Credere nel Figlio crocifisso significa «vedere il Padre»,
significa credere che l'amore è presente nel mondo
e che questo amore è più potente di ogni genere di male in cui l'uomo, l'umanità, il mondo sono coinvolti.
Credere in tale amore significa credere nella misericordia.
Questa infatti è la dimensione indispensabile dell'amore,
è come il suo secondo nome e, al tempo stesso,
è il modo specifico della sua rivelazione ed attuazione nei confronti della realtà del male che è nel mondo,
che tocca e assedia l'uomo,
che si insinua anche nel suo cuore e può farlo «perire nella Geenna»"
Giovanni Paolo II, Dives in Misericordia n.7
Mt 5,20-26
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna.
Se dunque presenti la tua offerta sull’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare e va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione. In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all’ultimo spicciolo!”.
IL COMMENTO
Mt 5,20-26
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna.
Se dunque presenti la tua offerta sull’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare e va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione. In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all’ultimo spicciolo!”.
IL COMMENTO
La giustizia. Cercare, farsi, volere giustizia. Rivoluzioni, sistemi, ideologie, tutte in nome della giustizia. E le nostre riunioni di condominio, e i turni in ufficio, la scelta dei periodi di ferie, e i furieri in caserma, i professori, gli studenti, primo-secondo-terzo figlio, tribunali e mani pulite, di tutto e di più in nome della giustizia. Tutti a cercare giustizia, eppure tutti, inconsapevomente, già giustificati gratuitamente per mezzo di Gesù, la Giustizia di Dio. L'ingiustizia più grande a far giusti gli ingiusti. La Croce, la Roccia sulla quale si infrange ogni tsunami malvagio di morte. L'amore che fa giustizia d'ogni sofferenza, d'ogni dolore, d'ogni peccato.
Perchè qualcuno ce l'aveva con Lui. Il mondo intero ce l'aveva con Lui. Ogni uomo, avvelenato dal demonio e dai suoi inganni ce l'aveva con Dio. Il dolore, la malattia, l'ingiustizia, i campi di concentramento, le torture, la guerra, la droga le violenze, i disastri naturali, il male, spazza via dal cuore e dalla mente dell'uomo il volto di Dio e tutto precipita in un abisso senza senso. La vita si trasforma in un'enorme ingiustizia. Vivere per morire. Vivere per soffrire. No. Non è possibile. Dio, se c'è, è un mostro, il peggiore. Viva Barabba allora, viva chi si fa avanti con slogan e sofismi promettendoci di strapparci all'ineludibile sorte del topo. A morte l'ingiusto. E morte è stata, per il Giusto. La Giustizia denudata, fustigata, annichilita. Crocifissa. La Giustizia giustiziata su di un patibolo. La Giustizia assassinata e sepolta. La Giustizia discesa agli inferi. L'ingiustizia più grande. Ed in essa il miracolo più grande, l'opera di Dio, una meraviglia ai nostri occhi, è stata colpita la cuore l'ingiustizia dalla giustificazione che salva. Ad ogni uomo preda dell'ingiusto serpente, schiavo del peccato e della morte è stato svelato l'inganno: il male non è l'ultima parola. Gesù è risuscitato! L'ingiustizia non è il nostro destino autentico, anche se, per i nostri peccati, l'ingiustizia ha preso possesso del mondo.
Risorto dalla morte, il Signore ci ha cercato, ha fatto di tutto per mettersi d'accordo con noi, poveri e sperduti come i discepoli di Emmaus, le nostre speranze infrante e il suo farsi accanto, il suo cammino sul nostro cammino per pagare sino all'ultimo spicciolo, il denaro che non avevamo, quella vita che doveva pagare per tutto il male e tutta l'ingiustizia, per comprare la morte e renderla innocua, e poi distruggerla per sempre. Ed il cuore arde nel petto di gioia indicibile. Amati. Perdonati. Giustificati perchè Lui è risorto. I nostri peccati sono stati distrutti, sepolti nella Sua tomba dalla quale è risorto trionfante. Ha chiesto perdono per noi che non sapevamo quello che facevamo. Proprio lì, nell'offrire il Suo sacrificio.
