SULLA GRATICOLA DELL'AMORE DI CRISTO IL PROFUMO DEI CRISTIANI SALVA IL MONDO



Come San Lorenzo che celebriamo oggi, siamo chiamati a entrare nella terra dove il Seminatore ci ha seminato. Dove sei "caduto" oggi come un "chicco di grano"? Nella tua famiglia, nel tuo fidanzamento, nella tua comunità cristiana, in quell'ufficio. Ogni centimetro della tua storia, infatti, è la terra dove ogni giorno il Signore ti depone perché tu vi muoia. Hai pensato a questo quando ti sei svegliato? Forse no. Anzi, è più facile che abbia pensato il contrario, a come evitare di morire, perché la morte significa tomba, e tomba significa solitudine. Invece oggi il Signore ci dice che proprio chi non muore rimane solo! Proprio un fidanzato che non si sacrifica mortificando la sua libidine rimane solo, mentre invece è convinto che possedendo la fidanzata nell'unione sessuale sconfiggerà la solitudine... E così per una coppia sposata e per un prete. Sì fratelli, morire ci fa paura perché siamo ancora schiavi dell'inganno del demonio. Il serpente, infatti, non a caso striscia sulla "terra", pronto a morderci e a iniettarci il veleno dell'incredulità con la sua lingua di menzogna. E così accade che, pur seminati, non ci lasciamo seppellire nelle profondità della terra, e continuiamo a vivere infecondi. Amiamo la nostra vita, i desideri, i criteri, i sentimenti, i peccati senza renderci conto di respingere così la vita eterna. Per questo ci sentiamo così spesso soli, e le ingiustizie che subiamo hanno il potere di ucciderci, come i rifiuti, le incomprensioni, le umiliazioni. Ma c'è speranza, perché Dio è fedele come lo è stato con Lorenzo. Seminato a Roma a servizio del Papa Sisto II come un frutto di Cristo - i semi si trovano nei frutti - perché lo aveva incontrato come un seme caduto e morto nella sua terra e con lui era risorto! Il Padre, infatti, non semina qualsiasi chicco, ma solo chicchi di grano, ovvero quelli che portano in sé la stessa natura di Cristo, il Chicco per eccellenza. Hai sperimentato o no che Lui si è lasciato seppellire nei tuoi peccati, e che proprio nella tua tomba ti ha preso per mano ed è risuscitato portando alla luce della vita che non muore il molto frutto che eri tu? Se lo hai dimenticato perché di nuovo il serpente ti ha morso coraggio, il Signore ti aspetta ancora nella terra che hai davanti. Scendi nelle profondità del tuo matrimonio, del tuo fidanzamento, della relazione con i tuoi figli e con i fratelli, del tuo lavoro e della tua malattia. Scendi e odia la tua vita in questo mondo, rinnega cioè il tuo io e fai posto a quello di Cristo. Lui è già sceso dove ora ti sta chiamando ad inoltrarti. Perché morire significa seguirlo e servirlo come Lorenzo, che nel buio e nell'umidità della cella ha scoperto la terra dove morire per non restare solo. In essa, infatti, ha potuto annunciare il Vangelo e battezzare un altro carcerato che ha riacquistato la vista... La sua testimonianza ha convertito addirittura il carceriere, che ha finito con il morire martire anche lui... Allora, entra nella terra, e muori; prendi su di te l'ingiustizia e il rifiuto, così salverai i tuoi figli. Scendi nella terra e mortifica la tua carne, così porterai come "frutto" la tua fidanzata o il tuo fidanzato, tua moglie e tuo marito, le persone a te affidate, per unirti a loro nella vita eterna di Cristo ritrovata nel suo amore incorruttibile. Coraggio, seguiamo il Signore dove la nostra carne non vorrebbe, e sperimenteremo che è proprio dove Lui "è Dio" e anche noi "saremo in Lui", perché ogni lembo di terra dove il chicco muore ha già dentro, come ogni seme, il germe del Cielo.

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