Solennità di Pentecoste. Anno B



Vittoriosi nello Spirito Santo





αποφθεγμα Apoftegma

Quel vento mondava i cuori dalla paglia carnale; 
quel fuoco bruciava il fieno dell'antica concupiscenza; 
quelle lingue, nelle quali si esprimevano 
coloro che erano stati riempiti dallo Spirito Santo, 
preannunziavano la Chiesa che sarebbe stata presente 
nelle lingue di tutti i popoli. 
Perché ciò che la discordia aveva disperso venisse raccolto dalla carità 
e le membra sparpagliate del genere umano, 
come le membra di un unico corpo, 
venissero riunite, ben compaginate, all'unico capo, Cristo, 
e si fondessero col fuoco dell'amore in un unico corpo santo.

S. Agostino





Oggi, Solennità di Pentecoste, come al fischio finale dell’ultima partita del campionato appena vinto dalla propria squadra, il Popolo di Dio celebra la vittoria definitiva di Gesù sulla morte ed il peccato. E davvero il suo, giocato alla testa degli Apostoli suoi fratelli, è stato un campionato difficile tra tentazioni, umiliazioni e rifiuti. Una stagione agonistica profilatasi come un processo a Gesù sin dalla prima giornata, da quando cioè era ancora nel grembo di Maria, e culminato con un giudizio iniquo che lo ha condannato alla morte più infamante.

Abbiamo assistito, infatti, a un finale di campionato decisivo, con partite giocate senza esclusione di colpi: l’ “avversario” (il demonio) ha giocato sporco ad ogni intervento, difendendosi con violenza per non perdere i punti che aveva conquistato ingannando con menzogne e sofismi l’intera umanità. Ha usato schiaffi, sputi, insulti per disonorare Gesù,  flagelli e spine per fiaccarne le forze, e infine i chiodi per appenderlo alla Croce.

Sembrava proprio che il demonio avesse vinto mentre Gesù, rimasto solo, non poteva più far nulla per rovesciare le sorti della sua squadra. Uno ad uno tutti si erano sottratti alla battaglia, nessuno che lo aiutasse tranne sua Madre e quel giovane discepolo impaurito. E invece proprio in quell’ultimo momento, invisibile agli occhi degli spettatori, ecco la giocata del Campione capace di mutare il corso di una gara ormai segnata.

Il sospiro con cui Gesù “consegnava lo Spirito” dopo aver implorato il “perdono” per i suoi assassini che “non sapevano quello che facevano” dava “compimento” a “tutto” il campionato, esattamente come suo Padre gli aveva insegnato negli allenamenti svolti nell’intimità segreta della preghiera. Quell’ultimo alito di vita traduceva in quel campo insanguinato lo schema che il Padre, allenatore sapiente e geniale, aveva pensato sin dal giorno del primo peccato di Adamo ed Eva.

Era scritto in ogni profezia e preparato durante la lunga storia d’amore di Dio con il suo Popolo: lo “Spirito eterno” disceso su Gesù durante il battesimo nel Giordano per spingerlo nel duro agone della sua missione, e che lo aveva condotto come un agnello muto al macello per “offrire se stesso senza macchia a Dio”, sarebbe dovuto affiorare sulle sue labbra proprio in quel momento lì, imporporato dal suo sangue, a “purificare la nostra coscienza dalle opere morte per servire il Dio vivente”.

Con un gesto che nessuno avrebbe potuto immaginare, Gesù ha segnato il gol decisivo; come un fuoriclasse che sembra avere il pallone incollato ai piedi, infatti, con una serie di dribbling incredibili, il Signore ha portato lo Spirito Santo che dimorava nella sua carne sin dentro la porta della morte dove giaceva la nostra carne. Solo così, infatti, poteva segnare il gol che ci liberasse dal sepolcro dove la nostra vita era imprigionata nella sconfitta.

