Venerdì della XXIII settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)





Lc 6, 39-42

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutt'e due in una buca? Il discepolo non è da più del maestro; ma ognuno ben preparato sarà come il suo maestro.
Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non t'accorgi della trave che è nel tuo? Come puoi dire al tuo fratello: Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, e tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipòcrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello».



Essere ben preparato significa essere umile. Conoscersi, sino in fondo. Al termine del cammino di preparazione catecumenale, il neofita della Chiesa primitiva aveva chiara la consapevolezza della sua debolezza, che senza il Signore non poteva far nulla, che l'uomo vecchio fatto di passioni e di menzogne doveva essere annegato nelle acque del battesimo. Non v'era altra soluzione, perchè aveva imparato a conoscersi e a conoscere Colui che lo aveva chiamato ed eletto ad essere cristiano. Era "illuminato", i suoi occhi erano stati aperti, aveva visto il Signore risorto nelle opere soprannaturali che stava compiendo in Lui. Nessuna gloria vana, nessuna superbia, solo una grande umiltà per spogliarsi del primo Adamo, la trave che per tutta la vita gli aveva gravato sugli occhi impedendogli di vedere, per rivestire il secondo Adamo, la vita celeste di Dio che lo aveva chiamato, amato e purificato. La vita di Grazia, una vita "graziata". Abbiamo oggi anche noi questa consapevolezza tutta cristiana di sapersi uno scampato all'inferno? Ci conosciamo oggi al punto di metterci, come Silvano del Monte Athos, negli inferi e, lì, attendere istante dopo istante la Sua misericordia? "Una volta Silvano durante il servizio notturno voleva fare un inchino fino a terra davanti all’icona del Salvatore, ma improvvisamente vide davanti a se la figura del diavolo che aspettava che gli si inchinasse davanti. “Signore, cosa fare?” – gridò Silvano- subito sentì nel suo cuore la risposta: “I superbi sempre soffrono per la presenza del demonio. Tieni il tuo intelletto nell’inferno e non disperarti”. La rivelazione di Dio fu ravvivante per Silvano. Da quel momento spesso ripeteva: “Presto muoio e la mia anima crudele scenderà nell’inferno nero, lì soffrirò solo nel fuoco e piangerò senza il Signore: dove sei, Luce della mia anima? Perché mi hai abbandonato? Non posso vivere senza di Te.”
Da quel momento la grazia stava sempre nel cuore del santo. E' questa la Grazia che oggi ci attende. La Luce capace di guidare la nostra vita e quella di chi vive con noi e a noi è affidato, in famiglia, al lavoro, ovunque sia. La Grazia della Santa umiltà di Cristo, la perla preziosa che ci fa felici. L'unica
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“Straordinario! Il Signore non ha dimenticato me, sua creatura caduta! C'è chi si dispera perché crede che il Signore non perdonerà il suo peccato. Ma pensieri simili vengono dall'avversario. La misericordia del Signore è tale che noi non riusciamo neanche a percepirla in pienezza. L'anima che nello Spirito Santo è stata colmata dall'amore di Dio conosce davvero lo smisurato amore del Signore per l'uomo. Ma quando smarrisce questo amore, allora è angosciata, affranta: la mente non pensa ad altro, ma cerca Dio solo. Un diacono un giorno mi raccontava: “Ho visto Satana vestito da angelo di luce e mi ha lusingato dicendomi: 'Io amo gli ambiziosi: saranno mia proprietà! Tu sei ambizioso e perciò ti prenderò con me!'. Ma io gli risposi: 'Sono il peggiore di tutti'. Satana, allora, immediatamente sparì”. Anch'io ho vissuto qualcosa di simile quando mi apparvero i demoni. Nella mia paura esclamai: “Signore, vedi che i demoni mi impediscono di pregare. Dimmi tu cosa fare perché fuggano lontano da me”. E il Signore mi confidò: “I demoni non cessano di tormentare le anime orgogliose”. Replicai: “Signore, illuminami; quali pensieri renderanno umile la mia anima?”. Questa la risposta che ricevetti: “Tieni il tuo spirito agli inferi, e non disperare!”. Da allora iniziai a fare così e tutto il mio essere ha trovato pace in Dio. L'anima mia impara l'umiltà dal Signore. Mistero insondabile: il Signore mi si è manifestato e ha ferito il mio cuore con il suo amore, poi si è nascosto e ora la mia anima anela a Dio giorno e notte (cfr. Sal 42, 2). Egli, come pastore buono e misericordioso, è venuto a cercare me, la sua pecora ferita dai lupi, e mi ha curato”. (Silvano del Monte Athos)




Evangelio según San Lucas 6,39-42.

Les hizo también esta comparación: "¿Puede un ciego guiar a otro ciego? ¿No caerán los dos en un pozo?
El discípulo no es superior al maestro; cuando el discípulo llegue a ser perfecto, será como su maestro.
¿Por qué miras la paja que hay en el ojo de tu hermano y no ves la viga que está en el tuyo?
¿Cómo puedes decir a tu hermano: 'Hermano, deja que te saque la paja de tu ojo', tú, que no ves la viga que tienes en el tuyo? ¡Hipócrita!, saca primero la viga de tu ojo, y entonces verás claro para sacar la paja del ojo de tu hermano.




COMENTARIO


Ser bien listo significa ser humilde. Conocerse, hasta el fondo. Al término del camino de preparación catecumenal, el neófita de la Iglesia primitiva tenia clara la conciencia de su debilidad, que no podia hacer nada sin Dios, que el hombre viejo hecho de pasiones y de mentiras debia ser ahogado en las aguas del bautismo. No habia otra solución, porque habia aprendido a conocerse y a conocer a El, que lo habia llamado y elegido a ser cristiano. Era "iluminado", sus ojos fueron abiertos, se veia Cristo resucitado en las obras sobrenaturales que estaba cumpliéndo en el. Ninguna gloria vana, ninguna soberbia, sólo una gran humildad para desvestirse del primer Adán, la viga que le cargó sobre los ojos impidiéndole ver por toda la vida, para revestir el según Adán, la vida celeste de Dios que lo habia llamado, querido y purificado. La vida de Grazia, una vida "amnistiada." ¿Tenemos hoy también esta conciencia de conocerse como uno salvado al infierno? ¿Nos conocemos hoy al punto de ponernos, como Silvano del Monte Athos, en el infierno y, allí, esperar instante después de instante Su misericordia? "Una vez Silvano durante el servicio nocturno quiso hacer una reverencia hasta tierra delante del icono del Salvador, pero de repente vio delante de si la figura del diablo que esperó que se inclinara delante. "¿Señor, que hacer? Silvano gritó - enseguida sintió en su corazón la respuesta: "Los soberbio siempre sufren por la presencia del demonio. Tienes tu intelecto en el infierno y no te desesperes." La revelación de Dios fue algo que le devoviò la vida. De aquel momento a menudo repitió: "Pronto muero y mi alma cruel bajará en el infierno negro, allí sólo sufriré en el fuego y lloraré sin Dios: ¿dónde estás, Luz de mi alma? ¿Por qué me has abandonado? No puedo vivir sin Ti". De aquel momento la gracia siempre estuvo en el corazón del santo. Es esta la Grazia que hoy nos espera. La Luz capaz de conducir nuestra vida y aquella de quien vivas con nosotros y a nosotros es confiado, en familia, al trabajo, en todo sitio sea. La Grazia de la Santa humildad de Cristo, la perla preciosa que nos hace felices. Laúnica.


"¡Extraordinario! ¡El Dios no me ha olvidado, su criatura caída! Hay quién se desespera porque cree que Dios no perdonará su pecado. Pero pensamientos parecidos vienen del adversario. La misericordia de Dios es tal que nosotros no logramos tampoco percibirla en plenitud. El alma que ha sido llenada por el amor de Dios en el Espíritu Santo conoce de veras el desmedido amor de Dios para el hombre. Pero cuando pierde este amor, entonces es angustiada, quebrantada: la mente no piensa en otro, pero Dios solo busca. Un diácono un día me contó: He visto Satanás vestido por ángel de luz y me ha lisonjeado diciéndome: 'Yo quiero los ambiciosos: serán mi propiedad! Y Tú eres ambicioso y por tanto te tomaré conmigo!'. Pero yo le contesté: 'Soy el peor de todos.' Satanás, entonces, enseguida desapareció. "También yo he vivido algo parecido cuando me aparecieron los demonios. En mi miedo exclamé: "Señor, ves que los demonios me impiden rogar. Dime tú que hacer porque huyan lejos de mí." Y Dios me confió: "Los demonios no dejan de atormentar las almas orgullosas." Repetí: "Señor, ilumíname; ¿cuáles pensamientos harán humilde mi alma?". Este la respuesta que ricevetti: "¡Ten tu espíritu a los avernos, y no desesperes!". Desde entonces inicié a hacer así y todo mi ser ha encontrado paz en Dios. Mi alma aprende la humildad del Dios. Misterio insondable: Dios se ha manifestado y ha herido mi corazón con su amor, luego se ha escondido y ahora mi alma le anhela a Dios día y noche, (cfr. Sal 42,2). Él como pastor bueno y misericordioso, ha venido a buscarme, su oveja herida por los lobos, y me ha curado." (Silvano del Monte Athos)



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