Nulla che nasca da impegno, industria, sollecitudine, fatica, vale per acquisire l'amore di Dio. Dio lo dà gratuitamente, è un puro dono da parte sua: la grazia sopra ogni grazia. Lacrime e preghiere possono ottenerlo, ma da sole le nostre forze non riescono a procurarselo.
L'amore non si insegna, è effuso nel cuori; non lo si impara, lo riceviamo gratuitamente dall'alto. Chi lo cerca lo trova non come frutto dei suoi sforzi, ma per puro dono. L'amore di Dio non è il risultato di investigazione, ma grazia concessa dal Creatore.
Nessuno può entrare nella cantina divina se non ve lo introduce il Re, come sta scritto: Mi ha introdotto nella cella del vino e il suo vessillo su di me è amore 1 (Ct 2,4) Nessuno sia così temerario da irrompere in questa cantina divina, ma bussi umilmente alla porta; qui non serve la violenza che sfonda, perché il Re apre a chi gli piace.
Vi è tuttavia una serie di mezzi per aiutarci e disporci ad accogliere l'amore di Dio.
Il primo fra tutti è la purezza del cuore; essa ci rende capaci di ottenere questo dono celeste e di possederlo.Non si versa un liquore prezioso in un vaso sporco. La Scrittura ci ammonisce di togliere con cura la polvere terrena dal nostro animo per ricevere il liquore divino e ci invita
a purificare i nostri cuori da ogni doppiezza. 2 (Cf Gc 4,8)
Se vogliamo impreziosire il nostro animo con l'amore divino, occorre purificarlo dalla feccia della voluttà che lo disonora ed estirpare il contagio del peccato che lo corrompe. Dobbiamo soffocare lo strepito delle preoccupazioni inquietanti e degli affetti che dissipano, eliminare tutte le doppiezze, gli inganni, le divagazioni e i crucci alienanti.
Offriamo allo Spirito di Dio un cuore libero, divenuto pura accoglienza, e invitiamolo con fervore perché venga a porvi la sua dimora.
L'amore del prossimo è il mezzo privilegiato per avviarci verso l'amore di Dio, perché amare il fratello è come fare il primo passo nell'amore di Dio: questo gli tiene dietro immediatamente come all'ago segue il filo. Si tratta ovviamente dell'amore di carità e non di un vano sentimento, che invece di potenziare l'unione con Dio vale a diminuirla.Amiamo perciò Dio nel prossimo per giungere poi ad amarlo in sé stesso; il prossimo infatti ci eleva fino a Dio.
Svariati altri mezzi possono disporci ad amare Dio, ma vi annoierei a enumerarli tutti. Si può citare la lettura diligente e coscienziosa della sacra Scrittura e la meditazione assidua dell'amore di Cristo per noi nell'Incarnazione e nella passione.
Tutti questi mezzi accendono e alimentano in noi la fiamma dell'amore di Dio, perché essa arda senza interruzione davanti al suo volto, come prescrive la legge: Il fuoco sarà tenuto acceso sull'altare e non si lascerà spegnere;il sacerdote vi brucerà legna ogni mattina, vi disporrà sopra l'olocausto e vi brucerà sopra il grasso dei sacrifici. Il fuoco dev'esser sempre tenuto acceso sull'altare, senza lasciarlo spegnere.3 (Lv 6,5‑6)
Quanto a noi, avremo cura di non lasciar mai estinguere il fuoco divino che brucia in presenza di Dio sull'altare del nostro cuore.
Il Signore ci ha lasciato il più grande comandamento: Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Nonostante tutti i nostri sforzi, amiamo Dio in modo imperfetto, lo desideriamo debolmente e' non adempiamo in pienezza questo comandamento. Un corpo corruttibile appesantisce l'anima e la tenda d'argilla grava la mente dai molti pensieri. 4 (Sap 9,15) Infatti l'animo si disperde, come sgusciando per mille crepe invisibili e non otturabili; vaga insensato attraverso i più svariati oggetti, peggio di una farfalla, gira senza posa, va, viene, piroettando in tutti i sensi. E' naturale perciò che mentre si fraziona in modo funesto nelle cose, non può unirsi tutto intero al sommo Bene.Ma verrà il tempo, anima mia, che, quando ogni moto del tuo cuore cesserà, questo spumeggiare dei pensieri si andrà placando, zittiranno tutti i marosi e tu gioirai del loro silenzio. A quella vista sarai raggiante, palpiterà e si dilaterà il tuo cuore.5 (Is 60,5) Questo tuo cuore, divenuto per miracolo immutabile, non cambierà più. Allora tu arderai come un carbone ardente e nell'incendio di questo amore sarai tutt'intera trasformata in Dio.
Conciones In dom.XVII post Pent.III,11‑13;II,10. opera omnia,Milano, 1760, t. 1,849‑851.829.
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