LE LACRIME CHE CONSOLANO





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L'arresto di Giovanni accende la missione di Gesù, che riconosce in questo evento il segno profetico che lo chiama a Cafarnao, il “Villaggio della Consolazione”. Quella triste notizia segnava l'inizio della consolazione per ogni uomo. Come ha detto Papa Francesco in sua catechesi sul dolore di Rachele che “racchiude in sé il dolore di tutte le madri del mondo, di ogni tempo, e le lacrime di ogni essere umano che piange perdite irreparabili… Questa donna, che aveva accettato di morire al momento del parto perché il figlio potesse vivere, con il suo pianto è ora principio di vita nuova per i figli esiliati, prigionieri, lontani dalla patria. Al dolore e al pianto amaro di Rachele, il Signore risponde con una promessa che adesso può essere per lei motivo di vera consolazione: il popolo potrà tornare dall’esilio e vivere nella fede, libero, il proprio rapporto con Dio. Le lacrime hanno generato speranza”. Allo stesso modo, nelle pieghe di una storia che si annunciava ostile e dolorosa, Dio svelava al Figlio le orme della sua volontà di salvezza e consolazione: per liberare il Popolo che giaceva nelle tenebre del peccato e della morte, Gesù doveva scendere a Cafarnao per prendere confidenza con l'oscurità del sepolcro. L’annuncio della conversione, infatti, è credibile e diviene una Buona Notizia solo se il Regno dei Cieli si fa realmente vicino; come a Cafarnao, dove Dio si è gettato nella mischia simile al seme che, dissolvendosi e morendo nella terra, produce molto frutto. Così la terra fecondata dalla predicazione e dall’offerta di Gesù non è più la stessa, ma diventa parte della vita di quel seme. Per questo la Cafarnao che è oggi la nostra vita coincide con il luogo dove Gesù si rifugia. La Galilea confinante con il paganesimo dove rischiamo ogni giorno di essere risucchiati nel peccato è il suo rifugio per trasformare la nostra vita accidentata e in pericolo nel suo Regno. Esso giunge a noi attraverso la Chiesa che, estendendone i confini sin dentro le tenebre del mondo, conduce a Cristo tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici. Tu ed io, cui offre gratuitamente il rifugio della Parola, dei sacramenti e della comunione per mezzo dei quali Gesù stesso ci trasforma in suoi apostoli. Così, come Cafarnao è diventata il centro di irradiazione del Vangelo, anche la nostra vita raggiunta da Cristo e seminata nella terra di chi ci è accanto, diviene luce per diradare le menzogne del demonio e misericordia che arriva sino ai peccatori più incalliti.


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