Dotto, nel giusto senso della parola, è, in verità, colui che fa la volontà di Dio, buttando in un canto la propria volontà.
(Imitazione di Cristo)
Mt 21,28-32
In quel tempo, Gesù disse ai principi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: “Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli; rivoltosi al primo disse: Figlio, va’ oggi a lavorare nella vigna. Ed egli rispose: Sì, signore; ma non andò.
Rivoltosi al secondo, gli disse lo stesso. Ed egli rispose: Non ne ho voglia; ma poi, pentitosi, ci andò.
Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?”. Dicono: “L’ultimo”.
E Gesù disse loro: “In verità vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. È venuto a voi Giovanni nella via della giustizia e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, pur avendo visto queste cose, non vi siete nemmeno pentiti per credergli”.
IL COMMENTO
E' splendido il Vangelo di oggi che rivela un aspetto vero e fondamentale della vita cristiana. Da un lato le false certezze di chi presume di "farcela", d'essere pronto a compiere la volontà di Dio, il pelagiano moralista che crede di poter risolvere le questioni con le sue sole forze. Dall'altro lato la fotografia di un comunissimo e realissimo "carnal mormoratore".
E la Grazia che coinvolge la natura. Che, come diceva San Tommaso d'Aquino, non la cancella ma la trasforma: “Gratia non tollit naturam, sed perficit”, "la grazia di Dio non distrugge la natura umana, ma la porta alla perfezione". Spesso il primo impulso di fronte ad una Volontà Divina che non ci piace è un moto di fastidio e "ignorare che l'uomo ha una natura ferita, incline al male, è causa di gravi errori nel campo dell'educazione, della politica, dell'azione sociale e dei costumi" insegna il Catechismo della Chiesa Cattolica al n. 407. E' un'esperienza comune rifiutare di primo acchitto le situzioni sgradevoli. Le ferite del peccato originale non sono solo un'idea.
Per questo la pagina del Vangelo di oggi è la sintesi forse più profonda di quel che davvero accade nel cuore d'un uomo bagnato dalla Grazia. Di uomini, donne, reali e carnali, non semplici angeli passati per caso sulla terra. No. Per questo Gesù parla delle prostitute e dei pubblicani che hanno accolto la Buona Notizia di Giovanni, la possibilità di salvezza che si schiude dalla conversione, il cui frutto più evidente è il pentimento. Insegna ancora il Catechismo che "Infatti "il mistero dell'iniquità" (2 Ts 2,7) si illumina soltanto alla luce del mistero della pietà. La rivelazione dell'amore divino in Cristo ha manifestato ad un tempo l'estensione del male e la sovrabbondanza della grazia" (N. 385)
E' stata questa l'esperienza dei peccatori in fila silenziosa per ricevere il battesimo di Giovanni. Un cuore contrito e umiliato che Dio non disprezza. L'unico atteggiamento possibile, un cuore frantumato dalle Parole di Grazia dell'Annuncio Evangelico. La Parola ascoltata, accolta e sigillata per mezzo dello Spirito Santo: "La preparazione dell'uomo ad accogliere la grazia è già un'opera della grazia. Questa è necessaria per suscitare e sostenere la nostra collaborazione alla giustificazione mediante la fede, e alla santificazione mediante la carità. Dio porta a compimento in noi quello che ha cominciato: « Egli infatti incomincia facendo in modo, con il suo intervento, che noi vogliamo; egli porta a compimento, cooperando con i moti della nostra volontà già convertita» (Sant'Agostino, De gratia et libero arbitrio, 17, 33: PL 44, 901)" come puntualizza ancora il Catechismo al N. 2001.
Ne restano fuori coloro che, purtroppo spesso, chiusi in un malinteso atteggiamento "religioso", presumono d'aver capito, d'essere a posto. I tanti "giustizieri" che, immaginandosi perfetti o quasi, s'arrogano il diritto di dispensare scudisciate a destra e a manca contro le tante ingiustizie che insanguinano il mondo. Non che non si debbano denunciare le ingiustizie e i peccati, ma è la superbia che fa suonare anche le più sacrosante verità d'una musica falsa ed ipocrita. Gli strepiti dei Catari e Manichei d'ogni tempo che giudicano, dimenticando d'esserne responsabili esattamente come tutti gli altri.
I principi dei sacerdoti e gli anziani del popolo, ma non solo. E' infatti un atteggiamento diffuso e non lontano da noi, dalle nostre famiglie, dai nostri uffici, dalle file agli uffici postali, dalle nostre riunioni di condominio, dalle vie trafficate che ci conducono ai posti di lavoro o ai luoghi delle vacanze. Sembra impossibile che il nostro cuore possa cambiare, che la pietra divenga carne. Ma c'è la Grazia. Essa è come una goccia d'acqua che instancabilmente scivola su un pezzo di ferro sino a corroderlo e a frantumarlo. E' ferro il nostro cuore oppresso dalle concupiscenze, dalle passioni, dal peso d'un passato non riconciliato. Dai peccati accumulati in una vita. Ed è acqua pura e silenziosa la Grazia che nel tempo lo bagna attraverso la predicazione, la Parola di Dio, i sacramenti, le persone e i fatti che Dio manda alla nostra vita. Siamo duri e cocciuti, ma di tutto è più forte la Grazia d'amore del Signore.
C'è una figura nella letteratura che illustra magistralmente l'opera silenziosa della Grazia nel cuore dell'uomo. E' Kristin, la protagonista del romanzo "Kristin figlia di Lavrans". «L'ultimo pensiero chiaro [è scritto nelle ultime pagine, quando Kristin sta per morire] che ebbe fu che sarebbe morta prima che quei segni [i segni fatti misteriosamente da Dio sulla sua mano] fossero scomparsi, e la cosa le fece un gran piacere. Era un miracolo, qualcosa di incomprensibile, ma una cosa certa: Dio, ella lo sapeva, aveva stretto un patto con lei, un patto d'amore col quale la legava a sé in eterno, indipendentemente dalla sua volontà [la volontà ferita, il primo impulso di fronte ai fatti, alle tentazioni, un impulso che spesso si risolve in una catena di impulsi e anche, drammaticamente, di peccati], dai suoi pensieri terreni, questo amore era esistito sempre in lei [vi è un grido dello Spirito Santo al fondo del cuore di ciascuno, per quanto corrotto sia, un grido che non si può sopprimere e che accompagna l'uomo sino all'ultimo istante dell'agonia, un grido che può spegnersi solo con lo spirare, e per questo ogni uomo è un mistero e la Chiesa non può assolutamente dire chi sia sceso all'inferno, pur decretandone dogmaticamente l'esistenza], questo amore aveva agito come il sole sulla terra che dà alla fine i suoi frutti. Questi frutti nessuno avrebbe potuto distruggerli, né il fuoco dei desideri carnali, né l'orgoglio, né l'ira folle. Era stata serva di Dio, anche se ribelle, restìa, infedele nel cuore, con una preghiera falsa sulle labbra; una serva maldestra, insofferente davanti alla fatica, indecisa, ma Dio aveva voluto mantenerla lo stesso al suo servizio».
Kristin era stata una donna ferita, ma non mortalmente. La sua carne non era la parola definitiva sulla sua esistenza. La Grazia, inspiegabilmente, misteriosamente, l'aveva condotta ed ora, al crepuscolo della vita, le stigmate incancellabili dell'Amore divino le si svelavano. Nell'infedeltà la Fedeltà. Nell'incoerenza, la Coerenza. Nella carne la grazia. E lei v'era stata. Era lì. Forse non avrebbe voluto, forse le sue labbra avranno detto mille volte che no, non ci sarebbe andata in quella vigna. Ma si trovava, ora, al limite estremo dell'esistenza, proprio lì, in quella vigna tante volte negata. E vi aveva lavorato e faticato, il sudore d'ogni giorno; e non se n'era accorta. Il mistero della santità è tutto racchiuso in questo sguardo rivolto alla vita dalla soglia del Cielo: "Chi ha fatto tutto questo nella mia vita?".
Farisei e sapientoni, ritti dinnanzi all'altare s'illudono di poter ringraziare per aver operato povere opere di carne senza Grazia alcuna. I pubblicani e le prostitute nascosti nella penombra dell'umiltà non alzano neanche lo sguardo. Ogni loro istante carnale è pregno di Grazia, la chiave per il Cielo. « Dopo l'esilio della terra, spero di gioire furtivamente di te nella Patria; ma non voglio accumulare meriti per il cielo: voglio spendermi per il tuo solo amore [...]. Alla sera di questa vita comparirò davanti a te con le mani vuote; infatti non ti chiedo, o Signore, di tener conto delle mie opere. Tutte le nostre giustizie non sono senza macchie ai tuoi occhi. Voglio perciò rivestirmi della tua giustizia e ricevere dal tuo amore l'eterno possesso di te stesso... » (Santa Teresa di Gesù Bambino, Atto di offerta all'Amore Misericordioso) L'Avvento è anche questo, ogni giorno l'anticipo dell'ultima sera della nostra vita, le nozze eterne con l'eterno amore. Per Lui, anche oggi, ogni nostra miseria, per noi, anche oggi, ogni Sua Grazia.
Evangelio según San Mateo 21,28-32.
"¿Qué les parece? Un hombre tenía dos hijos y, dirigiéndose al primero, le dijo: 'Hijo, quiero que hoy vayas a trabajar a mi viña'.
El respondió: 'No quiero'. Pero después se arrepintió y fue.
Dirigiéndose al segundo, le dijo lo mismo y este le respondió: 'Voy, Señor', pero no fue.
¿Cuál de los dos cumplió la voluntad de su padre?". "El primero", le respondieron. Jesús les dijo: "Les aseguro que los publicanos y las prostitutas llegan antes que ustedes al Reino de Dios.
En efecto, Juan vino a ustedes por el camino de la justicia y no creyeron en él; en cambio, los publicanos y las prostitutas creyeron en él. Pero ustedes, ni siquiera al ver este ejemplo, se han arrepentido ni han creído en él.
COMENTARIO
Es espléndido el Evangelio de hoy que revela un aspecto verdadero y fundamental de la vida cristiana. De un lado las falsas certezas de quien supone que "yo puedo", de estar listo a cumplir la voluntad de Dios, el pelagiano moralista que cree de poder solucionar las cuestiones con sus solas fuerzas. Del otro lado la fotografía de un común y real "murmurador carnal."
Y la Grazia que implica la naturaleza. Qué, como dijo San Tomaso de Aquino,
no la borra sino la transforma: "Gratia no tollit naturam, sed perficit", "la gracia de Dios no destruye la naturaleza humana, sino la lleva a la perfección." A menudo el primero impulso frente a una Voluntad Divina que no nos gusta es un movimiento de molestia y "ignorar que el hombre tiene una naturaleza herida, propensa al mal, es causa de graves errores en el campo de la educación, de la política, de la acción social y de las costumbres" enseña el Catecismo de la Iglesia Católica al n. 407. Es una experiencia común rechazar en un primer momento las situaciones desagradables. Las heridas del pecado original no son sólo una idea.
Por eso la página del Evangelio de hoy es la síntesis quizás más profunda de lo que de verdad ocurre en el corazón de un hombre mojado por la Grazia. De hombres, mujeres, reales y carnales, no simples ángeles pasados por casualidad sobre la tierra. Por eso Jesús habla de las prostitutas y de los publicanos que han acogido la Buena Noticia de Juan, la posibilidad de salvación que brota de la conversión, cuyo fruto más evidente es el arrepentimiento. Todavía enseña el Catecismo que "En efecto "el misterio de la iniquidad", (2 Ts 2,7), se ilumina solamente a la luz del misterio de la piedad. La revelación del amor divino en Cristo ha manifestado a un tiempo la extensión del mal y la superabundancia de la gracia", N. 385.
Ha sido esta la experiencia de los pecadores en cola silenciosa para recibir el bautismo de Juan. Un corazón contrito y desentonado que Dios no desprecia. La única actitud posible, un corazón triturado por las Palabras de Grazia del anuncio Evangélico. La Palabra escuchada, acogida y sellada a través del Espíritu Santo: "La preparación del hombre a acoger la gracia ya es una obra de la gracia. Ésta es necesaria para suscitar y sustentar nuestra colaboración a la justificación a través de la fe, y a la santificación a través de la caridad. Dios lleva a cabo en nosotros lo que ha empezado: "Él empieza haciendo de modo, con su intervención, que nosotros queremos; él lleva a cabo, cooperando con los movimientos de nuestra voluntad ya convertidos" (San Augustin, De gratia et libre albedrío, 17,33: PL 44,901)", como puntualiza el Catecismo al N. 2001.
Quedan fuera los que, a menudo, cerrados en una malentendida actitud "religiosa", suponen de haber entendido, de estar listos. Los "verdugos" que, imaginándose perfectos o casi, se arrogan el derecho a dispensar a la derecha y la izquierda latigazos contra las muchas injusticias que ensangrientan el mundo. No es que no se tengan que denunciar las injusticias y los pecados, pero es la soberbia que hace tocar hasta a las más sacrosantas verdades de una música falsa e hipócrita. Los estrépitos de los Cataros y Maniqueos de cada tiempo que juzgan, olvidando de ser exactamente responsables como todos los demas. Los Principes de los sacerdotes y los ancianos del pueblo, pero no sólo.
En efecto es una actitud difusa y no lejos de nosotros, de nuestras familias, de nuestros despachos, de las colas a las oficinas de correos, de nuestras reuniones de condominio, de las calles traficadas que nos conducen a los lugares de trabajo o de las vacaciones. Parece imposible que nuestro corazón pueda cambiar, que la piedra se vuelva carne. Pero hay la Grazia. Ella es como una gota de agua que incansablemente resbala sobre un trozo de hierro hasta a corroerlo y a triturarlo. Es hierro nuestro corazón oprimido por las concupiscencias, las pasiones, el peso de un pasado no reconciliado. Los pecados acumulados en una vida. Y es agua pura y silenciosa la Grazia que lo moja por la predicación, la Palabra de Dios, los sacramentos, las personas y los hechos que Dios manda a nuestra vida en el tiempo. Somos duros y testarudos, pero de todo es más fuerte la Grazia de amor del Señor.
Hay una figura en la literatura que ilustra magistralmente la obra silenciosa de la Grazia en el corazón del hombre. Es Kristin, la protagonista de la novela "Kristin hija de Lavrans." "El último pensamiento claro [está escrito en las últimas páginas, cuando Kristin está a punto de morir] qué tuvo fue que habría muerto primera que aquellas señales [las señales misteriosamente hechas de Dios sobre su mano] hubieran desaparecido, y la cosa le hizo un gran placer. Fue un milagro, algo incomprensible pero una cosa cierta: Dios, ella lo supo, hizo un pacto con ella, un pacto de amor con el que la ató para siempre a si, independientemente de su voluntad [la voluntad herida, el primer impulso frente a los hechos, a las tentaciones, un impulso que a menudo se soluciona en una cadena de impulsos y también, dramáticamente, de pecados], de sus pensamientos terrenales, este amor siempre existió en ella [hay un grito del Espíritu Santo al fondo del corazón de cada uno, por cuanto corrompido sea, un grito que no se puede suprimir y qué acompaña el hombre hasta al último instante de la agonía, un grito que sólo puede apagarse con el exhalar, y por eso cada hombre es un misterio y la Iglesia no puede decir absolutamente quién haya bajado al infierno, incluso decretando dogmáticamente de ello la existencia], este amor actuó como el sol sobre la tierra que da al final sus frutos. Estos frutos nadies habría podido destruirlos, ni el fuego de los deseos carnales ni el orgullo ni la cólera loca. Habia sido sierva de Dios, aunque rebelde, restìa, infiel en el corazón, con una oracion falsa en los labios; una sierva torpe, intolerante frente la fatiga, indecisa, pero Dios quiso mantenerla de todas maneras a su servicio."
Kristin fue una mujer herida, pero no mortalmente. Su carne no fue la palabra definitiva sobre su existencia. La Grazia, inexplicablemente, misteriosamente, la condujo y ahora, al crepúsculo de la vida, los estigmas imborrables del amor divino se les revelavan. En la infidelidad la Fidelidad. En la incoherencia, la Coherencia. En la carne la Gracia. Y ella estuvo allí. Quizás no haya querido, quizás sus labios habrán dicho mil veces que no, que no habría ido a aquella viña. Pero se encontrava, ahora, al límite extremo de la existencia, justo allí, en aquella viña tantas veces negada y rechazada. Y allì habia trabajado y fatigado, el sudor de cada día no se podia borrar; y no se habia dado cuenta. El misterio de la santidad está encerrado en esta mirada revuelta a la vida llegada al umbral del Cielo: "¿Quién ha hecho todo esto en mi vida?".
Fariseos y sabiondos, rectos frente al altar se ilusionan de poder dar las gracias para haber obrado pobres obras de carne sin Grazia alguna. Los publicanos y las prostitutas escondidos en la penumbra de la humildad no levantan ni la mirada. Cada su instante carnal es preñado de Grazia, la llave por el Cielo. "Después del destierro de la tierra, espero alegrarme furtivamente de ti en la Patria; pero no quiero acumular méritos por el cielo: quiero gastarme solo por tu amor [...]. A la tarde de esta vida compareceré delante de ti con las manos vacías; en efecto no te pregunto, o Señor, de tener cuento de mis obras. Todas nuestras justicias no están sin manchas a tus ojos. Quiero por tanto revestirme de tu justicia y recibir de tu amor la eterna posesión de ti mismo... " (Santa Teresa de Jesús Niño, Acto de oferta al amor Misericordioso).
El Adviento también es eso, cada día la antelación de la última tarde de nuestra vida, las bodas eterna con el Eterno Amor. Por Él, también hoy, cada nuestra miseria, por nosotros, también hoy, cada Su Grazia.
Beato Guerrico d'Igny (circa 1080-1157), abate cistercense
Discorso 1 per San Giovanni Battista, § 2« Giovanni ha reso testimonianza alla verità...; egli era una lampada che arde e risplenda » (Gv 5, 35)
Questa lampada destinata a rischiarare il mondo mi colma di una gioia nuova, perché grazie ad essa ho riconosciuto la vera luce che splende nelle tenebre, ma non è stata accolta dalle tenebre (Gv 1,5)... Noi possiamo ammirarti, Giovanni, il più grande fra tutti i santi ; ma imitare la tua santità, per noi è impossibile. Poiché ti affretti a preparare un popolo perfetto per il Signore con dei pubblicani e dei peccatori, è urgente che, con parole che siano più alla loro portata della tua stessa vita, parli loro. Proponi dunque loro un modello di perfezione, non secondo il tuo modo di vivere, ma che sia adatto alla debolezza delle forze umane.
« Fate dunque, disse, frutti degni di conversione » (Mt 3,8). Noi, fratelli, ci gloriamo di parlare meglio di quanto viviamo. Giovanni invece, la cui vita è più sublime di quanto gli uomini possano capire, mette le sue parole alla portata della loro intelligenza. « Fate, disse, frutti degni di conversione ». « Vi parlo in una maniera tutta umana, a causa della debolezza della vostra carne. Se non potete ancora fare il bene pienamente, almeno nasca in voi un vero pentimento rispetto a ciò che è male. Se non potete ancora fare i frutti di una vera giustizia, per ora la vostra perfezione consista nel fare frutti degni di conversione ».
Beato Guerrico de Igny (hacia 1080-1157), abad cisterciense
2º sermón para san Juan Bautista, § 2«Juan ha dado testimonio de la verdad...; era la lámpara que ardía y brillaba» (Jn 5, 35)
Esta lámpara destinada a iluminar al mundo me da un gozo nuevo, porque es gracias a ella que he reconocido la verdadera Luz que brilla en las tinieblas, pero que las tinieblas no han recibido (Jn 1,5)... Podemos admirarte a ti, Juan, el más grande de todos los santos; pero imitar tu santidad nos es imposible. Puesto que te apresuras a preparar un pueblo perfecto para el Señor con unos publicanos y unos pecadores, es urgente que les hables de una manera más a su alcance que no sea tu vida. Proponles un modelo de perfección que sea, no según tu manera de vivir, sino adaptada a la debilidad de las fuerzas humanas.
«Producid, dice él, los frutos que pide la conversión» (Mt 3,8). Pero nosotros, hermanos, nos gloriamos de hablar mejor de lo que vivimos. Juan, cuya vida es más sublime de lo que los hombres pueden comprender, pone sus palabras al alcance de su inteligencia: «¡Dad, dice, los frutos que pide la conversión!» Os hablo de manera humana a causa de la debilidad de la carne. Si todavía no podéis practicar el bien plenamente, que por lo menos tengamos un verdadero arrepentimiento de lo que está mal. Si no podéis aún dar frutos de una perfecta justicia, que por lo menos vuestra perfección sea dar los frutos que pide la conversión.
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