Venerdì della XXXIII settimana del Tempo Ordinario




Giotto, la cacciata dei mercanti dal Tempio, Cappella degli Scrovegni, Padova



Lc 19,45-48


In quel tempo, Gesù entrato nel tempio, cominciò a scacciare i venditori, dicendo: "Sta scritto: La mia casa sarà casa di preghiera. Ma voi ne avete fatto una spelonca di ladri!".
Ogni giorno insegnava nel tempio. I sommi sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo perire e così anche i notabili del popolo; ma non sapevano come fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue parole
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IL COMMENTO

Siamo Suoi. Lui ha versato ogni Suo avere per riscattarci e farci, eternamente, suoi. Non è semplice comprendere la portata di quest'appartenenza. Proviamo a riflettere: Qualcuno ci ha amato veramente. Senza alcuna condizione. Gratuitamente. Sapendo in anticipo di che pasta fossimo. Infedeli, perversi e adulteri. Sì, adulteri nel cuore, allargato a dismisura per accogliere innumerevoli amanti e spintonare per far fuori l'unico che davvero ha rischiato tutto per noi, l'unico che si è giocato la vita per noi. Per noi così come realmente siamo, non per quell'immagine falsa di noi che vendiamo, nella quale siamo truccati e agghindati di compromessi e di belle presenze.

Ah, non preoccupiamoci, anche quando urliamo ai quattro venti d'esser coerenti, di dire le cose in faccia, d'essere liberi, di fatto stiamo indossando l'ennesima maschera, quella del "puro", del "sincero sino alle estreme conseguenze". Maschera buona di solito quando le altre, quelle più luccicanti e ammalianti, non hanno funzionato a dovere. O anche, perchè no?, quella di "chi non guarda in faccia a nessuno" è, spesso, una maschera che ci mettiamo, così, per identificarci e staccarci dalla massa informe dei proni ai piedi degli altri. Comunque maschere. Comunque carnevale. Comunque insegne luminose, cartelloni pubblicitari, spot ben lanciati nell'etere ad attirare l'attenzione su di noi. E far soldi, accumulare fascine d'affetto, di stima, "manager dei sentimenti" nella calca della "borsa dei sentimenti", sperando e travagliando perchè alla fine della giornata l'indice degli scambi mostri, finalmente, il segno "più".

Una spelonca di ladri, rubiamo le persone, le mettiamo sotto chiave perchè possano saziare il nostro cuore. E soffriamo. Immensamente. Senza lo straccio di un solo bilancio in attivo. Sempre tutto in rosso. E sempre più soli. Già, la nostra solitudine di fronte all'invicibile gelosia di Dio, lo zelo del Figlio che irrompe nelle nostre esistenze e le stravolge, le purifica. Per questo in ogni giornata è nascosto l'imprevisto, un mal di testa, un tamponamento, un fallimento, un'incomprensione, qualcosa che, come un ago, fora il pallone gonfiato dai nostri sogni che è la nostra vita senza di Lui.

Ma noi siamo Suoi, Lui ha consegnato la Sua vita per questi "zombi" sperduti nel mondo che siamo noi, vomintati dall'infernale macchina del commercio di affetti e sentimenti. Siamo del Signore, nonostante tutto. Anzi proprio perchè soli, perduti, stanchi e feriti, siamo suoi, le Sue braccia distese, ora per noi. La Sua casa, la Sua famiglia, il Suo luogo, il Suo riposo, la Sua gioia, il "Suo", siamo noi. La nostra vita non è un affannato e tragico commercio. La nostra vita è stare con Lui, in Lui amare, donare e non rubare e accaparrare, in Lui perderci per essere persi in ogni "altro" che si appresta alla porta della nostra casa. La Sua casa.

Lo zelo del Signore per noi riassume il Suo amore per ciascun uomo. Noi, la Sua casa, il luogo di riposo, l'appuntamento di salvezza per tutti i popoli. Dietro ad ogni evento della nostra vita vi è dunque il disegno di salvezza di Dio. Purifica noi per salvare il mondo. Caccia dalle nostre vite la paccottiglia che impedisce la liturgia di lode pensata per le nostre vite. Ci fa santi, proprio attraverso gli inconvenienti, i dolori, le sofferenze. La Croce ci fa veri, cioè Suoi, per attirare e salvare tutti quelli che ancora non lo sono, meglio, che ancora non sanno di esserlo. Amore infinito per noi, amore infinito per tutti. Che il Signore ci conceda oggi e ogni giorno occhi di fede per vedere, in ogni evento, la Sua mano distesa verso i poveri, i deboli, i peccatori. Ogni istante delle nostre esistenze è santo, parte della Storia di salvezza che cerca ogni uomino. Perchè Dio sia tutto in tutti.


