Martedì della II settimana del Tempo Pasquale

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Gv 3,7-15

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».
Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro di Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».


IL COMMENTO

Eccoci dunque smascherati. Come Nicodemo ci consideriamo maestri, e non conosciamo il Mistero capace di far nuova la vita. Nicodemo è religioso. Nicodemo ha studiato. Ma non riconosce il soffio dello Spirito. Ne sente la voce, ma è avvolto nella notte, non comprende da dove venga e dove vada. Il vento infatti soffia dove vuole, non lo si può catalogare, per quanto si voglia e si cerchi, libri e cultura alla mano. Il vento sfugge, i suoi cammini non sono quelli degli uomini. Carne e sangue non hanno in sè la capacità per decifrarne le traiettorie, esse seguono ritmi e tempi che trascendono limiti e criteri incatenati alla terra. Il vento è libertà, perchè lo Spirito è libertà. Le stesse cose della terra, illuminate dalla Verità annunciata dal Signore, l'identità compiuta dell'uomo e della creazione, il senso primo ed ultimo della storia, son come muri su cui si infrange l'incredulità. L'inganno del demonio ha ridisegnato la realtà, e ciò che è naturale e adeguato all'uomo è diventato innaturale e inadeguato, mentre la menzogna che genera pensieri, criteri e atti contro natura ci appare come verità incontrovertibile. I rapporti e gli affetti, il lavoro, la sessualità, tutto è governato dalla superficialità soffocante delle passioni, delle intuizioni, dei sentimenti. La carne ed il sangue si sono appropriati delle esistenze e le muovono come fossero burattini. Il "sentire" qualcosa è divenuto il dittatore inattaccabile d'ogni decisione e comportamento. Se non si "sente" qualcosa, non la si fa. E così il sangue e la carne sprovvisti dello Spirito di vita descrivono, senza pietà, il perimetro angusto e schiavizzante delle nostre ore. E' il buio della notte di Nicodemo, comune a quella di ciascuno di noi. Maestri sì, ma carnali. Esperti certo, ma di istinti e passioni. E non si tratta solo di quelle sfrenate e immediatamente peccaminose; si tratta anche di quelle che muovono le attenzioni di una madre, l'affetto di un marito, l'amicizia e molto altro. Lo Spirito invece tracima e spiazza. Il vento è movimento, disintallazione, indica sempre un di più, un più in là che non possiamo afferrare e gestire. Il vento è la libertà di Dio, quell'amore che ama oltre ogni misura, che si piega sui peccatori più peccatori, che si commuove e ha compassione della pecora più sperduta. E' la follia di Dio, che abbraccia l'universo senza condizionamenti. Il vento non si fa ingabbiare dagli schemi atrofizzati, dai piani pastorali, dalle riunioni di condominio, dalle sentenze dei tribunali. Il vento irrompe quando e dove non ci se lo aspetta, scende dal Cielo e colma di Cielo la terra. Lo Spirito è lo stesso signore che discende da lassù, dal cuore stesso di Dio per innalzare, nella sua Croce gloriosa, la terra sin dentro quel cuore. Così la Croce, quella di ogni giorno contro la quale lottiamo credendo di far cosa giusta, saggia e ragionevole, è invece il sigillo evidente dell'irruzione dello Spirito. La Croce stravolge il piatto e incolore incedere del mondo incatenato alla carne. La Croce strappa dalle consuetudini radicate, impermeabili alla novità sconvolgente di Dio. La Croce innalza sino al cuore di Dio, al suo amore. La Croce è l'abitacolo dello Spirito, è lei che spira ai quattro angoli sdel mondo, che scende nelle profondità occulte delle angosce e dell'inferno del peccato. E' lei che si estende oltre ogni barriera ad est e ad ovest, abbracciando nella misericordia chiunque incontri, amici e nemici. E' la Croce che catapulta le nostre esistenze alla destra di Dio. Crocifissi con Cristo ora e qui siamo misteriosamente avvinti al suo stesso Spirito, ne riconosciamo le orme che spingono all'amore più folle; liberati perchè crocifissi nel cuore di Dio possiamo vivere la vita su questa terra come un anticipo del Cielo, dove tutto ci appare nella luce della Verità, il Destino incorruttibile che ci attende. In questa luce si dirada la notte dell'incredulità che ci rende idolatri e inginocchiati dinnanzi alle creature, e possiamo alzare lo sguardo nella contemplazione del Creatore, della sua volontà d'amore che pervade ogni istante, ogni persona, ogni evento. Crocifissi con Cristo gustiamo la sua stessa libertà, come pecore miti e docili riconosciamo la voce del Pastore buono e possiamo porci alla sua sequela, nella meravigliosa avventura della vita immersa nel compimento della sua volontà.


