San Cipriano. Giovanni Battista, martire per la verità

        «Le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi» (Rom 8,18). Chi non farebbe di tutto per ottenere una tale gloria diventando amico di Dio, per rallegrarsi al più presto in compagnia di Gesù e ricevere la ricompensa divina dopo le pene e i tormenti di questa terra?

        E' una gloria per i soldati di questo mondo rientrare trionfanti in patria, dopo la vittoria sui nemici. Ma non è forse una gloria maggiore aver vinto il demonio e ritornare trionfanti in quel paradiso da cui Adamo era stato espulso a causa del suo peccato? E, dopo aver sconfitto colui che l'aveva ingannato, riportarvi il trofeo della vittoria? Offrire a Dio come un magnifico bottino una fede integra, un coraggio spirituale ineccepibile, una lodevole dedizione? ... Diventare coerede di Cristo, eguale agli angeli, gioire felicemente del regno celeste coi patriarchi, gli apostoli, i profeti? Quale persecuzione può vincere tali pensieri, che possono aiutarci a superare le torture? ...
     
        La terra ci chiude in prigione con le persecuzioni, ma il cielo resta aperto.... Quale onore, quale certezza andarsene da qui nella gioia, trionfando in mezzo ai tormenti e alle prove! Socchiudere gli occhi che vedevano gli uomini e il mondo, e riaprirli immediatamente sulla gloria di Dio e di Cristo! ... Se la persecuzione si abbatte su un soldato così preparato, non potrà sconfiggere il suo coraggio. E anche se siamo chiamati in cielo prima della lotta, una fede così preparata non resterà senza ricompensa. ... Nella persecuzione, Dio ricompensa i suoi soldati; nella pace premia la buona coscienza.

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