9 Agosto. Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein)




αποφθεγμα Apoftegma

Chi si è messo dalla parte del Cristo risulta morto per il mondo, come il mondo risulta morto per lui.
Egli porta nel suo corpo le stimmate del Signore; è debole e disprezzato nell'ambiente degli uomini, ma appunto per questo è forte in realtà, perché nelle debolezze risalta pienamente la forza di Dio.
Profondamente convinto di questa verità, il discepolo di Gesù non solo abbraccia la croce che gli viene offerta, ma si crocifigge da sé: «Quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri».
Essi hanno ingaggiato una lotta spietata contro la loro natura, per liquidare in se stessi la vita del peccato e far posto alla vita dello spirito. È quest'ultima sola quella che importa. La croce non è fine a se stessa. Essa si staglia in alto e fa da richiamo verso l'alto.
Quindi non è soltanto un'insegna, è anche l'arma vincente di Cristo, la verga da pastore con cui il divino Davide esce incontro all'infernale Golia, il simbolo trionfale con cui egli batte alla porta del cielo e la spalanca.
Allora ne erompono i fiotti della luce divina, sommergendo tutti quelli che marciano al seguito del Crocifisso.

Edith Stein








L'ANNUNCIO
Dal Vangelo secondo Matteo 25,1-13. 

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: "Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo. 
Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; 
le stolte presero le lampade, ma non presero con sé olio; 
le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell'olio in piccoli vasi. 
Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono. 
A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro! 
Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. 
E le stolte dissero alle sagge: Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono. 
Ma le sagge risposero: No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene. 
Ora, mentre quelle andavano per comprare l'olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. 
Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore, signore, aprici! 
Ma egli rispose: In verità vi dico: non vi conosco. 
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora." 



COME EDITH STEIN, CROCIFISSI CON CRISTO PER VIVERE SOLO DEL SUO AMORE
"Chi mi vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua: la croce è assunta come simbolo di tutto ciò che è difficile, gravoso e così fortemente contrario alla natura da risultare per chi se lo addossa, quasi una marcia verso la morte. E questo peso,  il discepolo di Gesù deve caricarselo in spalla ogni giorno. L’annuncio della morte presentava al vivo davanti agli occhi dei discepoli l’immagine de Crocifisso, e la presenta, ancor oggi a chi legge o ascolta il Vangelo. Da esso si sprigiona un silenzioso richiamo che invita a una risposta. Gli inviti a seguirlo sulla via crucis della vita ci danno anche in mano l’adeguata risposta, offrendoci pure modo di penetrare il significato della morte in croce; infatti, alle parole d’invito, si collega immediatamente l’avvertimento: Chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; mentre chi avrà perduta la sua vita per amor mio, la salverà... Cristo fa dono della sua vita per aprire agli uomini l’entrata alla eterna vita... Quindi, per conquistare la vita eterna devono anch’essi sacrificare quella terrena. Devono morire con Cristo,per risuscitare con Lui: devono sobbarcarsi la sfibrante, continua morte della sofferenza e dell’abnegazione, nonché la morte reale del martire – se necessario – spargendo il proprio sangue per il messaggio di Cristo... L’anima diventa una cosa sola con Cristo, giungendo a vivere della Sua vita: ma soltanto, nella dedizione al Crocifisso, soltanto dopo che avrà battuto l’intera Via Crucis accanto a Lui" (Edith Stein).






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