Sabato della XXXIV settimana del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Luca 21,34-36
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra.
Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».
IL COMMENTO
Una corsa e il cuore affannato. Il tempo scivolato e le pagine del calendario staccate e stracciate. Giorni, mesi, anni inanellati e tanto sudore, tanta stanchezza. Ubriachi di cose, di persone. Appuntamenti, vacanze, lavoro, ospedali, banche, strade, traffico, autobus e metropolitane. Un vortice davanti ai nostri occhi, diapositive sparate sul muro a velocità forsennata. E noi affannati, mendicando un po' di riposo. Gli istanti vissuti dissipati ed evaporati. Tutto è fumo, tutto è vanità. Non sono questi i pensieri che ci visitano, queste le sensazioni, questa l'esperienza della nostra vita? E quanti ragazzi sempre più giovani, nell'assoluta incapacità di soffrire, dribblano gli ostacoli della vita come in preda ad un acido mortale. Drogati di fretta e di impegni, ubriachi di passioni e i giorni dissipati tra mille piccole o grandi cose che ci svaniscono tra le mani.
Ma tutto di noi reclama l'eterno, qualcosa che ci strappi dall'ineluttabile fine d'ogni cosa. Non siamo nati per ridurci in larve abbandonate tra un esperimento e un altro di felicità e di pace. Siamo nati per vivere, e vivere eternamente. Il demonio ci ha ingannati fin dentro, illudendoci con mezze verità, sferrandoci pugni precisi che ci lasciano ogni giorno più tramortiti, codì che gli eventi difficili, luttuosi della vita ci sorprendono sempre disarmati, e ci travolgono come un laccio.
Ma il Signore s'è fatto uomo per noi. Lui è con noi, e ogni giorno viene per donarci la vita in abbondanza, perchè essa sia piena, e non un'illusione. La vita non è un surrogato, è, nella croce e nella sofferenza, tra i dolori spesso lancinanti dei chiodi che ci trafiggono, una meravigliosa avventura d'amore il cui linguaggio innamorato è una pregiera incessante, il cuore desto perchè abbandonato senza riserve tra le braccia del Signore. Vegliare e pregare per non essere sorpresi, per entrare nel letto d'amore preparato ogni giorno per noi. La nostra vita, la storia quotidiana che è un diadema d'amore. Dove ogni istante profuma d'eterno. La nostra forza è la sua forza, il nostro cammino e dentro i Suoi passi. oggi e ogni giorno comparire felici davanti ai suoi occhi colmi di misericordia. sino all'ultimo e definitivo giorno che non avrà tramonto, il giorno del nostro natale. Lui ci ha preparato un posto di felicità eterna. Ogni giorno ci prende per mano per accompagnarci. Stringergli forte la mano è pregare, la nostra vita consegnata al Suo amore.
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