Quando Erode si accorse che i Magi se ne erano andati prendendo un'altra strada, deplorò di essere stato ingannato. Per il principe delle tenebre è infatti cosa fastidiosissima rendersi conto che la preda è sfuggita ai trabocchetti che la sua astuzia aveva teso.Ora il tiranno, infiammato da una rabbia ancor più feroce, smania di trucidare bimbi innocenti. Ma nella sua persecuzione contro i santi egli è beffato, perché, mentre crede di perdere coloro che uccide, procura ad essi uno stato di vita migliore. I martiri trasformano in vantaggio ciò che il tiranno macchina a loro perdizione. Attraverso una rovina momentanea, acquistano in un batter d'occhio la vita che dura.
Ecco, questi pargoli che Erode nemico della natura. nemico della pietà.. mostro di ferocia bestiale e di crudeltà inaudita uccide, in un istante diventano martiri. Mentre strappati in luogo di Cristo e per Cristo dal seno delle madri, sono abbattuti, col loro martirio offrono la testimonianza che non possono ancora presentare con la parola.
Lo spirito di questi piccoli, lasciando subitamente l'involucro infantile, non è trattenuto dal tenero corpo e dall'acerba età. Libero dagli impacci dell'infanzia, ormai in possesso della pienezza della ragione, si affretta a correre incontro a Cristo, chiede a lui la ricompensa dei suoi combattimenti. Da lui è introdotto alle gioie della luce e della pace eterna.
Lo spirito di questi bimbi celebra in cielo la solennità dell'Epifania e si rallegra non già della luce di una stella, ma dello stesso splendore della divina presenza.
La festa di Natale si concluse in cielo con il canto degli angeli; quaggiù trovò il compimento. grazie alla bocca dei bambini e dei lattanti, al clamore delle trombe di vittoria risuonanti fino al cielo. Il vagito degli infanti si è mutato in gioia, e in giubilo il loro lutto. L'esercito degli innocenti segue non la stella, ma l'Agnello e porta il solenne vessillo del suo gloriosissimo trionfo.
Il mondo non poté contaminare l'esercito infantile, che era appena sceso in campo a combattere. La rapida, subitanea morte non permise che fossero inquinati quei piedi che non avevano mai ancora calpestato il fango. Nell'inizio stesso della vita tutta quella falange innocente fu sospinta, senza che avesse subito danno nell'integrità, alla gloria della vera vita.
L'intelligenza che si sarebbe potuta sviluppare con il crescere negli anni, fu d'un tratto sciolta dalla durata e trovò il pieno compimento, sfuggendo alle vicissitudini del tempo. I sensi, avvinti dal sopore dell'infanzia, si svegliarono, le palpebre si aprirono, e quegli innocenti videro la luce, ottennero instantaneamente la beatitudine che è promessa agli operatori di pace e ai puri di cuore.
Quei bimbi sono ascesi lungo la scala di tutte le virtù senza il concorso di insegnamenti umani e hanno raggiunto la piena misura. Hanno ottenuto nel coro dei beati il primo posto, come protomartiri; introdotti nei segreti del cielo intercedono per noi la clemenza di Dio a cui sono strettamente uniti.
Passati dalla culla al cielo, sono divenuti i senatori e i giudici del Campidoglio celeste. Poiché non hanno bisogno di perdono per qualche colpa, sono presenti alle decisioni divine sia di misericordia, sia di giustizia. Ma più spesso seguono l'Agnello dovunque va (Ap 14,4) valendosi della sua mansuetudine piuttosto che della sua ira.
Sono stati lavati nel suo sangue frammisto al latte, hanno consacrato le primizie del battesimo mediante il martirio, aprendo la via ai fratelli. Quando la necessità esclude ogni indugio, il sangue non è meno efficace per lavare l'anima di quanto lo sia l'acqua santificata dalle parole sacramentali. In questa specie di battesimo cruento non manca il flusso vivificatore, perché il sangue, come l'acqua nel corso di un fiume, scorre per tutto il corpo.
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