2 Ottobre. Santi Angeli custodi




Gli angeli hanno cura della nostra salvezza 
e la procurano con diligenza,
ma senza ansia, apprensione e fretta;
la cura e la diligenza sono espressione della loro carità,
mentre l'ansia, l'apprensione e la fretta
sarebbero contrarie al loro stato di beatitudine;
poichè la cura e la diligenza possono essere compagne della serenità 
e della pace dello spirito;
non così l'ansia, la preoccupazione, e ancor di meno,
l'angustia precipitosa.

San Francesco di Sales, Filotea, III, X.



Mt 18,1-5.10

In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?». 
Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me. Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli».


IL COMMENTO

Il più grande dei comandamenti, il più grande nel Regno dei Cieli... Chi seguiva e si avvicinava al Signore non aveva molta fantasia. Come il cuore di ciascuno di noi, monotono e sempre in cerca di qualcosa per cui appassionarsi, risultati, misure da esibire, cifre e numeri a stabilire il perimetro della propria presenza: più "conti" e più sei grande, e addio paura della fine... Dietro a questa frenesia di sapere chi e che cosa sia il più grande, si cela infatti l'interrogativo al quale nessuno sa rispondere: esiste il Cielo o finisce tutto qui? Gesù ci conosce e così, invece di rivelare chi sia il più grande, indica un cammino e una soglia che annunciano l'unica risposta che conta: il Cielo esiste, e possiamo entrarvi. Ma occorre convertirci e abbandonare i criteri adottati sinora. Eh sì, perché nel Regno dei Cieli si entra solo se si diventa tanto piccoli da passare inosservati. 

Impossibile. In ricerca perenne di affetti, gratificazioni e stima che ci "ingrassino" al punto che nessuno ci possa togliere dalla scena, neanche sappiamo da dove cominciare per "dimagrire"... Ci abbiamo provato forse, fallendo miseramente. Da soli non ce la facciamo, perché l'uomo, "nel suo amore verso il bene, è indebolito da molte passioni che si trovano nella sua anima. E' quindi necessaria all'uomo la custodia degli angeli" (San Tommaso d'Aquino). Il loro sguardo infatti è fisso sul volto del Padre nel quale riconoscono il riflesso di ogni suo figlio. Gli angeli ci vedono già in paradiso, per questo possono accompagnarci lungo il cammino di ritorno a casa. Sanno persuaderci come fecero con il figlio prodigo, ricordandoci la nostra dignità; ci custodiscono distogliendoci dalla menzogna dell'orgoglio, perché nessuno di noi abbia più a disprezzarsi. La nostra vita è quella di Gesù! 



Preghiera di Origene all'angelo custode 

Angelo, vieni.
Accogli l'uomo vecchio che si è convertito
dal suo passato errore,
dalla dottrina dei demoni,
dalla malvagità che fa parlare altezzosamente.
Ed accostandoti, come un medico benefico,
sostienilo e ammaestralo : è ancora un bambino!
E' come se nascesse oggi questo vecchio
e ritorna bambino colui che, appena poco fa, era vecchio.
Quando te ne sarai preso cura,
conferiscigli il battesimo della seconda nascita *,
e chiama altri perchè cooperino al tuo ministero,
affinchè tutti insieme avvìate alla fede
colui che nel passato visse nell'inganno.

(Omelie su Ezechiele 1, 7)


Padre Pio e gli angeli custodi

Il tuo angelo custode vegli sempre su di te, sia egli il tuo condottiero che ti guidi per l'aspro sentiero della vita; ti custodisca sempre nella grazia di Gesù, ti sostenga con le sue mani affinché tu non dia del piede in qualche sasso; ti protegga sotto le ali sue dalle insidie tutte del mondo, del demonio e della carne. Come è consolante il pensiero che vicino a noi sta uno spirito, il quale dalla culla alla tomba non ci lascia mai un istante, nemmeno quando osiamo di peccare. E questo spirito celeste ci guida, ci protegge come un amico, un fratello. Ma è oltremodo consolante il sapere che quest'angelo prega incessantemente per noi, offre a Dio tutte le buone azioni e opere che compiamo, i nostri pensieri, i nostri desideri, se son puri. Abbilo sempre davanti agli occhi della mente, ricordati spesso della presenza di quest'angelo, ringrazialo, pregalo, tienigli sempre buona compagnia. Apriti e confida a lui i tuoi dolori; abbi continuo timore di offendere la purezza del suo sguardo. Sappilo e fissalo bene nella mente. Egli è così delicato, così sensibile. A lui rivolgiti nelle ore di suprema angoscia e esperimenterai i di lui benefici effetti (E III, 82-83). 

(…) Quanto consola il sapersi di essere sempre sotto la custodia di un celeste spirito, il quale non ci abbandona nemmeno (cosa ammirabile!) nell'atto che diamo disgusto a Dio! Di chi dunque può temere l'anima devota avendo sempre con sé un sì insigne guerriero? O non fu egli forse uno di quei tanti che assieme all'angelo san Michele lassù nell'empireo difesero l'onore di Dio contro satana e contro tutti gli altri spiriti ribelli ed infine li indussero alla perdita e li relegarono nell'inferno? Ebbene, sappiate che egli è ancor potente contro satana e i suoi satelliti, la sua carità non è venuta meno, né giammai potrà venir meno dal difenderci. Invocate spesso questo angelo custode, quest'angelo benefico, ripetete spesso la bella preghiera: "Angelo di Dio, che sei custode mio, a te affidato dalla bontà del Padre celeste, illuminami, custodiscimi, guidami ora e sempre". Qual sarà la consolazione quando, al momento della morte, l'anima vostra vedrà quest'angelo sì buono che vi accompagnò lungo la vita e fu sì largo di cure materne? (E II, 403-405) 




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