Gesù doveva saltare l’ “avversario” che cercava di impedirgli di salvarci ridonando lo Spirito Santo alle nostra ossa inaridite, ora con i pensieri mondani di grandezza o di tristezza, ora con il disprezzo di noi stessi e degli altri, ora con le concupiscenze, con le invidie, le gelosie, i rancori, l’avarizia, la maldicenza, l’idolatria.

Sì fratelli, per perdonare i nostri peccati e risuscitarci con Lui, Gesù doveva morire con la sua carne dentro la morte della nostra carne e così far scendere su di essa il suo Spirito vivificante: “Lo Spirito Santo discende nel cuore stesso del sacrificio che viene offerto sulla Croce, e lo consuma col fuoco dell'amore”. Per questo, “ai suoi discepoli riuniti nel cenacolo Gesù dice: "Ricevete lo Spirito Santo" e lo comunica quasi attraverso le ferite della sua crocifissione, mostrando loro le mani e il costato” (San Giovanni Paolo II).

Coraggio allora, perché oggi termina il campionato del Signore e vuole farti partecipe della sua vittoria. Il suo trofeo, infatti, è lo Spirito Santo conquistato dalla sua carne gettata nella tua morte e risuscitata per perdonarti e strapparti al peccato. Gesù ha vinto perdendo tutto agli occhi del mondo, perché la tua ennesima sconfitta fosse trasformata nel “principio” di una vita nuova dal quale iniziare a “stare con Gesù” per “camminare secondo lo Spirito”.

Sì fratelli, come durante l’anno giubilare prescritto profeticamente nell’Antico Testamento, oggi, “cinquanta giorni” dopo la Pasqua, si azzera tutto e si può cominciare di nuovo: “Dichiarerete santo il cinquantesimo anno e proclamerete la liberazione nel paese per tutti i suoi abitanti. Sarà per voi un giubileo; ognuno di voi tornerà nella sua proprietà e nella sua famiglia" (Lv 25, 10).

Nel miracolo della misericordia che cancella ogni debito, pur avendo tradito il Signore come gli Apostoli, possiamo tornare tra coloro che “sono stati con Lui sin dal principio”. Gesù non ha mai divorziato da noi, ma è morto ed è risorto per offrirci il Giubileo nel quale “tornare nella famiglia” che avevamo perduto, facendo di tutta la nostra storia, comprese le cadute e i tradimenti, un unico cammino immerso nel suo amore.

E’ fantastico fratelli, il “battesimo nello Spirito Santo” è un mistero di rigenerazione che il mondo non conosce. E che, con tutta probabilità, anche noi stentiamo a comprendere, come gli Apostoli riuniti nel Cenacolo continuavano a non capire nulla, esattamente come coloro che avevano condannato a morte Gesù “perché non sapevano quello che facevano”. Non avevano ancora ricevuto, infatti, lo “Spirito di Verità che li avrebbe guidati alla Verità tutta intera”. Speravano tuttavia che Gesù risorto facesse di quei quaranta giorni nei quali pure “si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio”, il “tempo nel quale avrebbe ricostruito il Regno di Israele”.

Anche noi non immaginiamo la novità che porta con sé lo Spirito Santo. Certo, durante questo Tempo Pasquale abbiamo sperimentato la vittoria di Gesù sulla morte, lo abbiamo ascoltato parlarci del Cielo e del cammino che ci attende per arrivarci e condurvi questa generazione, ma non abbiamo ancora compreso nulla, e aspettiamo da Lui la solita giustizia umana che “ristabilisca” il nostro regno... Credi che mi stia sbagliando?

Allora pensa un attimo se non stai ancora “seguendo i desideri della tua carne” compiendo qua e là le sue  “opere ben note: fornicazione, impurità, libertinaggio, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere”. No dai, orge proprio no eh… Ah no? Non hai guardato pornografia per masturbarti come una scimmia davanti a quelle scene perverse? Magari mentre tua moglie dormiva, stanca o incinta di otto mesi, oppure chiuso nella tua stanza invece di studiare e fare così la volontà di Dio?

