L'INCONTRO CON L'AMORE GRATUITO DI CRISTO E' L'EVENTO INASPETTATO CAPACE DI CONVERTIRE QUALSIASI CUORE



Saulo, lanciato nel fuoco dello zelo, aveva incontrato un amore più grande di ogni entusiasmo; gli era arrivato addosso come un fendente, rovesciando la sua vita e le certezze religiose che sembravano granito. Nei lunghi anni di silenzio in Arabia aveva capito: Saulo sapeva, ma non conosceva. Soprattutto, non lo lasciava il ricordo vivo di un giorno amaro di pietre e sangue, e il volto di Stefano, come quello di un angelo inginocchiato sull'altare di un amore incomprensibile che consegnava la vita per lui; le sue parole piene di una sapienza sconosciuta s'intrecciavano con quella voce che lo aveva afferrato e scaraventato giù dalla vita. Era Stefano, ma era anche il Rabbì di Nazaret, erano anche i piccoli che aveva messo in catene. Sì, Gesù era il Signore, il Figlio dell'Altissimo, il Servo sofferente, morto e risorto, Colui che il cuore di  Saulo desiderava più d'ogni altra cosa al mondo, con sì uno "zelo per Dio, ma non secondo una retta coscienza; poiché, ignorando la giustizia di Dio e cercando di stabilire la propria", non si era "sottomesso alla giustizia di Dio" (Rm. 10,2-3). Saulo però l'aveva incontrata e sperimentata capace di perdonarlo e trasformare la sua coscienza, illuminandola con la luce sfolgorante della Pasqua, spingendolo a prostrarsi, finalmente umiliato, dinanzi alla Verità dell'amore; la giustizia capace di convertire il suo zelo liberandolo dalla carne per consegnarlo allo Spirito: "Colui che una volta ci perseguitava, va ora annunziando la fede che un tempo voleva distruggere" con la "lingua nuova" della Croce, l'antidoto al veleno della menzogna che guarisce i malati strappandoli ai serpenti satanici. Come Paolo, anche noi cerchiamo, ci affanniamo, lottiamo, ci indigniamo e giudichiamo, ci appassioniamo e ci spendiamo, soffriamo e sudiamo incapaci di afferrare l'amore che il nostro cuore desidera celato in tutto quello che mettiamo a morte ogni giorno. Ma lo stesso "perché mi perseguiti?" che ha salvato il Fariseo di Tarso, ci attende oggi sul nostro cammino: perché corriamo per incatenare ai nostri criteri e mettere nella galera della nostra carne affamata la moglie, il marito, il capoufficio, o la fidanzata? Perché abbiamo una "cattiva coscienza" ingannata dal demonio. Perseguitando chi ci è vicino, abbiamo perseguitato Cristo; rifiutando gli eventi e lottandovi contro, lo abbiamo gettato fuori dalla nostra vita. Per questo tante volte siamo infelici e frustrati. Ma coraggio, Gesù ci attende anche oggi proprio mentre, frementi di ira, corriamo nel peccato, per un incontro che è la conversione, l'inizio di un cammino di fede nell'esperienza quotidiana del suo amore gratuito preparato per noi nella Chiesa. In essa ci attendono i nostri Anania - i pastori, catechisti e fratelli - con cui camminare verso il compimento della vita nuova in Cristo. Come Saulo, anche noi siamo "strumenti scelti per Lui" in questa generazione; per questo "dovremo soffrire per il suo Nome", e sarà il segno che testimonierà in noi il passaggio dalla morte alla vita accompagnando a credere chi ci è accanto; come accadde a Stefano il nostro volto presentato ai flagellatori invece delle pietre scagliate contro l'Agnello, perché Cristo ci ha perdonato, e ci ha colmati del suo amore che abbraccia ogni uomo. 

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