Per questo occorre tornare ad annunciare con vigore e gioia
l’evento della morte e risurrezione di Cristo,
cuore del Cristianesimo,
fulcro portante della nostra fede,
leva potente delle nostre certezze,
vento impetuoso che spazza ogni paura e indecisione,
ogni dubbio e calcolo umano.
Benedetto XVI, Omelia a Verona, 1985
Lc 12,8-12
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio.
Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato.
Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire».
IL COMMENTO
La parresia è un frutto dello Spirito Santo. E' la forma di esistere di chi è rinato in Cristo. Non può non riconoscere Cristo davanti agli uomini perchè Cristo è vivo in lui. Rinnegarlo significherebbe rinnegare la sua opera in lui, la menzogna più grande, l'apostasia, la bestemmia contro lo Spirito Santo. Essa è imperdonabile perchè chi rinnega Cristo si pone liberamente al di fuori del perimetro, infinitamente grande della sua misericordia. Eppure, ed è il mistero della libertà, resta pur sempre un perimetro. Se così non fosse, la vita, a maggior ragione quella degli apostoli, sarebbe un grigio teatro, una finzione insopportabile. La bestemmia contro lo Spirito Santo nasce sempre dal lievito dei farisei che è l'ipocrisia. Molto prima delle parole si rinnega il Signore nel cuore, indurendolo di fronte al suo amore, alle innumerevoli prove della sua fedeltà. SI rinnega Cristo bestemmiando la propria storia, l'elezione, la primogenitura, questa vita che abbiamo oggi tra le mani. Ipocrisia, rinnegamenti e bestemmie contro lo Spirito Santo sono parenti strettissimi, griffe inconfondibili del demonio. Vivere ipocritamente è rinnegare Cristo, maledire l'opera del Padre, chiudere la porta allo Spirito Santo.
E' interessante notare che le dure parole di Gesù sui farisei e i dottori della Legge sono pronunciate durante il suo viaggio a Gerusalemme, nel contesto della missione della Chiesa. Gesù venuto per dare testimonianza alla Verità. Tutta la sua vita è stata immersa nella parresia, la libertà di chi non difende nulla perchè doveva annunciare l'unica Verità capace di salvare l'uomo. Altro che compromessi, strategie, trucchi e comitati; altro che pre-occupazioni snervanti su come e che cosa dire o fare. In Lui era lo Spirito a parlare, ad annunciare ai poveri la liberazione, ai ciechi e agli zoppi la guarigione. Non aveva tempo, era come il vento, libero, senza vincoli affettivi. Niente ipocrisie, solo la pura Verità: sì sì, no, no, perchè il di più viene dal maligno. Sapeva che lo aspettavano i tribunali, i giudizi, le torture e la Croce. Sapvea e per questo era giunto sino all'ora di dare la sua vita, sino alla fine. Era davanti al Sommo Sacerdote che doveva arrivare, e lì, con parresia, giocarsi la vita perchè il mondo avesse la vita.
Tutti noi siamo chiamati a vivere la stessa vita, immersa nel soffio ardente dello Spirito, la vita di Cristo. Ci attendono sinagoghe, magistrati e autorità: a scuola, al lavoro, al supermercato, perchè ovunque il mondo aspetta di sapere se davvero in noi vive il Figlio di Dio, se Cristo è risorto. E' questa l'unica notizia per cui vale la pena vivere, rinnegare ogni cosa, perdere onore e reputazione, denaro e amici, restare soli come Lui, crocifissi con Lui perchè questa generazione lo incontri e sia salva nel suo Nome. Tutto, ma proprio tutto il resto, è aria fritta, parole vuote, ipocrisia satanica a chiudere le porte al Vangelo.
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