S. Bruno di Segni. Lo Spirito del Signore è sopra di me


Gesù tornò in Galilea con la potenza dello Spirito Santo e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Il Signore aveva predicato in Giudea e aveva mostrato con segni e miracoli la sua potenza e di là è tornato in Galilea. Ma come vi è tornato? Con la potenza dello Spirito. Sempre infatti il Figlio è nel Padre e il Padre è nel Figlio e lo Spirito Santo in entrambi. Benché dunque Gesù sempre fosse nella potenza dello Spirito Santo, sembrava agire così particolarmente quando dimostrava con la parola e l’opera la forza della sua potenza. Per cui aggiunge anche: Insegnava nelle loro sinagoghe e tutti ne facevano grandi lodi. Per questo infatti era magnificato, perché predicava con la potenza dello Spirito Santo.

E si recò a Nazaret, dove era stato allevato ed entrò secondo il suo solito, di sabato, nella sinagoga, e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia. A Nazaret era stato allevato ma non aveva studiato. Tuttavia si alzò a leggere, al fine di operare, leggendo, un miracolo per coloro tra i quali era stato allevato. Infatti non leggiamo che abbia mai fatto questo altrove. Se lo avesse fatto da un’altra parte, si sarebbe potuto pensare che aveva studiato presso un maestro. Ma non potevano supporre questo coloro che lo avevano conosciuto dall’infanzia e non lo avevano mai visto frequentare le scuole e non lo avevano mai udito leggere tanto ampiamente. Ma nota ciò che dice: Entrò secondo la sua consuetudine nella sinagoga. I cristiani infatti devono avere questa consuetudine di venire ogni giorno alla chiesa e ogni giorno di leggere loro stessi oppure, se non ne sono capaci, di ascoltare leggere gli altri.

E apertolo, trovò il passo dove era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione ... Non si meravigliavano perché leggeva, se non forse per il fatto che non aveva studiato, ma perché esponeva mirabilmente ciò che leggeva. Le sue parole infatti erano piene di grazia e dolci per tutti ad ascoltarsi, secondo quanto sta scritto: Tu sei il più bello tra i figli dell’uomo: sulle tue labbra è diffusa la grazia (Sal 44, 3). E ancora: Come sono dolci al mio palato le tue parole, più del miele alla mia bocca (Sal 118, 103). E non tanto la lettura in sé dava questa grazia e questa dolcezza, quanto la spiegazione della lettura.

Vediamo pertanto che cosa significa questa lettura del profeta Isaia, anzi del nostro Signore. Egli ha compreso che essa parlava di lui stesso e l’ha proclamata adempiuta in lui. Lo spirito del Signore – dice – è su di me. È lui infatti il fiore della radice di Iesse, sul quale riposa lo Spirito del Signore, Spirito di sapienza e di intelletto, di consiglio e di fortezza, Spirito di scienza e di pietà, e Spirito di timore del Signore. È lui di cui è stato scritto: Hai amato la giustizia e odiato l’empietà: perciò ti ha unto Dio, il tuo Dio, con olio di letizia a preferenza dei tuoi compagni (Sal 44, 8). Conviene infatti e molto giova che sia eletto uno così, e sia eletto re colui che ha odiato l’iniquità e amato la giustizia. Dica pure dunque: Lo Spirito del Signore è su di me, per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato ad annunziare ai poveri il lieto messaggio.Certo a quei poveri di cui è detto: Beati i poveri in spirito (Mt 5, 3). Un ricco venne da lui e, ascoltate le sue parole, se ne andò via triste perché aveva molti beni. Giustamente dunque il Signore predica non ai ricchi, ma ai poveri. E sana i contriti di cuore, perché facilmente la sua dottrina li soccorre. Di loro dice il Salmista: Un cuore contrito è sacrificio a Dio, un cuore affranto e umiliato, o Dio, tu non disprezzi (Sal 50, 19). Abbia
dunque il cuore contrito chi desidera essere sanato da Dio. Predica anche la libertà ai prigionieri, non quella per cui siamo affrancati da Babilonia, ma quella per cui siamo liberati dai demoni. Predica anche la vista ai ciechi, privi della luce interiore. Di questa cecità certo parla l’Apostolo: Israele in parte è stato accecato (Rm 11, 25). Rimanda in libertà gli oppressi perché chiama al suo perdono, risanando lui stesso e rimettendo i peccati, coloro che il diavolo aveva ferito con i suoi colpi. Predica anche l’anno di grazia del Signore e il giorno della retribuzione dicendo: Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino (Mt 3, 2). E ancora: Molti profeti e re vollero vedere quello che voi vedete e non lo videro, e udire quello che voi udite e non lo udirono (Mt 8, 17). Di questo anno di grazia, di questo giorno di retribuzione l’Apostolo dice: Ecco il tempo favorevole, ecco ora il giorno della salvezza (1 Cor 6, 2).


(Dal Commento a Luca I, V, 15)


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