Martedì della I settimana del Tempo di Avvento


E c'è l'altro modo di usare la ragione, 
di essere sapienti, 
quello dell'uomo che riconosce chi è
riconosce la propria misura e la grandezza di Dio, 
aprendosi nell'umiltà alla novità dell'agire di Dio. 
Così, proprio accettando la propria piccolezza, 
facendosi piccolo come realmente è, arriva alla verità
In questo modo, anche la ragione può esprimere tutte le sue possibilità, 
non viene spenta, ma si allarga, diviene più grande.

Benedetto XVI




Dal Vangelo secondo Luca 10,21-24. 

In quello stesso istante Gesù esultò nello Spirito Santo e disse: «Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così a te è piaciuto. 
Ogni cosa mi è stata affidata dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare». 
E volgendosi ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. 
Vi dico che molti profeti e re hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, ma non lo videro, e udire ciò che voi udite, ma non l'udirono». 


Il commento

La nostra piccolezza è la gioia del Signore. Molto di più: Lui esulta per il mistero di una rivelazione riservata ai piccoli. Questo Vangelo è un'autentica bomba. Sconvolge ogni criterio, azzera la sapienza della carne. Il Padre ha voluto rivelare aipitocchi "queste cose", i misteri del Regno, suo Figlio stesso, la Verità unica che fonda la vita, la storia, il passato, il presente, il futuro. A quelli che scorrono anonimi nella storia, quelli di cui nessuno si accorge, gli ultimi. Ad essi è rivelato il Regno dei Cieli. La beatitudine più grande, quella posta come incipit del Discorso della montagna: Beati i poveri perchè di essi è il Regno dei Cieli. Ai piccoli è concesso di vedere e udire quello che neanche ai Profeti e ai Re è stato dato. I piccoli vedono e ascoltano Cristo. E Lui esulta di gioia perchè si può donare totalmente a loro, che nulla hanno in questa vita, nulla.

Non si tratta solo di povertà economica. E' l'assoluta indigenza spirituale, umana, affettiva, ancor prima che quella materiale. La piccolezza che al nascere ci accomuna tutti e contro la quale, in diversi modi, lottiamo senza tregua. Non possiamo accettare di essere disprezzati, non compresi, rifiutati. Ci è impossibile accettare d'essere quel che siamo, tutto intorno e dentro di noi ci spinge a superare i nostri limiti. Nessuno che ci abbia detto che proprio nell'indigenza e nella totale precarietà che ci definisce è nascosto il segreto dell'unica beatitudine. Il risultato è sotto i nostri occhi. A livello planetario come a livello familiare, come a quello della nostra personale esistenza. Della felicità, quella vera che nulla può togliere, non vi è traccia. Ma oggi, in questo inizio di Avvento, la gioia prorompente di Gesù vuole raggiungerci e contagiarci, assorbirci nella verità che ci può rendere davvero liberi. Piccolezza infatti è sinonimo di verità. Siamo piccoli, nudi e bisognosi di tutto: ci svegliamo dal sonno ed è esattamente come quando siamo nati. Fragili, incapaci di tutto, capaci solo di piangere e strillare. Ovvio che non si tratta delle capacità umane, dell'abilità nel lavoro, in cucina o dove sia. Siamo incapaci di amare al di là della morte, di offrire senza condizioni la nostra vita, di consegnarla a chi ci vuole male. "Senza di me non potete fare nulla", e Gesù non scherzava. 

Ma se non possiamo amare sino alla fine, oltre il limite imposto dalla carne, siamo morti, il veleno della corruzione sta già infettando le nostre cellule; chi non ama rimane nella morte scrive San Giovanni. La storia concreta che viviamo è il purissimo amore con il quale il Padre provvede alla nostra felicità; sì, proprio tutto quello che sembra distruggerci è invece la fonte della gioia incorrotta. E' questa la bomba contenuta nelle parole di Gesù. I discepoli erano appena tornati dalla missione, inviati come pecore in mezzo ai lupi, nudi e senza denaro, alla mercè del mondo. Avevano annunciato il Vangelo, avevano portato agli uomini il Regno ricevuto in dono. Un Regno che non ha confini, la cui unica legge, l'unico alimento, l'unica atmosfera è l'amore infinito di Dio. Un Regno che viene dal Cielo, il destino ultimo di ogni uomo consegnato ai più piccoli e inutili uomini della terra. Al vederli tornare Gesù esulta nello Spirito santo. Così come esulta al nostro ritorno quotidiano dalle fatiche e dai travagli del lavoro, della scuola, della famiglia. Piccoli e indifesi siamo gettati nel mondo come neonati, perchè nel mondo appaia l'impensabile: un amore senza condizioni, donato e basta. L'unica verità, l'unico approdo, l'unica beatitudine.

Piccoli. Essere quello che siamo. A questo siamo chiamati! Senza artifici, mendicanti di tutto per poter vivere. Figli. Perchè piccoli. Cultura, idee, immaginazioni, ideali. Nulla, solo una "mediocrissima quotidianità", la nostra vita di ogni giorno, nascosta alle cineprese dell'effimero, nota solo al Padre che vede nel segreto. La vita nascosta con Cristo in Dio, la vita nostra. I sospiri, le lacrime, i dolori, le ansie, le preoccupazioni, l'apparente inutilità di cose sempre uguali, la stessa fermata dell'autobus, le stesse scartoffie, gli stessi libri, gli stessi banchi al mercato. E partorire figli, educarli sui cammini della fede, lavorare per sostenerli, o restare legati ad una missione a volte impossibile, la fedeltà nascosta di ore consumate nell'ombra. Piccoli, inutili. Cuccioli bagnati ai lati delle strade delle storia.

Se questa è oggi la nostra realtà, rallegriamoci. Sono per noi i segreti di Dio, l'intimità preparata per chi non ha nulla di cui gioire e godere, la prossimità di chi, un "nulla" per il mondo, eredita ogni istante il Regno dei Cieli. Piccoli per stare nel cuore di Cristo, mite ed umile di cuore. Piccoli per esser ricolmi di Lui. E in Lui, ogni piccolezza, ogni evento che ci fa insignificanti, che ci nasconde alla platea della storia, che ci umilia, che ci rende poveri e mendicanti, ogni istante che ci fa piccoli è pura grazia, un dono del Cielo. Una carezza del Signore che ci fa, ogni vlta, più vicini, più Suoi. Ogni istante un passi in più sui sentieri del Cielo. E beati i nostri occhi, che vedono il Suo volto, l'unico capace di saziare ogni nostro desiderio, al di là d'ogni immaginazione.

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