Investitori folli





Carissimi fratelli, buongiorno! Come ogni giorno anche oggi ci troviamo, con il Signore, vicino a Gerusalemme, aspettando che da un momento all'altro il Regno di Dio soppianti quello del demonio nel quale siamo obbligati a vivere. Concretamente, ci aspettiamo che finalmente nostro marito torni a casa dai suoi tradimenti, che i figli cambino strada, che la dieta funzioni e che passi l'artrosi; e magari, già che ci siamo, che questi pazzi dell'Isis la smettano di farsi saltare in aria e che aumentino stipendio e pensione. E che quel disgraziato del vicino paghi la quota del condominio... Bene, se ci aspettiamo un Regno che spazzi via Erode, Pilato e i Romani, ci stiamo sbagliando di grosso. Significa infatti che il demonio ci tiene ancora al suo guinzaglio, e, come nel caso del servo malvagio che ha nascosto la mina, anche nel nostro cuore risuona l'oracolo del peccato (Salmo 35). Dalle nostre parole è facile giudicarci, perché la bocca parla della pienezza del cuore, dove il demonio interpreta fatti e persone della nostra vita, sino a farci credere che Dio è un malvagio che esige ciò che non possiamo dare. Per questo scappiamo e ci nascondiamo nel peccato, che è, essenzialmente, fallire l'obiettivo della vita, vagando come un gregge che ha perduto il suo pastore. Per questo il Signore anche oggi ci chiama insieme ad altri nove fratelli! Ci dona la comunità cristiana nella quale sperimentare che Dio è invece amore e gratuità, e che nelle mine c'è la sua stessa vita passata, proprio a Gerusalemme, attraverso la morte ed entrata nella risurrezione. Dieci infatti era il numero minimo per poter celebrare il culto nella sinagoga; i servi della parabola sono dunque immagine della comunità, del corpo di Cristo che ha seminato se stesso perché noi potessimo dare i frutti che Dio ha pensato. Lui ha compiuto tutto e, partendo per il Cielo, ci ha donato la mina colma dello Spirito Santo per mezzo del quale possiamo trafficarla; possiamo cioè rischiare per essa tutto noi stessi, consegnandoci alla morte che, di certo, non è l'investimento che promette i migliori guadagni. E invece, muori e guadagni dieci volte tanto! Perdoni e trasformi dieci nemici in dieci fratelli; ti apri alla vita, e nascono cinque figli di Dio; ti difendi, non muori, e resti solo. Ma non temere, perché Gesù è partito lasciando dietro di se la porta aperta: è piccola, stretta e a forma di croce. E' lì che oggi ci attende per accompagnarci a vivere ogni evento e ogni relazione come primizie del Regno di Dio. Oggi è già il Regno di Dio, ma lo è dentro la storia, così come è, dove ancora ci sono quelli che non vogliono che Gesù regni su di loro. Il Regno di Dio nasce nella morte, la misteriosa banca di Dio, immagine di ogni sacramento nel quale è sepolto l'uomo vecchio e sorge quello nuovo pieno di frutti celesti. Lui tornerà, oggi e ogni giorno, per uccidere davanti ai nostri occhi la menzogna e farci partecipi del suo potere sulla morte. 


Coraggio!


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