Mercoledì della XIV settimana del Tempo Ordinario. Commento completo
Gesù chiama a sé i primi operai per la messe del Padre, primizia e profezia dell'opera che Egli stesso compirà; essi sono le fondamenta della Nuova Gerusalemme celeste, la messe riconquistata da Dio, strappata al potere del demonio. Inviati ad annunciare l'avvento del Regno dei Cieli alle pecore perdute di Israele, inaugurano il cammino di ritorno al Padre: "Gesù si rivela come il nuovo Giacobbe. Il sogno del Patriarca, in cui egli vide poggiata accanto al suo capo la scala che raggiungeva il Cielo e sulla quale salivano e scendevano gli angeli di Dio - questo sogno in Gesù è divenuto realtà. Egli stesso è la "porta del Cielo", Egli è il vero Giacobbe, il "Figlio dell'uomo", il capostipite dell'Israele definitivo" (J. Ratzinger - Benedetto XVI, Gesù di Nazaret, Vol. I). Giacobbe è immagine di Dio fatto carne simile a quella di ogni uomo, sino a diventare peccato. Gesù, gemello eletto di un'umanità che ha gettato alle ortiche la propria primogenitura, si è lasciato umiliare nella notte della morte, definitivo Jabbok nel quale ciascuno di noi ha lottato con Dio. Gesù è riemerso dall'oscurità della tomba appoggiato in Dio suo Padre, Israele purificato e circonciso nel cuore, segnato dalle stigmate che hanno trafitto il peccato. Con il femore slogato, claudicante ma libero - le piaghe gloriose della vittoria sul peccato - Gesù è il vero Giacobbe, capostipite dell'Israele rinnovato nel suo mistero di Pasqua. Da Lui e dal suo "sogno profetico" scaturiscono i nuovi dodici figli, i basamenti della Nuova Gerusalemme. Dalla notte di preghiera, di sogni e di lotta, sorgono i loro dodici nomi, colonne e fondamento del destino ultimo ed eterno di ogni uomo. Gli apostoli sono gli angeli che salgono e scendono la scala che giunge al Cielo,immagine della Croce del loro capostipite, compiendo il desiderio di Babele e purificandolo come un dono che discende dall'alto per ogni uomo. Gli apostoli sono i messaggeri del Regno dei Cieli, la Gerusalemme che non ha bisogno di luce alcuna perché illuminata dall'Agnello senza macchia e sacrificato nell'amore più puro, la misericordia che polverizza il male e la sua radice demoniaca. Gli apostoli sono gli angeli che svelano il cuore di Dio ad ogni uomo, la Gerusalemme contemplata dagli occhi di Giovanni: «Vidi anche la Città Santa, la Nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente che usciva dal trono: "Ecco la dimora di Dio con gli uomini! Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popolo, ed Egli sarà il Dio-con-loro. E tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate." E Colui che sedeva sul trono disse: "Ecco, io faccio nuove tutte le cose."» (Ap. 21,2-5). Insieme agli apostoli, anche noi siamo chiamati ad essere il segno della novità definitiva, la dimora che come una sposa accoglie ogni peccatore, la consolazione di ogni dolore, il profumo celeste sparso da Cristo nel mondo perché ogni uomo riconosca in esso l'essenza della propria vita, la fragranza del proprio destino. L'opera fondamentale di Gesù è infatti la sua vittoria sul demonio e sul male, l'unica credibile, l'unica capace di dare gloria a Dio testimoniandone la presenza amorosa nella storia dell'umanità. Il male infatti, soprattutto quello innocente, è, per la ragione umana, la negazione più autorevole di Dio. Il mondo che ha cancellato dal suo orizzonte il peccato originale, non sa più da dove prendere il male: esso sguscia via dai cuori, dalle menti, dalle mani, e domina e uccide. E occulta Dio, e il suo Regno. Occorre un miracolo, un segno, una vittoria. Urge la testimonianza che non tutto finisce ingoiato dall'assurdo della morte e del male che avvinghia la vita. Urge il Regno dei Cieli, qui ed ora, visibile, come un avvenimento autentico e gratuito, perché l'uomo smetta di costruirselo sfuggendo la verità. E' necessario che Israele, la Chiesa di oggi, come quella di ogni generazione, sia ricondotta alla sua origine, alla sua missione fondamentale: annunciare il Regno dei Cieli, incarnando come un sacramento di salvezza, l'irrompere di Dio nella storia compromessa dell'umanità. Per questo il Signore, oggi come quel giorno di duemila anni fa, "chiama a sé", nella