DISCORSO 317
SUL MARTIRE STEFANO
Traslate in Africa le reliquie di Santo Stefano. Grande ricompensa all'amore verso i nemici. Esempio del Padre celeste.
1. 1. Il beato martire Stefano, dopo gli Apostoli e dagli Apostoli ordinato primo Diacono, ottenne la corona prima degli Apostoli; con il martirio rese illustri quelle terre, da morto, ha visitato queste. Ma un morto, se non vivesse anche da morto, non farebbe visite. Un poco di "polvere" ha radunato tanta moltitudine: le "ceneri" non si vedono, i benefici sono in piena vista. Considerate, carissimi, che cosa Dio ci riserverà nella terra dei viventi, egli che tanti benefici elargisce grazie alla "polvere" di morti. Il corpo di santo Stefano è venerato in ogni luogo, ma a riscuotere lode è il merito della sua fede. Tendiamo a conseguire benefici di ordine temporale in modo che, imitandolo, meritiamo di ricevere quelli eterni. Quanto nel suo martirio ha proposto alla nostra imitazione il beato Martire, questo considerare, questo credere, questo compiere: è la valida celebrazione della solennità di un Martire. Dei precetti importanti e salutari, divini e altissimi che il Signore nostro ha dato ai suoi discepoli, agli uomini risulta gravoso quello per il quale ordinò di amare i loro nemici. Oneroso il precetto, ma grande la ricompensa. Infine, notate che cosa abbia detto nell'esortare a ciò: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano e pregate per coloro che vi perseguitano 1. Hai udito il compito, attendi la ricompensa, e fa' attenzione a quanto aggiunge: Perché siate figli del vostro Padre che è nei cieli, che fa sorgere il suo sole sopra i buoni e sopra i malvagi e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti 2. Lo vediamo, non lo possiamo negare. È stato forse detto alle nubi: Piovete sui campi dei miei devoti e ritiratevi dai campi dei miei bestemmiatori? Forse è stato detto al sole: Lasciati vedere da quelli che mi onorano, non farti vedere da quelli che mi maledicono? Benefici dal cielo, benefici dalla terra; sgorgano le sorgenti, i campi sono rigogliosi, gli alberi si caricano di frutti. Hanno di queste cose i buoni e le hanno pure i malvagi; le hanno quanti sono riconoscenti e le hanno gli ingrati. Crediamo che non riservi nulla ai buoni chi elargisce tanti beni a buoni e malvagi? Concede ai buoni e ai malvagi ciò che dette anche ai lapidatori di Stefano: tuttavia ai buoni riserva in realtà quanto ha dato a Stefano.
Altro esempio nel Cristo.
2. 2. Soprattutto, quindi, fratelli, ad esempio di questo Martire, impariamo ad amare i nostri nemici. L'esempio ci è stato offerto da Dio Padre, che fa sorgere il sole su buoni e malvagi. Questo ha detto pure il Figlio di Dio, in seguito alla sua Incarnazione, con la bocca della sua carne che assunse per amore dei suoi nemici. Infatti, egli che ama i suoi nemici venne al mondo e trovò suoi nemici proprio tutti, non trovò alcun amico. Per i nemici versò il sangue: con il suo sangue, però, convertì i nemici. Cancellò con il suo sangue i peccati dei suoi nemici: cancellando i peccati, da nemici li rese amici. Anche Stefano era uno dei suoi amici: anzi, lo è e lo sarà. Tuttavia, per primo, il Signore stesso mostrò sulla croce quello che prescrisse. Infatti, mentre i Giudei, da ogni lato, gridavano sdegnati, erano furenti, dileggiavano, ingiuriavano, crocifiggevano, disse: Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno 3. È la cecità infatti a crocifiggermi. La cecità crocifiggeva: ma il Crocifisso, del suo sangue, faceva un collirio per loro.
Esempio di Santo Stefano. Il Vangelo: documento e testamento.
