Domenica di Pasqua



Così tutto quello che si fa, tutto quello che la gente fa, lo si fa per la piccola speranza.

Tutto quello che c'è di piccolo è tutto quello che c'è di più bello e di più grande.
Tutto quello che c'è di nuovo è tutto quello che c'è di più bello e di più grande.

Tutto quello che comincia ha una virtù che non si ritrova mai più.
Una forza, una novità, una freschezza come l’alba.
Una giovinezza, un ardore.
Uno slancio.
Un’ingenuità.
Una nascita che non si trova mai più.
C'è in quello che comincia una fonte, una razza che non ritorna.
Una partenza, un'infanzia che non si ritrova, che non si ritrova mai più.

Ora la piccola speranza
È quella che sempre comincia.
Quella nascita
Perpetua
Quell'infanzia
Perpetua.

Per sperare, bimba mia, bisogna essere molto felici.


Pèguy, Portico del mistero della seconda virtù



Un inizio, un Principio. Il Principio. Religioni, filosofie, politiche, rivoluzioni, tutto grida, e cerca, e fatica, per un un nuovo inizio. Si inventano calendari per cancellare la storia passata e vergare in rosso la nuova era, il nuovo inizio, contrabbandando come svolte radicali delle semplici convenzioni; si uccide, si parla, si seduce, si inganna, perchè il fine giustifica sempre i mezzi se il fine è un inizio. Tutto si fa per voltare la pagina definitiva ed incontrare un'alba nuova per ricominciare. Brama ardente di un inizio che cancelli il passato, che spazzi via dolore, male e storture che inquinano la vita. Anche un divorzio può andar bene, non ci si lascia per ricominciare? Anche manipolare embrioni segna un nuovo inizio, il peggiore, mutazioni genetiche nell'illusione di superare imperfezioni e debolezze, profanazione dell'uomo, debole e perciò perfetto.

E oggi è il Principio. Oggi è Pasqua, il miracolo di un inizio che accoglie ogni inizio già finito: il sangue nel quale si schiantano le rivoluzioni, le menzogne che smascherano le promesse, i tribunali che stracciano i matrimoni, le gelosie che tagliano le amicizie, i fallimenti che deludono le preghiere, le malattie che assorbono la vita, i cimiteri che chiudono il sipario.

Oggi è l'inizio che fa giustizia di quel grido dell'anima che non ne può più, e cerca disperatamente la freschezza, lo slancio, l'ingenuità di un inizio che colmi l'esistenza, di un Principio che apra alla speranza i giorni dati. Oggi è l'inizio profetizzato, annunciato, e mai visto. Oggi è lo stupore di fronte all'inizio che ti viene incontro, e scoprire che non sei tu a doverlo cercare, a studiare forme e radunare forze per costruirtelo, e rabbia per afferrarlo, e tenacia per difenderlo. Oggi è Lui a cercarci, l'Inizio fatto carne, l'Inizio fattosi fine, quella sulla quale si è infranto ogni nostro inizio; oggi è il Principio che sorge vittorioso dalla fine d'ogni cosa, che ha sconfitto l'ineluttabile.

E ci cerca sulla soglia del nulla cui abbiamo consegnato la speranza. Oggi è l'alba della Speranza, un vagito, un occhio appena dischiuso, fragile e piccola, la speranza bambina. Eppure è l'unica, proprio perchè debole, rivestita di carne impaurita ma rocciosa di un amore che ha sconfitto la morte. E la bellezza indescrivibile dell'inizio, la piccolezza indomita che si mangerebbe il mondo incontra oggi un compimento inatteso, laddove ancora è solo un principio, la felicità della Pasqua. Se per sperare occorre essere molto felici ecco questo giorno, ecco deposta la felicità come inizio e non più meta, ed ogni inizio divenire il grembo di un compimento certo. Non è più necessario andare alla tomba dei sogni infranti, da oggi si può partire con la felicità nello zaino del cuore, ed entrare in ogni giorno, e viverlo come un nuovo inizio senza timore di non raggiungere l'obiettivo. Esso ci è già dato, esso è cosa nostra ormai, una speranza incrollabile vestita di felicità; il resto, la vita, la storia, da oggi, non sono altro che il rinnovarsi di questo inizio, una soglia dischiusa sul Cielo che non conosce tramonto.





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