Beato John Henry Newman. Martiri incapaci di confessare il nome di tuo Figlio, eppure glorificati dalla sua nascita



È veramente giusto che celebriamo la morte di questi santi innocenti, perché essa era proprio santa. Quando gli eventi ci avvicinano a Cristo, quando soffriamo per Cristo, è sicuramente un privilegio indicibile – qualunque sia la sofferenza, anche se sull'istante, non siamo coscienti di soffrire per lui. Neanche i bambini che Gesù ha preso in braccio potevano comprendere sull'istante di quale mirabile condiscendenza erano oggetto, eppure questa benedizione del Signore era proprio un privilegio. Nello stesso modo, il massacro dei bambini di Betlemme funge per loro da sacramento ; era il pegno dell'amore del Figlio di Dio per coloro che hanno subìto questa sofferenza. Quanti si sono avvicinati a lui hanno sofferto, chi più chi meno, dal fatto stesso di questo contatto, come se emanasse da lui una forza segreta che purifica e santifica le anime attraverso le pene di questo mondo. Così successe per i santi innocenti.

Veramente, anche la sola presenza di Gesù funge da sacramento : ogni suo atto, ogni suo sguardo, ogni sua parola comunica la grazia a coloro che accettano di riceverli – e tanto più a coloro che accettano di divenire i suoi discepoli. Dall'inizio della Chiesa dunque un tale martirio è stato considerato una forma del battesimo, un vero battesimo di sangue, che ha la stessa efficacia sacramentale dell'acqua che rigenera. Siamo quindi invitati a considerare questi bambini dei martiri e a trarre giovamento della testimonianza della loro innocenza.

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