αποφθεγμα Apoftegma
Vi prego, in tutte le vostre cose,
di fondarvi totalmente in Dio,
senza confidare nel vostro potere o sapere od opinione umana,
e in tal modo faccio conto che voi siate preparati
per tutte le grandi avversità, sia spirituali sia corporali,
che vi possono accadere, poiché Dio solleva e fortifica gli umili,
soprattutto quelli che nelle cose piccole e basse
hanno visto le loro debolezze come in un limpido specchio
e in esse seppero vincersi.
Questi tali, quando si vedono in tribolazioni
maggiori di quelle in cui mai si siano trovati,
e sprofondando in esse,
né il demonio con i suoi ministri,
né le molte tempeste del mare,
né le genti malvage e barbare tanto del mare come della terra,
né alcun'altra creature li può danneggiare:
essi sanno per certo
— stante la grande confidenza che hanno in Dio —
che senza il Suo permesso o licenza non possono far niente.
San Francesco Saverio
L'ANNUNCIO |
In quel tempo, apparendo agli Undici, Gesù disse loro: "Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato.
E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno".
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l'accompagnavano.
Quanti “serpenti” ha preso nelle sue mani incandescenti, bruciando i demoni che si insinuano nelle culture e nei cuori che non conoscono Cristo; quanti “malati e infermi sanati” nel “fuoco” della misericordia. Quanti “veleni” bevuti davanti ai nemici del Vangelo, evaporati nel calore del suo zelo senza che ne soffrisse “alcun danno”. E la “nuova lingua” ardente della misericordia con la quale ha annunciato il Vangelo alle più estreme periferie come nei palazzi dei Re. Sino all'alba d'un mattino di dicembre, alle porte della Cina, quando, esausto e abbandonato da tutti, come il suo Signore, ha fatto ritorno al Padre consumato sino all'ultimo respiro come un olocausto offerto per aprire all'evangelizzazione anche quell'immenso Paese dove non era potuto arrivare. La sua storia è un “segno” dell'irripetibile avventura che è la vita di un uomo che appartiene a Cristo. Dio ha avuto molta pazienza con San Francesco Saverio, come ne ha con noi, ogni giorno. Ma spesso siamo paralizzati non comprendendo a che cosa Dio ci stia chiamando. Dubitiamo che Egli sia davvero l'amore che cerchiamo, e ci spaventa consegnargli la vita. Ma oggi è una buona occasione per aprire le porte a Cristo, come forse non lo hai mai fatto! Vai in una Chiesa, inginocchiati davanti al Santissimo, fai un rosario chiedendo alla Vergine Maria che ti sostenga per ripetere lì, davanti al suo Figlio fatto pane di vita: "eccomi, sono il tuo servo, la tua serva, avvenga in me secondo la tua Parola". Eccomi, come un foglio bianco mi consegno a te, scrivi tu... E allora oggi può nascere in ciascuno di noi, un santo capace di incendiare d’amore ogni luogo dove siamo chiamati a vivere. Fidanzati, sposati, studenti, anziani, per tutti è pronto lo stesso zelo di Francesco Saverio, l'amore indomito e paziente di Dio che brucia il peccato e fa di ogni istante delle nostre vite un irripetibile atto d'amore. Vivere come Saverio, ognuno dove è stato inviato, con il carattere e le attitudini, con le debolezze e i doni che ci appartengono e ci fanno unici e preziosi agli occhi di Dio, perché tutto di noi è santo, “segno” della presenza di Dio qui sulla terra. Non possiamo buttar via nulla, neanche un istante. Questa vita ci è donata per essere vissuta sino in fondo con Gesù che “opera i prodigi” che “accompagnano la parola” d’amore predicata sulle strade del mondo: “il nostro tempo richiede cristiani che siano stati afferrati da Cristo, che crescano nella fede grazie alla familiarità con la Sacra Scrittura e i Sacramenti. Persone che siano quasi un libro aperto che narra l’esperienza della vita nuova nello Spirito, la presenza di quel Dio che ci sorregge nel cammino e ci apre alla vita che non avrà mai fine” (Benedetto XVI, Udienza del 24 ottobre 2012).
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