Oppure vediamo, c’è ancora qualcuno che non riesci a perdonare? Tuo marito, tua suocera, il collega? Pensa se per caso non stai mormorando e dubitando perché, avaro e idolatra, non ti bastano i soldi per pagare il mutuo o l’affitto, mentre invidi tuo cugino che gli va sempre tutto bene… “Circa queste cose vi preavviso che chi le compie non erediterà il regno di Dio”, non è entrato cioè nella pace di coloro che stanno già gustando le primizie del Paradiso, ma resta invischiato nel desiderio carnale di realizzare un proprio regno senza problemi, precarietà e sofferenze.

Ma la grande notizia che oggi la Chiesa ci annuncia è che lo Spirito Santo che Gesù ti vuol donare cerca proprio la tua carne ancora “ignorante”, come nel Cenacolo discese su quella ignara degli apostoli. Ma la cerca insieme alla tua obbedienza, per restare nel Cenacolo a Gerusalemme, dove c’è Maria, l’unica senza peccato che non lo ha mai abbandonato.

C’è solo una condizione per accogliere il Soffio di Vita celeste, ovvero restare sotto il manto di fede e misericordia della tua comunità dove sperimentare il Giubileo, profetizzata dall’Arca di Noè nella quale furono salvati i giusti e che non a caso era larga “cinquanta” cubiti; solo in essa, infatti, potremo accettare umilmente di avere ancora una carne debole che “non può portare il peso” delle parole che Gesù può dirci solo attraverso lo Spirito Santo.

Tutti noi, senza la sua “consolazione”, resteremmo schiacciati all’udire che oggi, tra pochissimo, saremo chiamati ad essere “testimoni”, ovvero “martiri” di Cristo? Ma oggi il Signore “ci manda dal Padre lo Spirito Consolatore” che, imbevuto del suo sangue, ci “rende testimonianza” dell’amore infinito di Dio per ciascuno di noi, così come siamo; l’Avvocato che ha fatto scagionare prima Cristo risuscitandolo, e poi ciascuno di noi nel processo con cui il demonio voleva farci condannare all’inferno.

Non senti il “rombo” che scuote le fondamenta effimere della sapienza mondana? Guardati attorno, sta crollando ogni certezza, nella società e nella tua vita. Ma, se davvero sei rimasto nello “stesso luogo” dove “si trovano gli Apostoli”, non aver paura! Come sempre nella storia,  il “rombo” prelude al “vento gagliardo” che si sta per “abbattere” sul demonio che sembra vincere incontrastato. E’ accaduto al Signore, accade alla sua Chiesa, che ne è il sacramento visibile di salvezza sulla terra.

Proprio ora fratelli che vivete situazioni difficili al limite della sopportazione sta scendendo lo Spirito Santo per “riempire tutta la casa dove sei stato chiamato”, ovvero la tua comunità cristiana. Coraggio allora, perché le “lingue di fuoco” stanno già bruciando nell’amore le menzogne che ti hanno rinchiuso nella solitudine dei peccati a parlare sempre e solo la lingua del tuo egoismo che nessuno ha potuto comprendere.

Lasciati “riempire dallo Spirito Santo” che, come accadde sul Sinai, scende a scrivere sulla tavola del tuo cuore la Legge dell’amore per “darti il potere” di Cristo sulla morte, e così “parlare in altre lingue”, quelle di coloro che, fino ad oggi, erano per te “stranieri” con i quali non potevi entrare in comunione.

Quanto tempo è che non ti fai capire da tuo figlio? Ebbene oggi ti “sentirà parlare la sua lingua” per “annunciargli le grandi opere di Dio” nella tua vita, perché possa aprirsi anche lui al potere e all’amore di Dio perché le compia anche in lui. E non solo in lui, ma anche in ciascun abitante di “ogni nazione che è sotto il cielo”.

Lo Spirito Santo, infatti, “prenderà da tutto quello che è del Padre e del Figlio” e lo “annuncerà” a ciascuno di noi: “prenderà” cioè la loro natura e, attraverso la predicazione della Chiesa, la sigillerà nei nostri cuori, per farla “fruttificare” come “amore, nella gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé”. Perché “lo Spirito del Figlio dona a noi la grazia di avere gli stessi sentimenti di Cristo e di amare come egli ha amato, fino ad offrire la vita per i fratelli” (San Giovanni Paolo II).

