αποφθεγμα Apoftegma
Natanaele si trovava sotto l'albero di fico,
come all'ombra della morte.
Lo vide il Signore, del quale è stato detto:
“La luce si è levata per coloro che erano seduti all'ombra della morte”.
Che cosa è stato detto a Natanaele?
Tu chiedi a me, o Natanaele, dove ti ho conosciuto?
Tu parli ora con me, perché Filippo ti ha chiamato.
Ma, colui che il Signore chiamò per mezzo del suo apostolo,
costui già prima lo aveva visto appartenente alla sua Chiesa.
O tu Chiesa, o tu Israele, in cui non c'è finzione...,
hai già conosciuto Cristo per mezzo degli Apostoli,
come lo conobbe Natanaele per mezzo di Filippo.
Ma la sua misericordia ti vide prima che tu lo conoscessi,
quando ancora giacevi sotto il peso del peccato.
Sant'Agostino
come all'ombra della morte.
Lo vide il Signore, del quale è stato detto:
“La luce si è levata per coloro che erano seduti all'ombra della morte”.
Che cosa è stato detto a Natanaele?
Tu chiedi a me, o Natanaele, dove ti ho conosciuto?
Tu parli ora con me, perché Filippo ti ha chiamato.
Ma, colui che il Signore chiamò per mezzo del suo apostolo,
costui già prima lo aveva visto appartenente alla sua Chiesa.
O tu Chiesa, o tu Israele, in cui non c'è finzione...,
hai già conosciuto Cristo per mezzo degli Apostoli,
come lo conobbe Natanaele per mezzo di Filippo.
Ma la sua misericordia ti vide prima che tu lo conoscessi,
quando ancora giacevi sotto il peso del peccato.
Sant'Agostino
UN ALTRO COMMENTO
L'ANNUNCIO |
Dal Vangelo secondo Giovanni 1, 43-51
In quel tempo, Gesù aveva stabilito di partire per la Galilea; incontrò Filippo e gli disse: «Seguimi».
Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro.
Filippo incontrò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nazaret».
Natanaèle esclamò: «Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi».
Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità».
Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico».
Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!».
Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, credi? Vedrai cose maggiori di queste!».
Poi gli disse: «In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo».
FISSATI DALLO SGUARDO CELESTE DELLO SPOSO NELLA MISERICORDIA CHE SPEGNE LA MALIZIA
Attraverso l'annuncio di Filippo, quel giorno era planato su Natanaele lo sguardo del Messia inviato da Dio, l’unico che poteva vederlo senza malizia sotto il fico, il luogo dove i saggi scrutavano le Scritture. Gesù lo aveva visto nella luce della Parola che si sarebbe fatta carne in lui nella comunità cristiana dove i sacramenti che attualizzano il Mistero Pasquale lo avrebbero fatto rinascere come figlio di Dio. Allo stesso modo Gesù ci vede oggi senza falsità, perché ci vede già perdonati e rigenerati nel suo sangue! Ci vede salvati "prima" ancora di incontrarlo e di aprirci a Lui, mentre viviamo in Galilea, terra di confine, traffici e compromessi con i territori pagani dove non riusciamo a custodire l'immagine molto buona di Dio. E gettiamo "esche" affettive sugli altri perché c'è ancora in noi la falsità del demonio, come ci suggerisce il senso originale del termine greco reso con "falsità" o “malizia”. Ma Gesù sa
"vedere prima" dei nostri peccati il desiderio del suo amore che c'è
nel nostro cuore. Sa che da Nazaret non poteva venire niente di buono, e vi è sceso per trasformare in buono ciò che non lo è. Come ha fatto con Natanaele, trasformando il suo dubbio in una splendida professione di fede: "Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!". Per questo scende anche oggi nella nostra Galilea con il potere di estirpare questo veleno e compiere in noi "cose ancora più grandi" dell'esperienza di essere guardati con misericordia. Nella Chiesa ci trasforma in apostoli liberi per amare nell’amore con cui siamo amati, che significa "vedere il cielo aperto" su Gesù incarnato nella storia di ogni uomo. E' "più grande" che l'essere amati il poter amare offrendo la vita come angeli (messaggeri) crocifissi con Cristo sulla scala della Croce, dove scendere e salire, morire e risorgere con Lui, per incontrare i peccatori e annunciare loro il Vangelo. Aprire cioè il Cielo della vita celeste che attende ogni uomo attraverso la nostra vita unita a quella del Messia "figlio di Giuseppe", il servo sofferente della tradizione ebraica, che ha offerto se stesso per strapparci tutti alla morte.
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