Meditazione del giorno:

Santa Teresa Benedetta della Croce [Edith Stein] (1891-1942), carmelitana, martire, compatrona d'Europa
Poesia Pentecoste 1942

« Non sai di dove viene e dove va »


Chi sei, dolce luce che mi colmi
e illumini le tenebre del mio cuore ?
Mi guidi come la mano di una madre,
e se mi lasciassi,
non potrei fare un solo passo di più.
Sei lo spazio
che avvolge il mio essere e lo mette al tuo riparo.
Se fosse abbandonato da te,
sprofondarebbe nell'abisso del non essere,
dal quale l'hai tirato per sollevarlo verso la luce.
Tu, più vicino a me
di me stessa,
più intimo dell'intimo della mia anima,
e tuttavia inafferrabile e ineffabile,
al di sopra di ogni nome,
Spirito Santo, Amore eterno

Non sei forse la dolce manna
che dal cuore del Figlio
trabocca nel mio cuore,
cibo degli angeli e dei beati ?
Lui che si è rialzato dalla morte alla vita
ha svegliato anche me dal sonno della morte per una vita nuova.
E giorno dopo giorno
continua a darmi una vita nuova,
la cui pienezza, un giorno, mi inonderà interamente,
vita nata dalla tua vita, si, te stesso,
Spirito Santo, Vita eterna !


Le parole del Papa su Barnaba e Nicodemo, al centro della liturgia odierna






La liturgia odierna ci propone due figure: Barnaba e Nicodemo. Il primo, grande evangelizzatore dell’epoca apostolica, il secondo, un fariseo, membro del Sinedrio, attratto da Gesù ma bloccato da paure e condizionamenti. Riascoltiamo le parole del Papa su questi due personaggi nel servizio di Sergio Centofanti.

Barnaba dà tutto per Gesù. Vende quello che ha e consegna il ricavato agli apostoli: è la prima comunità cristiana che aveva un cuore solo e un’anima sola, aveva tutto in comune e nessuno era povero. Ma non mancavano le controversie. Barnaba entra in contrasto con Paolo, l’apostolo delle Genti:


“Quindi ci sono anche tra Santi contrasti, discordie, controversie e questo a me appare molto consolante, perché vediamo che i Santi non sono caduti dal cielo, ma erano uomini come noi, con problemi ed anche con peccati. Ma la santità consiste non nell’aver mai sbagliato o peccato, la santità cresce nella capacità di conversione, di pentimento, di disponibilità nel ricominciare e soprattutto nella capacità di riconciliazione e di perdono. Questo ci fa Santi e tutti possiamo imparare questo cammino di santità”. (Udienza generale del 31 gennaio 2007)


Nicodemo si reca da Gesù di notte. Non capisce come fa a nascere di nuovo, lui che è vecchio. Si tratta di un uomo per bene, attirato dalle parole e dall’esempio del Signore, ma che ha paura degli altri ed esita a compiere il salto della fede:


“Avverte il fascino di questo Rabbì così diverso dagli altri, Gesù, ma non riesce a sottrarsi ai condizionamenti dell’ambiente, dove si è contrari a Gesù, e resta titubante sulla soglia della fede. Quanti, anche nel nostro tempo, sono in ricerca di Dio, in ricerca di Gesù e della sua Chiesa, in ricerca della misericordia divina e attendono un segno che tocchi la loro mente e il loro cuore e apra la porta! ... il solo segno è Gesù innalzato sulla croce: Gesù morto e risorto … in Lui possiamo comprendere la verità della vita e ottenere la salvezza”. (Omelia del 26 marzo 2006)

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