Per questo oggi puoi sapere le “cose future” che ti aspettano. Lo Spirito Santo, infatti, ti rivela la volontà di Dio che “ha udito da Lui” per spingerti, nella carità di Cristo, a compierla non vivendo più per te stesso ma per Colui che ha dato la vita per te. Così, con la forza dello Spirito Santo, “crocifiggerai la tua carne e i suoi desideri” per annunciare il Vangelo e “rendere testimonianza” a Cristo sino ai confini della terra.



QUI GLI APPROFONDIMENTI
    








L'ANNUNCIO
Atti degli Apostoli 2,1-11. 
Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. 
Venne all'improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. 
Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; 
ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d'esprimersi. 
Si trovavano allora in Gerusalemme Giudei osservanti di ogni nazione che è sotto il cielo. 
Venuto quel fragore, la folla si radunò e rimase sbigottita perché ciascuno li sentiva parlare la propria lingua. 
Erano stupefatti e fuori di sé per lo stupore dicevano: "Costoro che parlano non sono forse tutti Galilei? 
E com'è che li sentiamo ciascuno parlare la nostra lingua nativa? 
Siamo Parti, Medi, Elamìti e abitanti della Mesopotamia, della Giudea, della Cappadòcia, del Ponto e dell'Asia, 
della Frigia e della Panfilia, dell'Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, stranieri di Roma, 
Ebrei e prosèliti, Cretesi e Arabi e li udiamo annunziare nelle nostre lingue le grandi opere di Dio". 



Salmi 104(103),1ab.24ac.29bc-30.31.34. 
Benedici il Signore, anima mia:
Signore, mio Dio, quanto sei grande!
Quanto sono grandi, Signore, le tue opere!
La terra è piena delle tue creature. 

Se togli loro il respiro, muoiono 
e ritornano nella loro polvere. 
Mandi il tuo spirito, sono creati, 
e rinnovi la faccia della terra. 

La gloria del Signore sia per sempre; 
gioisca il Signore delle sue opere. 
A lui sia gradito il mio canto; 
la mia gioia è nel Signore. 




Lettera di san Paolo apostolo ai Galati 5,16-25. 
Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare i desideri della carne; 
la carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste. 
Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete più sotto la legge. 
Del resto le opere della carne sono ben note: fornicazione, impurità, libertinaggio, 
idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, 
invidie, ubriachezze, orge e cose del genere; circa queste cose vi preavviso, come già ho detto, che chi le compie non erediterà il regno di Dio. 
Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; 
contro queste cose non c'è legge. 
Ora quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la loro carne con le sue passioni e i suoi desideri. 
Se pertanto viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito. 



Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 15,26-27.16,12-15. 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza; 
e anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal principio. 
Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. 
Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. 
Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà. 
Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l'annunzierà». 











APPROFONDIMENTI


COMMENTI

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Ratzinger - Benedetto XVI. L'intelletto, lo spirito e l'amore.

Ratzinger - Benedetto XVI. SPIRITO DELLA VITA - SPIRITO NELLA CARNE

F. Manns. Gerusalemme ci ricorda il dono dello Spirito

dom Prosper Guéranger. IL SANTO GIORNO DELLA PENTECOSTE

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Escrivà. Sulla Pentecoste

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P. R. Cantalamessa. Lo Spirito di Verità

Il Consolatore. P. R. Cantalamessa

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Don Divo Barsotti. L'azione dello Spirito Santo nella nostra vita

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JEAN DANIÉLOU. LA MISSIONE DELLO SPIRITO SANTO (Da "IL MISTERO DELLA SALVEZZA DELLE NAZIONI")

Cardinale Newman. PRESENZA DI CRISTO IN COLORO CHE POSSEGGONO IL SUO SPIRITO

STANISLAO LYONNET. IL DONO DELLO SPIRITO SANTO RICEVUTO PER MEZZO DELLA FEDE



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