CRISTO SI CONSEGNA A NOI PER CONSEGNARSI IN NOI
Vi è un tempo per ogni cosa, ci ammonisce severa la sapienza del Qoelet. Un tempo favorevole per essere consegnato, compiere la missione, realizzare l'opera assegnata, e dare così senso e pienezza alla vita. Il tradimento di Giuda segna l'arrivo del momento. E' prossimo, e Gesù lo sa, e per questo si offre liberamente.
Quanti di noi nel tradimento dell'amico più caro riconoscono il proprio momento, il "top" della vita? Quanti intravvedono nella consegna di se stessi il meglio che poteva capitare, l'attimo propizio, "eukairôs" secondo l'originale greco, per realizzare completamente la propria esistenza? Il momento favorevole coincide con il luogo dove è preparata la Pasqua! Il tempo di Gesù è anche il suo luogo, ed è il nostro. Certo, qualcuno tradisce Gesù, lo consegna e lo uccide, ma è solo l'aspetto visibile della vicenda.
Nell'ombra, nascosta agli occhi della carne, scorre una trama che ha per protagonista Gesù stesso: "Quando, pensiamo al ruolo negativo svolto da Giuda dobbiamo inserirlo nella superiore conduzione degli eventi da parte di Dio. Il suo tradimento ha condotto alla morte di Gesù, il quale trasformò questo tremendo supplizio in spazio di amore salvifico e in consegna di sé al Padre. Il Verbo “tradire” è la versione di una parola greca che significa “consegnare”. Talvolta il suo soggetto è addirittura Dio in persona: è stato lui che per amore “consegnò” Gesù per tutti noi. Nel suo misterioso progetto salvifico, Dio assume il gesto inescusabile di Giuda come occasione del dono totale del Figlio per la redenzione del mondo" (Benedetto XVI).
Nella Passione è Gesù che conduce gli eventi. Il suo amore lo porta ad attirare a sé, a "far intingere nel proprio piatto la mano" del proprio assassino. E' l'amore, sine glossa. Esso sboccia, maturo, nella pienezza del tempo, nel momento favorevole stabilito dal Padre. E diventa salvezza per ciascuno di noi.
Ecco la vita di Gesù, la stessa preparata per noi che a Lui apparteniamo. Camminare nei giorni in attesa del momento favorevole per essere consegnati. Per donarci a chi ci è vicino, a chi reclama la nostra vita: marito, moglie, figli, amici; a Giuda che ci vende alla morte. Proprio a quelli che intingono la loro mano nel nostro piatto, i nostri intimi, i nostri amati.
Questo è il senso della nostra vita: sapere che anche oggi "uno ci tradirà", e per questo non aspettarci dall'altro che quello che noi abbiamo fatto a Cristo: incomprensioni, persecuzioni, gelosie. E così la vita sarà un cammino che, come una linea rossa d'amore, unirà i momenti favorevoli nei quale donare la nostra anima a Cristo, e in Lui offrire tutto noi stessi a ogni uomo, come Gesù ha fatto per noi. In Lui trasformati, in Lui consegnati. E' la vita vera e piena, è la bellezza e la gioia, è l'eterno amore in noi che ci fa Pasqua viva per ogni fratello.
La nostra vita sgorga dalla "profonda commozione" di Gesù dinanzi a ogni tradimento, perché adulterando e disprezzando la propria vocazione, la propria umanità, si tradisce Cristo. Ogni istante buttato lontano da Lui significa tradirlo, e, in ogni istante buttato o immerso nel peccato, vi è sempre la commozione di Gesù. Una vita commossa, ecco la vita di Gesù, e noi siamo le sue lacrime sparse per amore.
Abbiamo solo bisogno di un "tale" che ci indichi "dove preparare la Pasqua. Non possiamo fare a meno della Chiesa, dei pastori e dei catechisti che ci conducano alla comunità, il luogo dove, mentre Giuda vende Gesù, possiamo nutrirci della vita di Cristo e imparare ad offrirci. Perché senza Cenacolo non c'è Pasqua.
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