2. 3. Ma ci sono uomini restii al precetto, avidi del premio che non amano i loro nemici, ma pretendono di potersi vendicare di loro, né fanno caso che, se il Signore avesse voluto vendicarsi dei suoi nemici, non sarebbe rimasto nessuno a lodarlo. Quando ascoltano questo passo del Vangelo, secondo il quale il Signore disse sulla croce: Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno, si dicono: Egli ha potuto in quanto Figlio di Dio, in quanto Unigenito del Padre. Sulla croce pendeva un corpo, ma all'interno si celava Dio. Ma che siamo noi per fare queste cose? Ingannò chi diede il precetto? Lungi da noi: non ingannò. Se ritieni sia troppo per te imitare il tuo Signore, bada a Stefano, tuo conservo. Cristo Signore è il Figlio Unigenito del Padre, lo è forse anche Stefano? Cristo Signore nacque da una vergine intemerata: anche Stefano forse? Cristo Signore venne in una carne immune da peccato, ma simile alla carne del peccato 4: forse anche Stefano? Nacque come sei nato tu; donde tu sei nato egli nacque; ebbe nuova vita da colui dal quale anche tu l'hai ricevuta; fu redento allo stesso prezzo versato per te; vale tanto quanto tu vali. Ci è stato procurato un documento. Il Vangelo è il documento, dove risulta che tutti siamo stati comprati: come lui, anche tu. È documento in quanto siamo servi; è testamento perché siamo figli. Tieni conto di lui, osserva il tuo conservo.
L'esempio dei Santi: lucerna per gli occhi deboli. L'amore verso i nemici: dono di Dio.
3. 4. Per te, che hai gli occhi deboli, è troppo fissare il sole? Guarda la lucerna. Disse infatti il Signore ai suoi discepoli: Nessuno accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa 5. La casa è il mondo, il lucerniere è la croce di Cristo: la lucerna che splende sul lucerniere è Cristo che pende dalla croce. Sullo stesso lucerniere splendeva anche colui che in un primo tempo custodiva le vesti dei lapidatori, Paolo da Saulo, agnello da lupo, e piccolo e grande; rapitore di agnelli e pastore di agnelli; sullo stesso lucerniere egli splendeva nell'affermare: Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso come io per il mondo 6. Così risplenda - disse - la vostra luce davanti agli uomini 7. Ecco, la luce di Stefano risplende, risplende questa lucerna: volgiamoci ad essa. Nessuno dica: È troppo per me: era un uomo e tu sei un uomo. Ma non l'ebbe da se stesso. O che la ricevette e poi ha chiuso per te? La sorgente è comune a tutti: bevi là dove egli bevve. Egli ricevette quale dono di Dio: chi dette è nell'abbondanza; chiedi anche tu e ricevi.
Il rimprovero di chi ama non ferisce mai. L'amore di Stefano verso i suoi uccisori.
4. 5. Il Signore accusò di colpevolezza i Giudei in modo duro e pungente, ma per amore: Guai a voi, Scribi e Farisei ipocriti 8. Quando diceva queste parole, chi non direbbe che egli li odiasse? Giunto alla croce, disse: Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno 9. Così pure Stefano; nelle sue parole, prima biasimò:Gente testarda e pagana nel cuore e nelle orecchie. Son parole di santo Stefano, indirizzate ai Giudei: Gente testarda e pagana nel cuore e nelle orecchie, voi avete sempre opposto resistenza allo Spirito Santo, come anche i vostri padri. Quale dei profeti non hanno ucciso i vostri padri? 10 Parlando in tal modo, fece capire che odiava, che era crudele. La lingua grida, il cuore ama. Abbiamo udito gridare la lingua, diamo prova che l'animo amava. Infatti corsero immediatamente a raccogliere pietre, uomini duri alle pietre dure, e lanciavano contro di lui quello che essi stessi erano. Veniva lapidato con pietre chi moriva per la Pietra, come dice l'Apostolo: Ma la pietra era Cristo 11. E se ebbe tanta tenacia nell'insegnare, notate quanto evidente sia stata la sua pazienza nella morte. Quelli squassavano il corpo di lui a colpi di pietra, ed egli pregava per i nemici: l'uomo esteriore veniva schiacciato e l'uomo interiore implorava. Ma il Signore che lo aveva munito, che lo aveva approvato, che gli aveva posto non sulla mano, ma sulla fronte il suo sigillo, osservava dall'alto il suo soldato per aiutarlo combattente, per coronarlo vincitore. Infine, gli si rivelò. Disse infatti Stefano: Ecco, vedo i cieli aperti e il Figlio dell'uomo alla destra di Dio 12. Era il solo a vederlo perché si mostrava a lui solo. E che disse a proprio favore? Signore Gesù, ricevi il mio spirito 13. Pregando per sé, stette in piedi, per loro piegò il ginocchio: per sé, in posizione eretta, per loro si teneva chino; per sé, diritto nella persona, per loro in umiltà: piegò il ginocchio, quindi disse: Signore, non imputare loro questo peccato 14. E, detto questo, si addormentò. O sonno di pace! Chi si addormentò in mezzo alle pietre dei nemici, come sarà vigilante nelle sue ceneri? Si addormentò sicuro, tranquillo nella pace, perché aveva consegnato il suo spirito al Signore.
Stefano amò i suoi nemici.
5. 5. Dunque, Stefano amò i suoi nemici. Infatti, egli che per sé pregava stando in piedi, pregando per loro, fissò a terra un ginocchio. Certamente adempì quanto è stato scritto. Fu riconosciuto autentico imitatore della passione del Signore e perfetto discepolo di Cristo, egli che, nel martirio, aveva adempiuto quanto aveva ascoltato dal Maestro. Il Signore infatti, pendendo dalla croce, disse: Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno 15, e il beato Stefano, trovandosi già ricoperto di pietre, disse: Signore Gesù, non imputare loro questo peccato 16. Uomo apostolico, fatto ormai, da discepolo, maestro! Bisognava infatti che il primo martire di Cristo seguisse la dottrina del Maestro. Prega per gli empi, prega per i bestemmiatori, prega per i suoi lapidatori. Allora, poiché era difficile essere esaudito a favore di tali uomini, si aggiunse la debolezza perché la carità divenisse più salda. Si inginocchiò, fece violenza. Pensate che non sia stato esaudito quando disse: Signore, non imputare loro questo peccato? Venne esaudito. Molti credettero infatti e proprio di quelli. Ma non voglio farvi andare lontano. Quanto a quel Saulo, che lapidava con le mani di tutti, che custodiva le vesti dei lapidatori 17, fu in suo favore che venne esaudito Stefano. In seguito incrudeliva; ricevuta l'autorizzazione scritta, si pose crudele alla ricerca di cristiani, assetato di sangue, anelante stragi 18. E il Signore che aveva esaudito Stefano a suo vantaggio gli disse: Saulo, Saulo,perché mi perseguiti? 19 Ha pregato per te colui che hai ucciso. Ed io ti scelgo perché tu diventi mio testimone e muoia per me 20.
6. 5. Celebriamo dunque il Natale di santo Stefano e rendiamogli il culto con la dovuta venerazione. Abbiamo celebrato il Natale del Signore; celebriamo anche il Natale del Servo. Siamo intervenuti numerosi per il Natale dei Salvatore, prendiamo parte pure in molti alla celebrazione del Natale del Martire. L'intemerata Vergine Maria dette alla luce nostro Signore, e la santa madre Chiesa condusse Stefano glorioso alla palma del martirio.
DISCORSO 319
SUL MARTIRE STEFANO
Prudenza di Stefano nel parlare ai Giudei. Quale servo, Stefano compie prodigi nel nome di Cristo.
1. 1. Il Signore, che concesse a santo Stefano di parlare a lungo con fermezza, mi accordi di parlare efficacemente in breve. Quasi preso da timore di loro, così prese a parlare Stefano ai suoi persecutori: Fratelli e padri, ascoltate 1. Che di più conciliante? che di più pacifico? Cercava il favore degli ascoltatori perché riconoscessero il Salvatore. Iniziò amabilmente al fine di essere udito per più tempo. E, poiché gli era stata mossa accusa di aver avuto espressioni contro Dio e la sua Legge, espose loro proprio la Legge, che era accusato di sovvertire, per farsene aperto sostenitore. L'ho udito io, l'avete udito voi: da parte mia non sono necessarie tante parole perché ne avete udite molte. A edificazione della Carità vostra, mi limito ad esortarvi a questo: a capire che santo Stefano aveva cercato l'onore di Cristo, a capire che il santo martire è stato testimone di Cristo, a capire che allora egli ha compiuto molti miracoli nel nome di Cristo. Voi avete infatti questa salutare consapevolezza, che santo Stefano ha compiuto miracoli nel nome di Cristo, ma che nessun miracolo ha compiuto Cristo Signore nel nome di Stefano. In tal modo potete distinguere chi è il servo e chi è il Signore; chi rende culto e chi è Dio; chi adora e chi dev'essere adorato. Proprio allora che distinguete gli siete cari. Egli infatti non versò il sangue a proprio vantaggio, ma lo versò per Cristo.
Consegna il suo spirito a Cristo.
2. 2. Considerate a chi egli abbia consegnato la propria anima. Ecco - dice - io contemplo i cieli aperti e il Figlio dell'uomo che sta alla destra di Dio 2. Prossimo a morire per Cristo, e a giungere a Cristo, contemplò Cristo confessando Cristo; ed alla fine, quando più fitti si facevano i colpi di pietre, quando dai cuori irrigiditi venivano scavate aspre ferite, si vide vicino non alla rovina, ma alla liberazione; avvertì che la propria anima era sul punto di sprigionarsi e la consegnò. A chi? A colui che vide, a chi offrì il suo culto, a colui che servì, del quale predicò il nome, per il cui Vangelo dette l'anima, a lui consegnò la propria anima. Signore Gesù - disse - ricevi il mio spirito 3. Mi hai reso vincitore, ricevimi in trionfo. Ricevi il mio spirito. Costoro mi perseguitano, tu accoglimi: quelli mi scacciano, tu lasciami entrare. Di' al mio spirito:Prendi parte alla gioia del tuo Signore 4. Questo infatti significa: Ricevi il mio spirito.
Dove Cristo ne riceve lo spirito.
2. 3. Ma dove ha accolto Gesù lo spirito di lui? in quale dimora? in quale cielo dei cieli? chi può comprendere? chi spiegare?
3. 3. Vuoi saperlo in sintesi? Ascolta Cristo stesso: Padre, voglio che dove sono io, anch'essi siano con me 5. Quale forza di pensiero riesce a capire che sia essere dov'è Cristo? Chi è capace di discuterne fino a renderlo manifesto? Venga rimesso alla fede, non si faccia affidamento sulle risorse della lingua. Quando si leggeva il Vangelo avete ascoltato: Dove sono io, là sarà anche il mio ministro 6. Leggete da un codice in greco e vi troverete "Diacono": termine che, tradotto in latino, suona "Ministro"; il codice in greco ha "Diacono"; quindi, Diacono in greco, Ministro in latino: così come "Martire" in greco, "Testimone" in latino; "Apostolo" in greco, "Inviato" in latino. Ma abbiamo ormai l'abitudine di usare termini in greco in luogo di quelli latini. Infatti molti codici dei Vangeli riportano in questo modo: Dove sono io, là sarà anche il mio diacono. Questo pensate detto, perché questo è stato detto: Dove sono io, là sarà anche il mio diacono. Disse dunque a ragione il suo diacono:Signore Gesù, ricevi il Mio Spirito 7. Tu lo hai promesso; io ho letto il Vangelo, ho annunziato il Vangelo: Dove sono io, là sarà anche il mio diacono. Sono stato il tuo diacono, ti ho servito il mio sangue, ho dato per te la mia vita; rendimi la tua promessa.
perché prega in ginocchio per i suoi lapidatori.
4. 4. E per i Giudei, per i suoi lapidatori, per quelle menti avide di sangue, per quegli spiriti implacabili come pregò? In ginocchio. Profonda è l'umiltà di Stefano, grave il crimine di quel popolo. In proprio favore pregò in piedi, per loro si pose in ginocchio. Antepose loro a se stesso? In nessun modo è da credersi. Amava i nemici: ma, riguardo al prossimo, è stato detto: Amerai il prossimo tuo come te stesso 8. Perché allora si pose in ginocchio? Perché sapeva di pregare per uomini che si macchiavano di un delitto, e quanto più malvagi essi erano tanto più era a lui difficile essere esaudito. Il Signore che pendeva sulla croce disse: Padre, perdona loro 9;Stefano, in ginocchio sotto le pietre: Signore, non imputare loro questo peccato 10. Seguì le orme del suo Pastore come pecora docile: agnello mite, seguì l'Agnello il cui sangue tolse il peccato del mondo. Si compì quel che disse l'apostolo Pietro: Cristo patì per noi, lasciandoci un esempio, perché ne seguiamo le orme 11.
