Sant'Agostino. Nella festa di Santo Stefano


Stefano, il primo tra i Diaconi. Miracoli di Stefano nel nome di Cristo.
1. Stefano, il beatissimo e gloriosissimo martire in Cristo, ci ha già ben nutriti con le sue parole; dopo quel pasto, però, con il discorso del mio ministero vi presento quasi una seconda mensa. E che trovo di più dolce da servire in essa di Cristo e dello stesso Martire? Egli infatti è il Signore, costui è il servo: ma Stefano, da servo, è amico. Quanto a noi, siamo indubbiamente dei servi: egli ci conceda di essere anche amici. Quali servi, tuttavia? Tali da poter cantare con espressione di sincero affetto: O Dio, quanto a me, ho reso grande onore ai tuoi amici 1Avete ascoltato qual era Stefano quando fu scelto dagli Apostoli, prima che venisse ucciso in pubblico e coronato in segreto. Viene designato primo tra quei Diaconi, come Pietro fra gli Apostoli. Quindi, ordinato dagli Apostoli, dopo non molto precedette al martirio quelli che lo avevano ordinato: fu ordinato da loro e coronato prima di loro. Che avete allora ascoltato alla lettura della sua "passione"? Stefano intanto pieno di grazia e di Spirito Santo faceva prodigi e grandi miracoli in mezzo al popolo nel nome del Signore Gesù Cristo 2. Notate chi era a compierli e a nome di chi. Voi che imparate ad amare Stefano, amatelo in Cristo. È questo infatti che desidera, di questo si compiace, di questo gode, questo gli è gradito. Infatti, quanto ai suoi lapidatori, egli non fece vanto del proprio nome. Considerate chi egli confessava quando era lapidato; confessava in terra colui che vedeva in cielo; per lui dava la vita del corpo, a lui affidava la sua anima. Abbiamo forse letto, o possiamo leggere nella vera dottrina che Gesù compiva e compie miracoli nel nome di Stefano? Ne fece Stefano, ma nel nome di Cristo. Ne fa anche al presente: qualunque cosa notate che avviene per la memoria di Stefano, avviene nel nome di Cristo, perché Cristo sia fatto conoscere, Cristo sia adorato, Cristo sia atteso quale giudice dei vivi e dei morti, e perché coloro che lo amano abbiano posto alla sua destra. Infatti, quando sarà venuto, gli uni staranno alla sua destra, gli altri alla sua sinistra: beati, quelli alla sua destra; infelici, quelli alla sua sinistra.
Inflessibili i Giudei contro Stefano.
2. Tuttavia il beatissimo Stefano deve imitare il suo Signore. In modo mirabile, sotto le pietre, tollerava quegli uomini implacabili mentre lanciavano che cosa, se non ciò che essi erano? Perché sappiate che sopportava quegli induriti, ecco quanto disse loro: Gente testarda e pagana nel cuore e nelle orecchie, voi avete sempre opposto resistenza allo Spirito Santo 3. Vuoi morire, solleciti la lapidazione, bruci dal desiderio di essere coronato. Voi avete opposto sempre resistenza allo Spirito Santo. Mentre così parlava, quelli erano pieni d'ira e digrignavano i denti. Parla ancora, Stefano, aggiungi quanto per loro è intollerabile, aggiungi ciò che faccia loro perdere il controllo: aggiungi di che possano lapidarti, perché vi possiamo rinvenire la ragione di una celebrazione. I cieli si aprirono: il Martire vide il capo dei martiri, vide Gesù alla destra del Padre: vide per non tacere. Quelli non vedevano, ma odiavano; e non vedevano proprio perché odiavano. Egli non tacque quel che vide per raggiungere colui che vide. Ecco - disse - vedo i cieli aperti e il Figlio dell'uomo alla destra di Dio 4. Quelli si tapparono le orecchie quasi per non udire una bestemmia. Nel Salmo li riconoscete: Come vipera sorda che si tura le orecchie per non udire la voce dell'incantatore, e il rimedio applicato dal saggio 5Si dice infatti che le vipere, sul punto di subire l'incantesimo, premono un orecchio contro la terra e si turano l'altro con la coda per non precipitarsi fuori e abbandonare le loro caverne; l'incantatore, però, le tira fuori ugualmente. Così anche costoro sibilavano entro le proprie caverne, quando bruciavano nei loro cuori. Ancora non si erano spinti fuori: si tappavano le orecchie. Si decidano ormai a venir fuori, si rivelino quali sono: diano subito di piglio alle pietre. Corsero, lapidarono.
Stefano morente imita il Signore: consegna il suo spirito; prega per i suoi uccisori.
