« "Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria." (Lc 1, 26-27).
Perché Luca chiama il messaggero della promessa per nome ? Essa significa: "timore del trono di Dio", cosi il profeta Daniele chiamava l'inviato della Providenza che manifesta agli Uomini il senso degli avvenimenti storici.
"Gioisci ! La pace sia con te ! ...Shalom lah Mariam ! Ave Maria ! Gioisci, o piena di grazia !".
È, questo saluto, come il primo lampo di luce, della luce della Gloria di Dio. Secondo la tradizione, esso fu rivolto alla Vergine al pozzo di Nazareth. Poi inizia il silenzio, pieno di attesa e di sacro timore, che prende Miriam. Luca infatti prosegue :
"A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto".
"Non temere, Maria, perché haï trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell' Altissimo ; il Signore gli darà il trono di Davide, Suo padre, e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine." (Lc 1, 30-33).
Il mistero di Gesù è inseparabile dal mistero della Vergine.
Il Messia probabilmente sarebbe potuto venire al mondo come tutti i figli degli uomini. Un presentimento di questo era già presente nel simbolismo dei profeti, i quali esortavano la comunità ad avere un solo Amato e Sposo. Tale fu anche Miriam. A chi altri avrebbe potuto appartenere, se aveva consacrato tutta se stessa allo Sposo celeste ? In questo sta il senso della divino-umanità, che è impensabile senza uno slancio terreno di risposta che va incontro al Creatore.
L'Annunciazione si inserisce appieno nel terreno spirituale dell'Antico Testamento. La Vergine della Galilea era cresciuta in seno al popolo di Dia; tuttavia il suo volto è il volto di tutta l'umanità, di tutti coloro che prestano ascolto al richiamo dell'Eterno.
Di più, ella incarna in sé tutto l'universo, il creato che tende al cielo : "In te gioisce, o Piena di Grazia, ogni creature, il coro degli angeli e il genere umano." Preghiera alla Vergine cantata nella liturgia di san Basilio dopo la consacrazione. Esiste un'icona che raffigura il contenuto della preghiera; la Madre di Dio, col Bambino in grembo, è rappresentata al centro di tutto il creato: il genere umano, gli angeli, le piante, gli animali.
Chi conosce l'influenza che lo Spirito ha sulla carne ? Come potremmo definire quella forza straordinaria che sconvolse tutto l'essere della Prescelta ? O come descrivere quel cataclisma che ha demolito la barriera tra i mortali e l'Eterno ? L'estasi dei profeti, i cui cuori erano stati marchiati a fuoco dalla Parola di Dio, non è che una debole prefigurazione del mistero dell'Incarnazione.
Malgrado ciò, l'evangelista non trova altro mezzo di espressione di questo mistero, se non ciò che gli suggeriscono Isaia e Ezechiele :
"Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio." (Lc 1,35).
Qui ogni parola ricorda la cosmogonia biblica, il Ruah Elohim, lo Spirito di Dio, potenza creatrice dell'Onnipotente.
Lo Spirito spingeva i profeti a parlare e scendeva sui capi del popolo ; Egli dona all'uomo la saggezza e a tutti gli esseri la vita; Egli anima l'universo.
Nell'Antico Testamento, la sua manifestazione è descritta come tempesta e fuoco, ma anche come il soffio di un venticello leggero. L'impulso divino agisce in ogni nascita, ma nel mistero del Messia esso si manifestò con una forza incomparabile, poiché stava nascendo il "nuovo Adamo".
Alexander MEN (1935-1990),
Istorija religii, volume 6, Moscou 1992, pp. 392-400.
Tradotto in Italiano
da G. Guaïta dans
Testi Mariani del secondi Millenio,
Nuova Citta, Roma, 2002, vol 2., pp. 536-540
Nessun commento:
Posta un commento