Venuti da lui, quegli uomini dissero: “Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: Sei tu colui che viene o dobbiamo aspettare un altro?”
In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi.
Poi diede loro questa risposta: “Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi vengono sanati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunziata la buona novella. E beato è chiunque non sarà scandalizzato di me!”.
Juan fue informado de todo esto por sus discípulos y, llamando a dos de ellos,
los envió a decir al Señor: "¿Eres tú el que ha de venir o debemos esperar a otro?".
Cuando se presentaron ante él, le dijeron: "Juan el Bautista nos envía a preguntarte: '¿Eres tú el que ha de venir o debemos esperar a otro?'".
En esa ocasión, Jesús curó mucha gente de sus enfermedades, de sus dolencias y de los malos espíritus, y devolvió la vista a muchos ciegos.
Entonces respondió a los enviados: "Vayan a contar a Juan lo que han visto y oído: los ciegos ven, los paralíticos caminan, los leprosos son purificados y los sordos oyen, los muertos resucitan, la Buena Noticia es anunciada a los pobres.
¡Y feliz aquel para quien yo no sea motivo de escandalo!".
Commento sul Vangelo di Luca, 5, 99-102 ; CCL 14, 167-168
« Sei tu colui che viene ? »
Il Signore, sapendo che nessuno può credere con pienezza senza il Vangelo, perché la fede comincia dall'Antico Testamento, ma ha compimento nel Nuovo, quando lo interrogarono sulla sua identità, dimostrò di essere lui non con le parole, ma coi fatti : « Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete : i ciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l'udito, i morti risuscitano, ai poveri è predicata la buona novella ». Tale testimonianza è perfetta, poiché da lui era stato profetizzato : « Il Signore libera i prigionieri, il Signore ridona la vista ai ciechi, il Signore rialza chi è caduto... Il Signore regna per sempre » (Sal 145, 7s). Queste non sono i segni di un potere umano bensì divino.
Eppure questi esempi della testimonianza del Signore sono ancora poco : pienezza della fede è la croce del Signore, la sua morte, la sua sepoltura. Perciò alle parole suddette aggiunse : « Beato colui che non si scandalizza di me « (Mt 11,6). La croce potrebbe essere uno scandalo anche per gli eletti, ma per quanto riguarda la Persona divina, non può esistere testimonianza più valida di questa, nulla vi è che trascenda le cose umane quanto il volontario sacrificio di tutto se stesso, e di sé solo, per la salvezza del mondo : con questo unico atto egli dimostra pienamente di essere il Signore. Per questo Giovanni lo indica con le parole : « Ecco l'Agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo » (Gv 1,29).
Comentario al evangelio de san Mateo, 11,3
«Dichoso el que no se sienta defraudado por mí»
Juan, al enviar a sus discípulos a Jesús se preocupó de la ignorancia de éstos, no de la suya propia, porque él mismo había proclamado que alguno vendría para la remisión de los pecados. Pero para hacerles saber que no había proclamado a ningún otro que Jesús, envió a sus discípulos a que vieran sus obras a fin de que ellas dieran autoridad a su anuncio y que no esperaran a ningún otro Cristo fuera de aquél que sus mismas obras había dado testimonio de él.
Y puesto que el Señor se había revelado enteramente a través de sus acciones milagrosas, dando la vista a los ciegos, el andar a los cojos, la curación a los leprosos, el oído a los sordos, la vida a los muertos, la instrucción a los pobres, dijo: «Dichoso el que no se sienta defraudado por mí». ¿Acaso Cristo había ya hecho algún acto que pudiera escandalizar a Juan? Bien seguro que no. En efecto, se mantenía en su propia línea de enseñanza y de acción. Pero es preciso estudiar el alcance y el carácter específico de lo que dice el Señor: que la Buena Nueva es recibida por los pobres. Se trata de los que habrán perdido su vida, que habrán tomado su cruz y le habrán seguido (Lc 14,27), que llegarán a ser humildes de corazón y para los cuales está preparado el Reino de los cielos (Mt 11,29; 25,34). Y porque el conjunto de sus sufrimientos iba a converger en los del Señor y su cruz iba a ser un escándalo para un gran número de ellos, declaró dichoso a aquellos cuya fe no sucumbiría a ninguna tentación a causa de su cruz, su muerte, su sepultura.
OMELIA DI BENEDETTO XVI NELLA VISITA A UNA PARROCCHIA DI ROMA
San Massimiliano Kolbe a Torre Angela
CITTA' DEL VATICANO, domenica, 12 dicembre 2010
Cari fratelli e sorelle, accanto all’invito alla gioia, la liturgia odierna – con le parole di san Giacomo che abbiamo sentito - ci rivolge anche quello ad essere costanti e pazienti nell’attesa del Signore che viene, e ad esserlo insieme, come comunità, evitando lamentele e giudizi (cfrGc 5,7-10).
Abbiamo sentito nel Vangelo la domanda del Battista che si trova in carcere; il Battista, che aveva annunciato la venuta del Giudice che cambia il mondo, e adesso sente che il mondo rimane lo stesso. Fa chiedere, quindi, a Gesù: "Sei tu quello che deve venire? O dobbiamo aspettare un altro? Sei tu o dobbiamo aspettare un altro?". Negli ultimi due, tre secoli molti hanno chiesto: "Ma realmente sei tu? O il mondo deve essere cambiato in modo più radicale? Tu non lo fai?". E sono venuti tanti profeti, ideologi e dittatori, che hanno detto: "Non è lui! Non ha cambiato il mondo! Siamo noi!". Ed hanno creato i loro imperi, le loro dittature, il loro totalitarismo che avrebbe cambiato il mondo. E lo ha cambiato, ma in modo distruttivo. Oggi sappiamo che di queste grandi promesse non è rimasto che un grande vuoto e grande distruzione. Non erano loro.
E così dobbiamo di nuovo vedere Cristo e chiedere a Cristo: "Sei tu?". Il Signore, nel modo silenzioso che gli è proprio, risponde: "Vedete cosa ho fatto io. Non ho fatto una rivoluzione cruenta, non ho cambiato con forza il mondo, ma ho acceso tante luci che formano, nel frattempo, una grande strada di luce nei millenni".
Cominciamo qui, nella nostra Parrocchia: San Massimiliano Kolbe, che si offre di morire di fame per salvare un padre di famiglia. Che grande luce è divenuto lui! Quanta luce è venuta da questa figura ed ha incoraggiato altri a donarsi, ad essere vicini ai sofferenti, agli oppressi! Pensiamo al padre che era per i lebbrosi Damiano de Veuster, il quale è vissuto ed è morto con e per i lebbrosi, e così ha portato luce in questa comunità. Pensiamo a Madre Teresa, che ha dato tanta luce a persone, che, dopo una vita senza luce, sono morte con un sorriso, perché erano toccate dalla luce dell’amore di Dio.
E così potremmo continuare e vedremmo, come il Signore ha detto nella risposta a Giovanni, che non è la violenta rivoluzione del mondo, non sono le grandi promesse che cambiano il mondo, ma è la silenziosa luce della verità, della bontà di Dio che è il segno della Sua presenza e ci dà la certezza che siamo amati fino in fondo e che non siamo dimenticati, non siamo un prodotto del caso, ma di una volontà di amore.
HOMILÍA DEL PAPA EN LA PARROQUIA ROMANA DE SAN MASSIMILIANO KOLBE
Ayer durante su visita pastoral
ROMA, lunes 13 de diciembre de 2010
Hemos escuchado en el Evangelio la pregunta del Bautista que se encuentra en la cárcel; el Bautista, que había anunciado la venida del Juez que cambia el mundo, y que ahora siente que el mundo sigue igual. Hace preguntar, por tanto, a Jesús: “¿Eres tu el que debe venir? ¿O tenemos que esperar a otro? ¿Eres tu o tenemos que esperar a otro?". En los últimos dos, tres siglos, muchos han preguntado: “¿Pero eres realmente tu? ¿O el mundo debe ser cambiado de forma más radical? ¿Tu no lo haces?". Y han venido muchos profetas, ideólogos y dictadores, que han dicho: “¡No es él! ¡No ha cambiado el mundo! ¡Somos nosotros!". Y han creado sus imperios, sus dictaduras, su totalitarismo que habría cambiado el mundo. Y lo ha cambiado, pero de forma destructiva. Hoy sabemos que de estas grandes promesas no ha quedado sino un gran vacío y una gran destrucción. No eran ellos.
Y así debemos creer de nuevo a Cristo y preguntarle: “¿Eres tu?". El Señor, de la forma silenciosa que le es propia, responde: “Mirad lo que yo he hecho. No he hecho una revolución cruenta, no he cambiado el mundo con la fuerza, sino que he encendido muchas luces que forman, mientras tanto, un gran camino de luz a través de los milenios".
Comencemos aquí, en nuestra parroquia: san Maximiliano Kolbe, que se ofrece a morir de hambre para salvar a un padre de familia. ¡En qué gran luz se ha convertido! ¡Cuánta luz ha venido de esta figura y ha animado a otros a entregarse, a estar cerca de los que sufren, los oprimidos! Pensemos en el padre que era para los leprosos Damián de Veuster, el cual vivió y murió con y por los leprosos, y así ha iluminado a esta comunidad. Pensemos en Madre Teresa, que ha dado mucha luz a personas que, después de una vida sin luz, han muerto con una sonrisa, porque habían sido tocadas por la luz del amor de Dios.
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