La giustizia del Padre è stata, è e sarà sempre la misericordia. Senza di essa niente Cielo. Il suo troppo amore, la sua giustizia si incarna anche oggi nei giustificati, in tutti noi passati attraverso la gran tribolazione, lavando le vesti nel sangue dell'Agnello; è la giustizia superiore a quella di scribi e farisei, l'amore che fa amico il nemico. Ecco allora un'aria nuova al condominio, al lavoro, in famiglia e dovunque, l'aria di misericordia che traspare dai figli di Dio. Che sia per tutti noi una quaresima di misericordia, per ogni nostro prossimo. Il Cielo sulla terra, verità e giustizia abbracciate e donate ad ogni nostro respiro. Questa giustizia il mondo attende con impazienza. Questa, e solo questa Giustizia lo salverà. Eternamente.
Sant'Agostino (354-430), vescovo d'Ippona (Africa del Nord) e dottore della Chiesa
Discorso 211, 5-6 ; SC 116, p. 169
« Va' prima a riconciliarti con il tuo fratello »
Fratelli, mi rivolgo a tutti voi perché, trovandoci in questi giorni sacri [della Quaresima], non rimangano in piedi le vostre discordie... Forse state parlando nella vostra mente e vi state dicendo : « Vorrei mettermi d'accordo, ma è lui che mi ha offeso... e tuttavia non vuol chiedermi perdono ». Che cosa dirò a costui ?... Bisogna stabilire tra di voi alcuni pacieri.... Tu devi semplicemente essere pronto a perdonargli, proprio pronto a perdonargli con tutto il cuore. Se sei disposto a perdonare, hai già perdonato.
Ma hai ancora una cosa che puoi fare : pregare ; prega per lui, perché ti chieda perdono ; poiché sai che va a suo danno se non lo chiede, prega per lui affinché lo chieda. Dì al Signore nella tua preghiera : « Signore, sai che non ho fatto niente contro quel mio fratello ... e che il suo peccato nei miei confronti danneggerebbe lui se non mi chiede perdono. Quanto a me ti chiedo di cuore di perdonargli ».
Ecco ciò che dovete fare per essere in pace con i vostri fratelli... affinché tutti possiamo far Pasqua con coscienza tranquilla, possiamo celebrare serenamente la passione di colui che, pur non dovendo niente a nessuno, ha saldato il debito al posto dei debitori ; parlo del Signore Gesù Cristo il quale non ha fatto torto a nessuno eppure, per così dire, il mondo intero si è scagliato contro di lui. E invece di esigere gravi punizioni ha promesso dei premi... Abbiamo lui come testimone nei nostri cuori : se abbiamo mancato contro qualcuno, chiediamogli perdono con cuore sincero ; se un altro ha mancato nei nostri confronti, siamo pronti a concedere perdono e preghiamo per i nostri nemici.
Discorso 211, 5-6 ; SC 116, p. 169
Fratelli, mi rivolgo a tutti voi perché, trovandoci in questi giorni sacri [della Quaresima], non rimangano in piedi le vostre discordie... Forse state parlando nella vostra mente e vi state dicendo : « Vorrei mettermi d'accordo, ma è lui che mi ha offeso... e tuttavia non vuol chiedermi perdono ». Che cosa dirò a costui ?... Bisogna stabilire tra di voi alcuni pacieri.... Tu devi semplicemente essere pronto a perdonargli, proprio pronto a perdonargli con tutto il cuore. Se sei disposto a perdonare, hai già perdonato.
Ma hai ancora una cosa che puoi fare : pregare ; prega per lui, perché ti chieda perdono ; poiché sai che va a suo danno se non lo chiede, prega per lui affinché lo chieda. Dì al Signore nella tua preghiera : « Signore, sai che non ho fatto niente contro quel mio fratello ... e che il suo peccato nei miei confronti danneggerebbe lui se non mi chiede perdono. Quanto a me ti chiedo di cuore di perdonargli ».
Ecco ciò che dovete fare per essere in pace con i vostri fratelli... affinché tutti possiamo far Pasqua con coscienza tranquilla, possiamo celebrare serenamente la passione di colui che, pur non dovendo niente a nessuno, ha saldato il debito al posto dei debitori ; parlo del Signore Gesù Cristo il quale non ha fatto torto a nessuno eppure, per così dire, il mondo intero si è scagliato contro di lui. E invece di esigere gravi punizioni ha promesso dei premi... Abbiamo lui come testimone nei nostri cuori : se abbiamo mancato contro qualcuno, chiediamogli perdono con cuore sincero ; se un altro ha mancato nei nostri confronti, siamo pronti a concedere perdono e preghiamo per i nostri nemici.
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