Sabato della XXV settimana del Tempo Ordinario


Dal Vangelo secondo Luca 9,43-45.

E tutti furono stupiti per la grandezza di Dio. Mentre tutti erano sbalorditi per tutte le cose che faceva, disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: Il Figlio dell'uomo sta per esser consegnato in mano degli uomini». Ma essi non comprendevano questa frase; per loro restava così misteriosa che non ne comprendevano il senso e avevano paura a rivolgergli domande su tale argomento.



IL COMMENTO


Mettetevi bene in mente”, dice il Signore ai suoi poveri, increduli e impauriti discepoli, che la Storia, quella del mondo e quella di ciascuno, va verso Gerusalemme, si avvia a camminare sotto le bombe e le granate, tra inganni e sospetti, incertezze e angosce. Tutto questo resta così misterioso che non ce la facciamo neanche a chiederne spiegazioni. Il panorama della brutalità di questo primo scorcio di millennio ci atterrisce e ci lascia senza parole. Sale forse rabbia, ci introfuliamo in assurde polemiche senza capo né coda, pontifichiamo nei talk show, ma solo per incartare il silenzio angosciato che ci attanaglia la gola e il cuore. Il male esiste e si apre come una voragine davanti a noi, arriva sino alle nostre cene attraverso le immagini dei telegiornali, e basta il reiterato e compiaciuto guardare attraverso il buco della serratura dei fatti di cronaca, senza scomodare sgozzatori professionisti. Per questo il Vangelo di oggi è una Buona Notizia, il Kerygma che solo può salvarci: Dio è con noi, le vie che percorriamo sono quelle che ha percorso Gesù, e attraversano il male sino a rovesciarlo, per ogni uomo, in un destino di misericordia: la morte sconfitta dalla vittoria di Cristo. Giovanni Paolo II, in un Angelus di alcuni anni fa, diceva al proposito:

“Dio ha risposto a questo angoscioso interrogativo che si sprigiona dallo scandalo del male non con una spiegazione di principio, quasi a volersi giustificare, ma con il sacrificio del proprio Figlio sulla Croce. Nella morte di Gesù s'incontrano l'apparente trionfo del male e la vittoria definitiva del bene; il momento più buio della storia e la rivelazione della gloria divina; il punto di rottura e il centro di attrazione e di ricomposizione dell'universo. "Io - disse Gesù - quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me" (Gv 12, 32).




Evangelio según San Lucas 9,43-45.
Todos estaban maravillados de la grandeza de Dios. Mientras todos se admiraban por las cosas que hacía, Jesús dijo a sus discípulos:
"Escuchen bien esto que les digo: El Hijo del hombre va a ser entregado en manos de los hombres".
Pero ellos no entendían estas palabras: su sentido les estaba velado de manera que no podían comprenderlas, y temían interrogar a Jesús acerca de esto.



COMENTARIO


"Pónedvos bien en mente", les dice el Senor a sus pobres, incrédulos y asustados discípulos, que la Historia, aquella del mundo y aquella de cada uno, va hacia Jerusalén, se encamina bajo las bombas y las granadas, entre engaños y sospechas, incertidumbres y angustias. Toda esto es tan misterioso que no podemos ni siquiera preguntar explicaciones. El panorama de la brutalidad de este primero escorzo de milenio nos aterroriza y nos deja sin palabras. Sube quizás rabia, non metemos en absurdas polémicas sin sentido, pontificamos en los talk show, pero sólo para empaquetar el silencio angustiado que nos atenaza la garganta y el corazón. El mal existe y se abre como un remolino delante de nosotros, llega hasta a nuestras cenas por las imágenes de los telediarios, y basta ya el reiterado y complacido mirar por la bocallave de los hechos de crónica. Por eso el Evangelio de hoy es una Buena Noticia, el Kerygma que sólo puede salvarnos: Dios está con nosotros, los caminos que recorremos son los que ha recorrido Jesús, y atraviesan el mal hasta a volcarlo, para cada hombre, en una suerte de misericordia: la muerte derrotada por la victoria de Cristo.


Giovanni Paolo II, en un Ángelus de hace algunos años, dijo al propósito:

"Dios ha contestado a este angustioso interrogante que se emana del escándalo del mal no con una explicación de principio, casi a quererse justificar, sino con el sacrificio del propio Hijo sobre la Cruz. En la muerte de Jesús se encuentran el aparente triunfo del mal y la victoria definitiva del bien; el momento más oscuro de la historia y la revelación de la gloria divina; el punto de rotura y el centro de atracción y reconstitución del universo. "Yo - dijo Jesús - cuando sea elevado por tierra, atraeré todo a mí", Gv 12,32).

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