Venerdì della XI settimana del Tempo Ordinario


Pascalis Via MatrisMaria presenta l’umanità a Cristo Crocifisso -
Miniatura medioevale del Cantico dei Cantici, Biblioteca di Bamberga.

Hai avuto in me il donatore, rendimi presto debitore... 
Mi dai poco, renderò di più. 
Mi dài beni terreni, te ne renderò di celesti. 
Mi dài beni temporali, ti renderò beni eterni. 
A te renderò te stesso quando avrò restituito te a me.

Sant'Agostino






Vangelo Mt 6, 19-23

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non accumulatevi tesori sulla terra, dove tignuòla e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulatevi invece tesori nel cielo, dove né tignuòla né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché là dov'è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore.
La lucerna del corpo è l'occhio; se dunque il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce; ma se il tuo occhio è malato, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!».


Il Commento
Lo sguardo scruta ciò che il cuore suggerisce. Sempre. Gli occhi cercano il tesoro del cuore. Senza posa, affannati, guardiamo, fissiamo, sogniamo. Un tesoro luminoso accende lo sguardo di pace e di letizia. Inconfondibile è lo sguardo di chi vive in Dio. Trasfigurato. Reca le tracce splendenti del Cielo. Gli occhi innamorati di Cristo ne riflettono la mitezza. Ed ogni mossa, ogni parola, ogni passo parlano di Lui. E oggi, noi, dove abbiamo il nostro tesoro? Da che cosa è attirato il nostro sguardo? Per chi palpita il nostro cuore? Per chi o per che cosa stiamo accumulando? Gli sforzi, il lavoro, gli affetti. Se non sono per il Cielo, sono irrimediabilmente per la terra. Per la corruzione. 



Chi vive per Dio vive per l’eternità, ed ogni aspetto della vita, anche il più semplice e apparentemente insignificante, reca il segno dell’incorruttibile amore. Chi vive per se stesso, solo per questa vita, è già roso dai vermi, le cose, gli amori, sfuggono e i ladri sono già alla porta pronti a scassinare. E lo sguardo, come quello di Caino, si fa torvo. E le parole, e gli atti si impregnano di sfiducia, di rancori, di tristezza inrancidita. Ma no, i nostri occhi sono fatti per Lui, il nostro cuore attende Lui. Il Signore Gesù. La nostra vita. Il nostro tesoro. L’amore che dà luce e pace. Lui, per noi. Noi per Lui. Oggi. Sempre.


Sant’Agostino (354-430), vescovo d'Ippona (Africa del Nord) e dottore della Chiesa
Discorso 123

« Accumulatevi tesori nel cielo »

Tu che sei? Ricco, o povero? Molti mi dicono: Sono povero, e dicono il vero. Riconosco povero chi possiede qualcosa, riconosco povero anche l'indigente. Ma c'è chi possiede in abbondanza oro e argento. O se si riconoscesse povero! Si riconosce povero chi si accorge di avere accanto a sé un povero. Com'è? Per molto che tu voglia avere, chiunque ricco tu sia, sei il mendìco di Dio.

Si viene all'ora della preghiera... Tu chiedi. Come, non sei povero tu che chiedi? Aggiungo di più: chiedi pane. Non sei forse sul punto di dire: “Dacci il nostro pane quotidiano” ? Tu che chiedi il pane quotidiano sei povero o ricco? Eppure Cristo ti dice: Dammi di ciò che ti ho dato. Che hai portato con te quando sei venuto al mondo? Quaggiù hai trovato esistente tutto ciò che ho creato. Niente hai recato, nulla porterai via di qui. Per quale ragione non mi doni del mio? E' perché sei ricco, mentre il povero è privo di tutto. Considerate all'origine la vostra vita: entrambi veniste alla luce nudi. Anche tu perciò nascesti nudo. Trovasti qui molte cose: recasti con te qualcosa? Ti chiedo del mio: dammi ed io ti rendo.

“Hai avuto in me il donatore, rendimi presto debitore... Mi dai poco, renderò di più. Mi dài beni terreni, te ne renderò di celesti. Mi dài beni temporali, ti renderò beni eterni. A te renderò te stesso quando avrò restituito te a me”.




Nessun commento: