Martedì della II setimana di Avvento

Mt 18, 12-14

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Che ve ne pare? Se un uomo ha cento pecore e ne smarrisce una, non lascerà forse le novantanove sui monti, per andare in cerca di quella perduta? Se gli riesce di trovarla, in verità vi dico, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite.
Così il Padre vostro celeste non vuole che si perda neanche uno solo di questi piccoli.

IL COMMENTO

Sono io. Si, quella pecora smarrita sono io. Per me il Signore ha percorso un cammino infinito, dal Cielo alla terra. E, sulla terra, sino a me. Alla mia vita, oggi. E com'è oggi la mia vita, quali sono i sentieri che sto percorrendo, quali pascoli vado cercando? Ho dimenticato la fonte d'acqua viva, come Esaù sono uscito dalla tenda per cercare da mangiare, seguendo gli istinti confusi così spesso con le intuizioni. Sono scappato, preso da un'irrefrenabile frenesia di cambiare foraggio, suvvia sempre lo stesso.... Ho smarrito il cammino vagando dietro ad altri compagni. Ho perso il pastore, la sua voce ormai lontana non può raggiungermi. E angoscia, e fame, e solitudine. Lacrime, sono precipitato in una valle di lacrime. Io. E il peccato mio tra le mani. Quel giudizio tagliente. Quella concupiscenza indomata. Quell'idolatria assassina. Io. Solo. Perduto. Ma mentre me ne andavo sui passi del peccato il Signore era già alla mia ricerca. Si, proprio mentre saliva gagliarda la violenza dal mio cuore e seminavo di morte il mio cammino, Lui era sulle mie tracce. Amore infnito. Un fuoco d'amore ad attirarlo verso di me. "Se homo non peccasset, Filius hominis non venisset", così S. Agostino: "Se l'uomo non avesse peccato, il Figlio dell'uomo non sarebbe venuto". Il peccato. E il Salvatore. La scena del mondo, del mio mondo e della storia di ciascuno è nella verità di entrambi. E' vero il mio peccato. E' vero il Salvatore. E' vero il Suo amore. Anche se fossi l'unico peccatore di questa terra e della storia. Per me ha dato la Sua vita. Vera. Per me ogni goccia del Suo sangue. Per me l'umiliazione, la passione, la croce. Lui per me. Ha lasciato tutto e si è gettato sulle mie tracce, mi ha desiderato. Ardentemente. Il Suo amore era già accanto a me, lì dov'è abbondato il peccato. Ed è sovrabbondata la Grazia. E con essa la Gioia. Stretto dal Suo abbraccio finalmente salvo. Libero. Che gioia rivedere il Signore. Come Pietro sulle sponde del Mare di Galilea, come quella sera di Pasqua con i suoi compagni impauriti e nascosti nel cenacolo. Anche loro perduti. Come i due compagni di Emmaus sulla strada del ritorno alla solita vita. All'immenso sconforto d'una speranza svanita, perduti anche loro nei loro pensieri. E lì, nello sconforto, nella valle di lacrime che è tutta la nostra vita, lì vibra il cuore di gioia purissima. L'incontro di due fatti l'uno per l'altro. "Ossa delle mie ossa, carne della mia carne", son queste le parole del Pastore al ritrovare la Sua smarrita. "Mia colomba, mia perfetta", la mia anima, perduta e ritrovata, la Sposa amata del Cantico dei Cantici. Oggi. Si, sei Tu Signore che mi cerchi da dietro la grata dei miei segreti, sei tu che balzi al mio incontro, sei tu che guardi dalla finestra in ascolto della mia voce,sei tu che che bussi al mio cuore. Oggi, con questa soffrenza, con questa angoscia, con questa insoddisfazione, con questa Croce. Sei Tu che mi ami nei minuti di questa mia vita, sei Tu che mi cerchi, la Tua sete di me accende in me la mia sete di Te. Essere trovato in Te, ecco la Vita, eco la gioia. Nessuna condanna, è svelato l'inganno d'una vita sperduta. La Tua gioia invade il mio cuore. E' passata. Anche oggi. E' svanita la paura della morte che già m'afferrava la gola, sei Tu signore ed io sulle Tue spalle, ferito, piagato, ma salvo. Nessuno, ma proprio nessuno dei piccoli andrà perso. Nessuno di noi. Oggi. Anche oggi il cuore in attesa, Lui è alle porte, la salvezza è vicina. Attendiamo con fiducia anche oggi il Suo avvento.

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