3. E Stefano? Che fece? Osservate prima colui che l'amico buono imitava. Il Signore Gesù Cristo, mentre pendeva sulla croce, disse: Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito 6. Questo come uomo, come crocifisso, come nato da donna, come incarnato, come colui che per noi sarebbe morto, sepolto, risorto il terzo giorno, asceso al cielo. Tutto questo, infatti, in quanto uomo. Come uomo, dunque: Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito. Egli disse: Padre; Stefano: Signore Gesù. Stefano che cosa disse come lui? Ricevi il mio spirito 7. Tu hai parlato al Padre, io mi rivolgo a te. Ti riconosco Mediatore. Sei venuto a rialzare chi era prostrato a terra: non sei caduto insieme a me. Ricevi - disse - il mio spirito. Chiedeva questo per sé nella preghiera: altro ancora gli tornò alla mente in cui poter imitare il suo Signore. Ricordate le parole di colui che pendeva sulla croce e riflettete sulle parole del suo testimone che veniva lapidato. Che disse il Signore? Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno 8. Allora forse era presente anche Stefano, era tra quelli stessi che non sapevano quello che facevano. In seguito, furono molti infatti coloro che credettero. Ma non siamo sicuri se il beatissimo Stefano sia stato di quelli che avevano creduto in Cristo precedentemente - come Nicodemo, che andò da lui di notte 9, che meritò di essere sepolto accanto a lui, perché per lui anch'egli fu scoperto - se, quindi, sia stato tra essi, o probabilmente tra coloro che, dopo l'Ascensione del Signore, con la venuta dello Spirito Santo, quando i discepoli ne furono ripieni e parlarono le lingue di tutte le genti, eccitati al pentimento, agli Apostoli dissero: Che cosa dobbiamo fare, fratelli? 10 Ditecelo. Disperavano infatti della salvezza per aver ucciso il Salvatore. E Pietro disse loro: Pentitevi, e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome del Signore nostro Gesù Cristo, e riceverete lo Spirito Santo e vi saranno rimessi i peccati 11. Consideri tutto questo? Quale peccato poteva restare non rimesso, dal momento che veniva perdonato anche il peccato che dette la morte a colui che rimette i peccati? che più nefando dell'uccidere il Cristo? Questo venne cancellato. Che dunque? Forse Stefano fu tra costoro. E se fu uno di essi, fu efficace anche per lui quella preghiera: Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno 12. Tuttavia anche Saulo fu tra di loro. Quando Stefano, l'agnello, veniva lapidato, egli era ancora lupo, ancora aveva sete di sangue, non si contentava di lapidare con le proprie mani, custodiva le vesti dei lapidatori. Perciò, Stefano, ricordando che cosa era stato detto in suo favore, ammettendo anch'egli tra quelli cui si riferiva il Signore quando disse: Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno, imitando, quindi, anche e particolarmente in questo il suo Signore, per essergli amico, disse a sua volta: Signore, non imputare loro questo peccato 13. Ma in quale atteggiamento parlò? In ginocchio. Raccomandò se stesso stando in piedi: pregando per i nemici, si pose in ginocchio. Perché raccomandò se stesso in posizione eretta? Perché si trattava di un giusto. E, quando si trattò di quelli, perché in ginocchio? Perché pregava per dei malvagi. Signore, non imputare loro questo peccato.
Saulo da lupo, pecora per la preghiera di Santo Stefano.
4. Ritieni che Saulo udisse tali parole? Le udì e derise: nondimeno, la preghiera di Stefano lo riguardava. Agiva ancora da nemico e già Stefano era esaudito in favore di lui. Già sapete, infatti, per qual motivo dirò qualcosa di Saulo e, poi, di Paolo; lo sapete di certo: come sia diventato credente Paolo è riportato nello stesso libro. Dopo l'uccisione di Stefano, la Chiesa di Gerusalemme subì una gravissima persecuzione. I fratelli che vi risiedevano vennero dispersi: restarono soltanto gli Apostoli; tutti gli altri cacciati via. Ma, come altrettante fiaccole ardenti, ovunque si recavano, portavano fuoco. Gli stolti Giudei, disperdendoli fuori di Gerusalemme, non facevano che porre braci ardenti in una selva. Non pago dell'uccisione di Stefano - cosa che ricordiamo volentieri, perché ormai è da noi venerato - che fece ancora Saulo? Si procurò lettere da parte dei Sacerdoti e degli Scribi che lo autorizzavano ad arrestare e condurre a quegli stessi tormenti, cui era stato sottoposto Stefano, uomini di questa tendenza, cioè cristiani, ovunque li avesse trovati. E Saulo andava, acceso di furore, il lupo andava ai recinti, alle greggi del Signore: quale lupo rabbioso, assetato di sangue, bramoso di stragi, andava per la sua via. Ed egli dall'alto: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? 14 Lupo, lupo, perché vai perseguitando l'agnello? Io ho ucciso il leone quando sono stato messo a morte. Perché mi perseguiti? Spogliati del lupo, sii pecora da lupo, pastore da pecora.
Dipinto: raffigura la lapidazione di Stefano e la conversione di Saulo.
5. Ha grande forza di attrattiva questo dipinto, dove riscontrate santo Stefano che viene lapidato e Saulo che custodisce le vesti dei lapidatori. Costui è Paolo, l'apostolo di Cristo Gesù 15, cioè, Paolo, servo di Cristo Gesù 16. Avete avvertito bene la voce: Perché mi perseguiti? 17 Sei atterrato, stai in piedi: da persecutore, prostrato, eretto da evangelizzatore. Parla, noi ascoltiamo: Paolo, per volontà di Dio, servo di Cristo Gesù 18. Forse per tua volontà, Saulo? Che sei stato per tua volontà, lo sappiamo, abbiamo veduto i tuoi frutti: secondo la tua volontà, venne ucciso Stefano. Per volontà di Dio, vediamo i tuoi frutti: dovunque si legge di te, dovunque si predica di te, dovunque tu converti a Cristo i cuori degli avversari, dovunque, da buon pastore, raduni greggi numerose. Tu regni con Cristo insieme a colui che hai lapidato. Entrambi vi vedete lassù; entrambi ascoltate ora il nostro discorso; entrambi pregate per noi. Entrambi esaudirà chi vi ha coronati, prima l'uno, poi l'altro: il primo, quello che subì la persecuzione, l'altro chi perseguitò. Quello era agnello allora, l'altro, invece, era lupo, ma ora sono agnelli entrambi. Gli agnelli ci riconoscano, ci vedano nel gregge di Cristo: ci raccomandino con le loro preghiere, in modo da impetrare alla Chiesa del loro Signore una vita serena e pacifica.



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