8 dicembre. Solennità dell'Immacolata Concezione della Vergine Maria




Il mistero dell’Immacolata Concezione è fonte
 di luce interiore, di speranza e di conforto. 
In mezzo alle prove della vita 
e specialmente alle contraddizioni
 che l’uomo sperimenta dentro di sé e intorno a sé, 
Maria, Madre di Cristo, ci dice
 che la Grazia è più grande del peccato, 
che la misericordia di Dio è più potente del male
 e sa trasformarlo in bene.

Benedetto XVI, Angelus, 8 dicembre 2010




Lc 1,26-38 

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe.
La vergine si chiamava Maria.
Entrando da lei, disse: “Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te”. A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”.
Allora Maria disse all’angelo: “Come è possibile? Non conosco uomo”. Le rispose l’angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio”.
Allora Maria disse: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. E l’angelo partì da lei.


Il commento

Come per qualunque altro evento, quel giorno a Nazaret non fu tutto per caso; una storia che sgorgava dall'eternità si destava nella casa di una ragazza, apparentemente, come tante altre, ma, segretamente, concepita senza peccato originale perché tutto, ma proprio tutto di Lei fosse per il Signore. Verosimilmente, Ella non ne sapeva nulla, come nulla si sa di Lei, prima di quel giorno "durante il sesto mese della gravidanza di Elisabetta" sua cugina. Silenzio assoluto sui suoi pensieri, i desideri, le ansie, le speranze. Nulla sino a quando, improvvisamente, appare Gabriele ad "una ragazza di nome Maria, promessa sposa di Giuseppe". Un nome e un abbozzo di futuro, un progetto di vita, e all'improvviso, tra le ore d'una normalissima vita d'una normalissima ragazza di Galilea irrompe Dio: "Tu sarai la madre del Figlio di Dio", la madre dell'atteso di tutto Israele. Ma "come è possibile", Maria non è ancora sposata, tuttavia non vive con Giuseppe. Ma per Dio nella è impossibile, non c'è nulla da temere, Egli l'ha colmata di Grazia, Immacolata per l'Immacolato. Una storia senza inizio né fine che si fa carne in quell'istante, senza preavvisi. Sino ad allora era stato solo un appuntamento segnato sul taccuino di Dio, un segreto serbato nel cuore dell'Altissimo. Una notizia e il mondo cambia e vira la storia, Dio si fa Uomo nel seno d'una donna. Solo una Parola: "Sarai Madre. E il Figlio sarà Dio. E salverà il mondo". Nessun accenno su quel che Maria dovrà fare, pensare, cambiare, attuare. Gabriele le annuncia quel che sarà, non quel che dovrà fare.  L'incarnazione dell'annuncio darà vita a  nuovi pensieri, desideri, criteri, e Maria farà quel che sarà, la Madre del suo Figlio, sino alla Croce, dove una spada le trapasserà il cuore. Quello che era stato nella volontà eterna di Dio si coagula in quella Fanciulla, che da allora sarà sempre con il Figlio. Salvata da sempre per il Salvatore, Corredentrice del Redentore, Tutta pura del tutto Puro, Maria per Gesù..

E noi siamo il frutto sbocciato in quell'incontro, la nostra vita sgorgata dallo stesso seno. Tu ed io tra Maria e Gesù, per Maria e Gesù, mentre é fissato anche per noi un appuntamento. I nostri nomi, infatti, sono, da sempre, sull'agenda di Dio, le nostre vite percorse da un'attesa, anche se non ne siamo consapevoli, proprio come fu per Maria. Le giornate, le settimane, i mesi, gli anni scorrono dentro una storia di gioie e di dolori e, diversamente da Maria, di peccati, perché noi non siamo immacolati. Pesano le conseguenze dell'originale peccato, e la carne grava sulle nostre esistenze con un peso spesso insopportabile, schiavi d'un padrone che tiranneggia pensieri, cuore e azioni. Ma, all'improvviso e senza preavviso, ecco un annuncio. Ma come, nessuno ci ha avvisati, il mondo, la scuola, il lavoro, la cultura, ci avevano lasciati mendicanti sul ciglio d'una strada sperando un po' d'amore e qualcosa per non morire di fame. Lavoro, famiglia, viaggi, svaghi, sport, studio, cose, tutto per sentirsi vivi, e accorgersi d'essere quasi morti. E Lui appare all'improvviso, e in quell'istante cambia la vita. Il suo sguardo, le sue parole, poche, come quelle rivolte a Zaccheo: "Scendi, oggi mi fermo a casa tua", in quest'oggi che porta dentro tutti i nostri oggi passati. Quest'oggi partorito dai tanti ieri gravidi di un futuro incerto, è l'inizio d'un domani nuovo. Come la Croce è il seno glorioso della Risurrezione, e la morte in Cristo non è altro che l'utero benedetto della Vita che non muore. Cristo in noi, e tutto quello che è stato, i pezzi di storia passata, sconnessi, stonati, confusi, brillano di luce nuova. Tutto diviene armonico, ogni istante come la nota esatta sullo spartito di una incomparabile sinfonia; nulla fuori posto, anche se fino ad un istante fa sembrava tutto in disordine, senza capo né coda: tutto di noi era per Lui, da sempre, perché vi era il suo disegno dentro la nostra storia. Nell'Immacolata concezione di Maria c'era anche la nostra vita, impura eppure immacolata, una tela di peccati già gravidi di misericordia. La sua Grazia giunge a noi grazie ad un appuntamento, dove un annuncio ci dona la salvezza, la pace, la gioia. Siamo suoi, e questo è tutto. E' festa oggi. L'Immacolata Concezione ci svela il segreto d'un dogma arcano: come Lei e per Lei siamo di Gesù. Tutto di noi è per Lui. Ogni cellula della nostra esistenza, ogni secondo è colmo di senso, orientato alla pienezza di Cristo in noi. Nulla è perduto, nulla è annoiato. Tutto è santo, eletto, sigillato per Lui. Tutto in noi prepara il parto benedetto; quell'istante che s'affaccia sulle nostre giornate, un insulto, una malattia, un fallimento, perché le nostre notti sono i gusci dove si cela la luce di Cristo pronta ad illuminare le tenebre del mondo, come la carne di Maria custodiva Cristo per donarlo ad ogni uomo. Ella é per noi il cammino che ci riconduce alla libertá; in Lei possiamo, giorno dopo giorno, vedere purificati i cuori e le intenzioni, perché possano tornare ad essere immacolati, consegnati a Cristo, come strumenti d'amore. 




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