vorrei ma ho tanto da fare, i buoi, il lavoro, lo studio, l'attività pastorale, la famiglia....".
La sofferenza, le difficoltà, la CROCE rivelano il valore delle nostre parole. E appare la nostra stoltezza. Nella storia si spogliano i nostri discorsi e se ne svelano le nudità. Carne o fumo. Se è Parola fatta carne, si entra nella storia, magari sbuffando, ma si entra. E si rimane lì, crocifissi, perchè è lì che c'è la vita e perchè è sulla croce che sta Cristo, vivo, e noi con Lui. Oppure è fumo, e un po' di vento, una corrente d'aria d'un rimprovero, qualcosa che non va per il verso giusto, o un torrente in piena, una malattia, un fallimento e tutta l'impalcatura della nostra vita così soavemente pubblicizzata dalle nostre parole svanisce senza lasciar traccia, se non quelle della disperazione. Una rovina grande e le false certezze, le vuote speranze crollano senza rimedio.
La saggezza è fare la volontà di Dio. Ma è difficile. Impossibile. I libri sapienziali abbondano di sentenze sulle vuote parole non accompagnate dai fatti. Ma è così naturale per noi, parlare è quasi già un agire, sembra che aver detto qualcosa sia già aver cominciato a realizzarlo. Ma non è vero. Ci illudiamo e basta.
Per questo oggi appare un angelo nella nostra vita, lo stesso che visitò Maria nella casa di Nazaret: "Non temere, nulla è impossibile a Dio!". E' sufficiente sostituire la preghiera alle parole. Inginocchiarsi, come Maria, e rimettere la propria incapacità, la propria debolezza nelle mani del Padre. Come Gesù nell'orto degli ulivi. Siamo deboli, non possiamo, abbiamo altre volontà e altri desideri. Abbbiamo paura. Ma Gesù ha pregato per tutti noi, perchè anche noi possiamo approfittare della Sua preghiera, delle Sue Parole. Esse si compiono in noi. Oggi.
Con Gesù e Sua Madre oggi possiamo prostrarci e implorare che si compia in noi secondo le Parole che Dio ha detto per noi. Che si realizzi la Sua volontà in noi. Si tratta solo di abbandonarsi. Al Signore attraverso Maria, la Chiesa, in un cammino di pace, quella di chi fa la volontà di Dio. Gratuitamente come un dono del Padre. Ai piedi di Gesù proseguiamo il nostro Avvento.

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