San Cirillo di Alessandria. Annunziò la buona novella ai poveri


Cristo, volendo restaurare il mondo e ricondurre tutti gli uomini al Padre, trasformare in meglio tutte le cose e rinnovare la faccia della terra, assunse la condizione di servo (cfr. Fil 2, 7) – egli Signore dell’universo – e annunziò la buona novella ai poveri, affermando che proprio per questo era stato mandato. Per poveri si possono intendere quelli che soffrono nella totale indigenza, ma anche, come dice la Scrittura, tutti quelli che non posseggono la speranza e che nel mondo sono privi di Dio.
Arrivati a Cristo dal paganesimo, arricchiti dalla fede in lui, hanno conseguito un tesoro divino venuto dal cielo, la predicazione del Vangelo della salvezza, resi partecipi in tal modo del regno dei cieli e consorti dei santi, eredi di quei beni che non si possono né immaginare, né domandare: cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo; queste ha preparato Dio per coloro che lo amano (1 Cor 2, 9).

O forse qui s’intende che ai poveri in spirito è stato donato nel Cristo abbondante ministero di carismi. Egli chiama coloro che hanno il cuore smarrito, e l’animo debole e fiacco, quelli che sono incapaci di resistere agli assalti delle tentazioni, talmente soggetti alle passioni da sembrarne schiavi. Ebbene proprio a questi egli promette guarigione e aiuto, così come ai ciechi dona la vista. Infatti quelli che adorano una creatura e dicono a un pezzo di legno: tu sei mio padre; e a una pietra: tu mi hai generato (Ger 2, 27) certo non hanno conosciuto Dio. Che cosa sono se non dei ciechi nel cuore, privi della luce divina per intendere? A costoro il Padre infonde la luce di una vera conoscenza di Dio.
Chiamati per mezzo della fede lo hanno conosciuto; anzi, più ancora sono stati conosciuti da Lui. Mentre erano figli della notte e delle tenebre, son diventati figli della luce. Il giorno è spuntato ad illuminarli, ed è sorto per loro il sole di giustizia; per loro si è levata lucente la stella del mattino.
Nulla ci vieta di applicare tutto questo anche ai fratelli venuti dal giudaismo. Anch’essi erano poveri, col cuore spezzato, come schiavi e nelle tenebre. Ma venne Cristo, e a Israele prima che agli altri si annunziò con le benefiche e fulgide manifestazioni della sua potenza, proclamò l’anno di misericordia del Signore e il giorno della salvezza. Anno della misericordia era quello in cui Cristo fu crocifisso per noi. Allora davvero noi siamo diventati cari a Dio Padre, e per mezzo di Cristo abbiamo dato frutto. Ce lo ha insegnato egli stesso: In verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; ma se invece muore produce molto frutto (Gv 12, 24). A coloro che piangevano su Sion venne offerta in Cristo la consolazione, e la gloria invece della cenere. Cessarono infatti di piangerla, e cominciarono a predicare e annunziare il vangelo della gioia.
(Dal Commento sul profeta Isaia 5, 5)

Nessun commento: