"Neanche io ti condanno"
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L'ANNUNCIO |
Ma all'alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava.
Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, gli dicono: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?».
Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra.
E siccome insistevano nell'interrogarlo, alzò il capo e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei».
E chinatosi di nuovo, scriveva per terra.
Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi. Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo.
Alzatosi allora Gesù le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed essa rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù le disse: «Neanch'io ti condanno; va e d'ora in poi non peccare più».
(Dal Vangelo secondo Giovanni 8, 9-11)
V Domenica di Quaresima (Anno C). Percorso esegetico
V Domenica del Tempo di Quaresima (Anno C). Commenti patristici
S. Agostino. La donna adultera.
Giovanni Paolo II, Omelia nella V domenica di quaresima anno C
αποφθεγμα Apoftegma
Queste parole sono piene della forza disarmante della verità,
che abbatte il muro dell’ipocrisia e apre le coscienze a una giustizia più grande,
quella dell’amore, in cui consiste il pieno compimento di ogni precetto.
Benedetto XVI
Queste parole sono piene della forza disarmante della verità,
che abbatte il muro dell’ipocrisia e apre le coscienze a una giustizia più grande,
quella dell’amore, in cui consiste il pieno compimento di ogni precetto.
Benedetto XVI
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