Nel martirio, Stefano imita il Cristo paziente.
5. 5. Osserva quest'uomo che segue le orme del suo Signore. Cristo, sulla croce: Padre, nelle tue mani affido il mio spirito 12; Stefano, sotto le pietre: Signore Gesù, ricevi il mio spirito. Cristo, sulla croce: Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno 13. Stefano, sotto le pietre: Signore Gesù, non imputare loro questo peccato 14. Costui come avrebbe potuto non trovarsi là dov'era colui che seguì, dov'era colui che imitò?
Rinvenimento del suo corpo. Potere della sua intercessione.
6. 6. Riportò un trionfo, fu coronato. Il suo corpo rimase assai a lungo nascosto, è venuto alla luce quando Dio ha voluto, ha illuminato le terre, ha compiuto tanti miracoli: da morto, proprio perché non è morto, ha fatto tornare in vita dei morti. Perciò raccomando questo alla Carità vostra, che sappiate come le preghiere di lui ottengono molti miracoli, ma non tutti. Infatti, anche nelle relazioni che si danno, notiamo che, quanto all'essere esaudito, egli ha incontrato pure delle difficoltà e, nondimeno, ha poi ottenuto il beneficio per l'insistenza della fede in chi supplicava. Non si desistette, si pregò e, in seguito, per l'intercessione di Stefano, Dio intervenne. Le relazioni riportano le parole di Stefano in preghiera e quanto gli fu risposto: "La persona per la quale tu preghi non è degna, ha commesso questo e questo". Pur tuttavia, non desistette, pregò ed ottenne.
7. 6. Ci ha fatto comprendere che, come operava nel nome di Cristo prima di lasciare il corpo, ancora nel nome di lui egli prega, perché ottengano benefici coloro ai quali sa che si devono concedere.
Stefano nostro compagno di servizio. Solo a Dio l'adorazione.
7. 7. Egli, però, prega in qualità di servo. Un angelo era al fianco di Giovanni. Tali angeli sono con Dio e, se noi saremo stati buoni e lo avremo ben meritato, saremo uguali a loro. Ha detto Gesù: Saranno come angeli di Dio 15. L'angelo mostrava molti segni grandiosi a san Giovanni evangelista; commosso dai prodigi, si prostrò ad adorarlo. Un uomo adorò un angelo; ma l'angelo all'uomo: Alzati, che fai? è Dio che devi adorare: infatti io sono un servo come te e i tuoi fratelli 16.
8. 7. Se tanta fu l'umiltà che si rivelò nell'angelo, quanta umiltà voi pensate debba trovarsi in un martire, quale egli è realmente? Perciò, vediamo di non ritenere superbo Stefano, credendo che egli opera quel che opera per suo potere. Per mezzo di lui, che è servo come noi, dobbiamo ricevere i benefici e dare al Signore l'onore e la gloria. A che scopo dire di più e parlarvi più a lungo? Leggete i quattro versi che ho fatto scrivere nella Cappella, leggeteli, teneteli a mente, custoditeli in cuore. Infatti, abbiamo voluto che vi fossero scritti proprio perché legga chi vuole, legga quando vuole. Perché tutti possano ricordarli, sono appunto pochi; perché tutti possano leggerli, sono perciò in vista di tutti. Non c'è bisogno che si vada a consultare un codice: quella Cappella è il vostro codice. Veramente ci siamo presentati con maggiore puntualità del solito: ma poiché è stata lunga la lettura proclamata e intenso il caldo, la relazione dei benefici di Dio, per intercessione di lui, che oggi avevamo intenzione di leggere, la rimandiamo a domenica.
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