Giovedì della IV settimana del Tempo Ordinario





Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 6,7-13.
Allora chiamò i Dodici, ed incominciò a mandarli a due a due e diede loro potere sugli spiriti immondi.
E ordinò loro che, oltre al bastone, non prendessero nulla per il viaggio: né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa; ma, calzati solo i sandali, non indossassero due tuniche.
E diceva loro: «Entrati in una casa, rimanetevi fino a che ve ne andiate da quel luogo.
Se in qualche luogo non vi riceveranno e non vi ascolteranno, andandovene, scuotete la polvere di sotto ai vostri piedi, a testimonianza per loro».
E partiti, predicavano che la gente si convertisse,
scacciavano molti demòni, ungevano di olio molti infermi e li guarivano.


IL COMMENTO

L'annuncio del Vangelo è una porta aperta, quella del Paradiso sprangata da quell'alba oscura dell'umanità. L'annuncio del Vangelo è un cammino di ritorno, la speranza di ritrovare la strada di casa, la propria casa, il Paradiso. L'annuncio del Vangelo giunge ovunque il sudore della fronte e i dolori del parto assediano la vita dell'uomo, e vi depone un seme di libertà. L'annuncio del Vangelo risuona laddove le nostre vite si sbriciolano come polvere, quella di cui siamo fatti, quella a cui il fluire dei giorni e il dolore che li accompagna ci fa ritornare. Il Vangelo plana sulla polvere cui è ridotta la nostra povera esistenza, ferita all'origine, stretta in un'incontenibile nostalgia di casa e Patria, di verità, di sostanza, di eterno, di amore incorruttibile. La nostalgia del Paradiso perduto.

Per questo il Signore invia i Dodici ad annunciare la conversione, il ritorno a casa.
Li manda nudi, li manda di due in due, li manda conferendo loro il potere sugli spiriti immondi, li manda come Adamo ed Eva prima del peccato. Li manda liberi, senza difese e sostegni umani, come Adamo ed Eva prima di mangiare la disobbedienza; li manda semplici e ingenui come colombe, innocenti dell'innocenza del Vangelo, come Adamo ed Eva prima di ascoltare e accogliere le parole ingannatrici; li manda in coppia a mostrare la comunione e l'amore originari, come Adamo ed Eva prima di accusarsi e separarsi; li manda con il potere di sottomettere i serpenti, lo stesso conferito ad Adamo ed Eva; li manda come messaggeri del Paradiso, segni della vita pensata da Dio per ogni uomo, l'intimità semplice e beata radicata nell'obbedienza dell'amore.

Giungono oggi alla nostra vita gli Apostoli del Paradiso, inermi dinnanzi alla nostra libertà. Bussano alle nostre vite per consegnarci le chiavi della casa da cui siamo stati cacciati, dalla quale siamo scappati. Le loro parole, i loro segni, la loro stessa figura ci annunciano la Verità del destino per il quale siamo stati creati. Giungono come angeli, i cherubini che avevano chiuso e difeso le porte del Paradiso ci recano oggi l'annuncio che attendiamo da sempre: "Non è qui, è risorto!". Tutto è cambiato, loro stessi non sbarrano ma schiudono... Sulla soglia della tomba gli angeli ci testimoniano il prodigio capace di cambiare la nostra vita: Cristo è risorto, la sua obbedienza ha distrutto il male ed il maligno. La sua vittoria ci svela l'inganno che ci ha fatto perdede il Paradiso. Ora possiamo tornare a casa, al riposo, alla Pace. Ora la pietra che ci sbarrato il passo all'amore, al perdono, all'offerta della vita, all'obbedienza, la pietra del sepolcro è rovesciata, per sempre. Solo possiamo rifiutare il dono e la Grazia, e rimanere, per sempre, polvere da scuotere da sotto i sandali. Ascoltiamo dunque oggi l'annuncio del Vangelo, come Eva lasciamoci trarre e ricreare dal cuore di Cristo, rinnovati, sanati dall'olio del suo Spirito, soffio di Vita eterna. E' Lui la carne della nostra carne, ossa delle nostre ossa, la nostra unica vita, la nostra dimora, il nostro Paradiso.




Tertulliano (155? - 220?), teologo
Sulla Prescrizione degli eretici 19-21 ; SC 46, p.111

« Credo nella Chiesa...apostolica »

Cristo Gesù, Signore nostro, per tutto il tempo che visse sulla terra manifestò chi egli era, chi era stato, qual era la volontà del Padre, che cosa l'uomo dovesse fare. Questa rivelazione la fece apertamente al popolo e separatamente ai discepoli, fra i quali scelse i Dodici, come partecipi del suo magistero universale... Gli apostoli, il cui nome significa « mandati »...avendo ricevuto, secondo la promessa, lo Spirito Santo che doveva renderli capaci di fare i miracoli e predicare, testimoniarono la fede in Gesù Cristo prima in Giudea e poi in tutto il mondo, istituendo ovunque chiese particolari. Ovunque fecero risuonare il medesimo insegnamento e annunziarono la medesima fede. Così fondarono chiese in ogni città.

Da queste ricevettero la linfa della fede e i segni della dottrina tutte le altre chiese e tutte le altre popolazioni che tendono a divenire chiese. Tutte queste chiese venivano considerate apostoliche, in quanto figlie delle chiese degli apostoli...Tra tante e tanto grandi chiese, unica è la prima fondata dagli apostoli e dalla quale derivano tutte le altre... Che cosa poi gli apostoli abbiano predicato, cioè che cosa Cristo abbia loro rivelato, non può essere altrimenti provato che per mezzo delle chiese stesse che gli apostoli hanno fondato.





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