sua vita, i suoi apostoli conferendo loro il potere sul demonio, la sua Parola che esorcizza gli spiriti immondi e ricostruisce Gerusalemme, la nuova, la libera, la sposa che discende dal Cielo. Chiama te e me, metti il tuo nome in quella lista, e capirai che anche tu sei una parola del Vangelo! Tu sei una Buona Notizia! La tua vita oggi, le tue parole, i tuoi sguardi, il potere che ti è stato dato di scacciare i demoni, tutto di te è la speranza che Dio offre a chi ti è accanto. Vai dunque, e scaccia i demoni, non permettere bullismo nella tua classe; allontana il demone della perversione dalla tua relazione con la ragazza; esorcizza i demoni dell'avarizia, dell'odio e del rancore, e donati, e dona a chi ti chiede; non resistere al male ma vinci il male con il bene; perdona, settanta volte sette; apriti alla vita e vedrai meraviglie nei tuoi figli; annuncia senza sosta che Cristo è vivo, accettando la precarietà, e vedrai che non ti mancherà nulla, e così testimonierai che non è il Fondo Monetario o la Banca centrale, e neanche il governo a guidare i destini dell'uomo. Vivi con Cristo da uomo celeste, ne hai il potere, lo stesso dato ai discepoli, quello di camminare sui serpenti e i demoni, perduto da Adamo ed Eva, e riconquistato dal Signore per la sua Chiesa. Ma è difficile, impossibile! Certo, se non si è rinati con Cristo, se non si cammina umilmente nella Chiesa dove immergere i peccati nella misericordia e ricevere la Grazia della vita nuova e celeste. Si comprende allora come sia di perenne attualità l'invio degli apostoli alle pecore perdute di Israele: "Come il Battista, suo immediato precursore, Gesù si rivolge anzitutto a Israele, per farne la "raccolta" nel tempo escatologico giunto con lui. E come quella di Giovanni, così la predicazione di Gesù è al tempo stesso chiamata di grazia e segno di contraddizione e di giudizio per l'intero popolo di Dio" (Benedetto XVI). E' innanzitutto la Chiesa che necessita di essere costantemente rievangelizzata, purificata, di ricevere ogni giorno lo stesso potere di Cristo risorto; che sia ricondotta alla freschezza del suo primo amore, perché non sia tiepida, ma accolga la Grazia che la costituisce, e si presenti senza macchia né ruga quale sposa dell'unico Sposo, immagine credibile del Cielo. Vi sono pecore perdute anche nella Chiesa, e lo siamo tutti, spesso prede di inganni e menzogne. Vescovi, preti, laici, abbiamo tutti bisogno di ascoltare la predicazione e convertirci ogni giorno, uscire da noi stessi, dal mondo e dai suoi criteri nei quali spesso cadiamo senza forse rendercene conto, e rientrare, umilmente, nel Regno di Dio, nell'intimità con Cristo, e rioffrire le nostre membra alla sua Giustizia. In famiglia, al lavoro, a scuola, ovunque il Regno di Dio si fa prossimo alle nostre esistenze, anche oggi, anche ora. E' questo il compito degli Apostoli, che non può essere disatteso: "Anche in chi resta legato alle radici cristiane, ma vive il difficile rapporto con la modernità, è importante far comprendere che l’essere cristiano non è una specie di abito da vestire in privato o in particolari occasioni, ma è qualcosa di vivo e totalizzante" (Benedetto XVI). I Vescovi, con loro i presbiteri, i Pastori successori degli apostoli non possono dimenticare il primo mandato del Signore, annunciare il Vangelo al Popolo eletto e santo, curarne "tutte" le infermità, scacciandone i demoni. Andare per "seminare la Giustizia" della Croce e "raccogliere la misericordia" nella vita delle persone, nelle famiglie, ovunque. E non spegnere lo Spirito, la libertà che supera il Tempio di pietra e i suoi piani pastorali spesso atrofizzati e ammuffiti nelle troppe parole infilzate sugli slogan; e lasciare che il suo soffio edifichi la Chiesa delle pietre vive irrorate dallo Spirito Santo, i testimoni della risurrezione nella vita quotidiana, la Chiesa che scende dal Cielo e raggiunge ogni uomo laddove esso si trovi. Solo così la Chiesa, nelle trame intricate della storia macchiata dal potere di questo mondo, potrà brillare come la nuova Gerusalemme celeste, segno profetico capace di accompagnare, quale testimonianza credibile, l'annuncio del vangelo alle genti.
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