Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio;
ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha gia commesso adulterio con lei nel suo cuore.
Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna.
E se la tua mano destra ti è occasione di scandalo, tagliala e gettala via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna.
Fu pure detto: Chi ripudia la propria moglie, le dia l'atto di ripudio;
ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di concubinato, la espone all'adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.
IL COMMENTO
Lo sguardo sorge dal cuore.
E’ lì che si annida il ricettacolo di veleni che ci procurano sofferenza.
Malizia. Concupiscenza. Passione. Occhi e mani sono gli strumenti del cuore. Realizzano ciò che il cuore ispira alla mente.Tagliare, recidere i moti maligni del cuore. La nostra lotta d’ogni giorno. Il prezzo è la libertà o l’asservimento alla corruzione di opere morte. La schiavitù del peccato. Bramare per possedere, e basta uno sguardo. Quanti sguardi macchiati, sbirciate di peccato dai finestrini dell’auto, dalla scrivania dell’ufficio. Persino davanti al televisore.
E inciampiamo sugli imprevisti, ira e nervosismo dinnanzi al vento contrario. Uno sguardo impuro macchia una giornata. Tutto diviene pesante, cerchiamo la pazienza e non la troviamo. E ne fanno le spese mogli, mariti, figli, colleghi, amici. E tutto per uno sguardo, occasione d’inciampo che ci fa guardare tutta la vita sottosopra.
E ripudi, adulteri consumati o solo pensati. Infedeltà all’amore, ripudio dellla croce. Per uno sguardo. Uno solo. Piccoli atti di ripudiodi chi ci è accanto, delsuo carattere, delsuo pensare, del suo agire. Il nostro cuore malato. Unica cura, tagliare, potare. Unica medicina i chiodi inzuppati d’amore del Signore crocifisso.
Lasciarsi amare, trafiggere dalla misericordia. Il taglio, la circoncisione del cuore e della mente, dello sguardo e della carne. La suaCroce. La nostra croce, quella di oggi, il taglio che ci dà vita. La nuova vita redenta, liberata, salvata.
APPROFONDIMENTI
Giovanni Paolo II
Discorso ai giovani dei Paesi Bassi, 14 maggio 1985
Il permissivismo non rende gli uomini felici. Ugualmente la società dei consumi non porta la gioia del cuore. L’essere umano realizza se stesso solo nella misura in cui sa accettare le esigenze che gli provengono dalla sua dignità di essere creato a “immagine e somiglianza di Dio” (Gen 1, 27). Pertanto, se oggi la Chiesa dice delle cose che non piacciono, è perché essa sente l’obbligo di farlo. Essa lo fa per dovere di lealtà....
Non è dunque vero che il messaggio evangelico sia un messaggio di gioia? Anzi, è verissimo! E come è possibile? La risposta sta in una parola sola, una parola breve, ma dal contenuto vasto come il mare. Questa parola è: amore. Il rigore del precetto e la gioia del cuore possono conciliarsi perfettamente fra loro, se la persona che agisce è mossa dall’amore. Chi ama non teme il sacrificio; anzi cerca nel sacrificio la prova più convincente dell’autenticità del suo amore.
Sant'Ireneo di Lione (circa130-circa 208), vescovo, teologo e martire
Contro le eresie, IV, 13, 2-4 ; SC 100, 529
La Legge è stata promulgata dapprima per degli schiavi, per educare l'anima per mezzo delle cose esteriori e corporali, conducendola, in un certo senso, come per mezzo di una catena alla docilità ai comandamenti, affinché l'uomo imparasse ad obbedire a Dio. Il Verbo di Dio però, ha liberato l'anima; le ha insegnato a purificare liberamente, volontariamente, anche il corpo. Sin d'allora, occorreva che fossero sciolte le catene della schiavitù grazie alle quali l'uomo aveva potuto formarsi, e che ormai egli seguisse Dio senza catene. Ma allo stesso tempo in cui i precetti della libertà venivano redatti, occorreva rinforzare la sottomissione al Re, affinché nessuno tornasse indietro e si mostrasse indegno del suo Liberatore....
Per questo il Signore ci ha dato come parola d'ordine, al posto di non commettere l'adulterio, di neppure desiderarlo; in luogo di non uccidere, di neppure adirarsi; al posto di pagare semplicemente la decima, di distribuire i beni ai poveri; di amare non soltanto i nostri vicini, ma anche i nostri nemici; non solo di essere «generosi e pronti a dare» (1 Tm 6,18), ma ancora di dare gratuitamente i nostri beni a coloro che ce li prendono...
Nostro Signore dunque, il Verbo di Dio, prima condusse gli uomini a servire Dio, poi da servi li rese suoi amici, come disse egli stesso ai discepoli: «Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi» (Gv 15,15)... Facendo dei suoi discepoli gli amici di Dio, mostra chiaramente di essere il Verbo, la Parola di Dio. È infatti per avere seguito la sua chiamata spontaneamente e senza catene, nella generosità della sua fede che Abramo è diventato «amico di Dio» (Gc 2,23; Is 41,8).
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