Evangelio según San Lucas 19,45-48.
Y al entrar al Templo, se puso a echar a los vendedores,
diciéndoles: "Está escrito: Mi casa será una casa de oración, pero ustedes la han convertido en una cueva de ladrones".
Y diariamente enseñaba en el Templo. Los sumos sacerdotes, los escribas y los más importantes del pueblo, buscaban la forma de matarlo.
Pero no sabían cómo hacerlo, porque todo el pueblo lo escuchaba y estaba pendiente de sus palabras.


COMENTARIO

Somos Suyos. Él ha pagado todas sus propiedades para rescatarnos y hacernos suyos eternamente. No es facil comprender el alcance de esta pertenencia. Probamos a reflexcionar: Alguien nos ha querido realmente. Sin alguna condición. De gratis. Sabiendo en antelación de qué pasta somos hechos. Infieles, perversos y adúlteros. Sí, adúlteros en el corazón, ampliado con exceso para acoger a innumerables amantes y empujar para matar El único que de veras ha arriesgado todo por nosotros, El único que se ha jugado la vida por nosotros. Por cada uno tal como realmente somos, no por aquella imagen falsa de nosotros que vendemos, en a qual somos maquillados y acicalados de compromisos y de bonitas presencias.

Y no, no nos preocupemos, también cuando gritamos a los cuatro vientos de ser coherentes y sinceros, de decir las cosas en la cara, de estar libres, de hecho estamos vistiendo la enésima máscara, aquella del "puro", de lo sincero hasta a las extremas "consecuencias." Máscara buena generalmente cuando las otras, aquellas más brillantes y fascinantes, no han funcionados bien. ¿O también, por qué no?, aquella de "quién no tiene miedo frente a nadie" que es, a menudo, una máscara que nos metemos, así, para identificarnos y despegarnos de la masa informe de todos los pronos a los pies de los otros. En todo caso máscaras. En todo caso carnaval. En todo caso insignias luminosas, anunciantes publicitarias, spot bien lanzados en el éter a llamar la atención sobre nosotros. Y hacer dinero, acumular fajinas de cariño, de consideración, "manager" de los sentimientos en el follon de la "bolsa" de los afectos, esperando y trabajando porque al final del día el índice de los cambios enseñes, por fin, un signo positivo.

Hemos hecho de nuestra vida una cueva de ladrones, donde robamos y ratamos a las personas, las ponemos bajo llave porque puedan saciar nuestro corazón. Y sufrimos. Inmensamente. Sin un dia con el balance en activo. Siempre todo en rojo. Y cada vez más solos. Y hoy, nuestra soledad frente al invencible celo de Dios, el celo del Hijo que irrumpe en nuestras existencias y las turba, las purifica. Por eso en cada día està escondido el imprevisto, un dolor de cabeza, un choque trasero, una quiebra, una incomprensión, algo que, como una aguja, pincha el balón hinchado por nuestros sueños que es nuestra vida sin Él.

Pero nosotros somos Suyos, Él ha entregado Su vida por estos "zombies" apartados en el mundo que somos nosotros, vomitados de la infernal máquina del comercio de cariños y sentimientos. Somos del Señor, a pesar de todo. Más bien justo porque solos, perdidos, cansados y heridos, somos suyos, Sus brazos extendidos, ahora por nosotros. Su casa, Su familia, Su lugar, Su descanso, Su alegría, lo "Suyo" somos nosotros. Nuestra vida no es un afanoso y trágico comercio. Nuestra vida es estar con Él, en Él querer, donar y no robar y acaparrar, en Él perdernos para ser perdidos en cada "otro" que toca a la puerta de nuestra casa. Que es Su casa.

El celo del Señor por nosotros resume Su amor para cada hombre. Nosotros, Su casa, el lugar de descanso, la cita de salvación por todos los pueblos. Detrás a cada acontecimiento de nuestra vida hay pues el dibujo del proyecto de salvación que Dios tiene preparado para cada hombre. Nos purifica para salvar el mundo. Caza de nuestras vidas la pacotilla que impide la liturgia de alabanza pensada por nuestras vidas. Nos hace santos, justo por medio de los inconvenientes, los dolores, los sufrimientos. La Cruz nos hace autenticos, es decir Suyos, para atraer y salvar todos los que todavía no lo son, o mejor dicho, que no saben todavía de serlo. Amor infinito por nosotros, amor infinito por todos. Qué el Señor nos conceda hoy y cada día ojos de fe para ver, en cada evento, Su mano extendida hacia los pobres, los debiles, los pecadores. Cada instante de nuestras existencias es santo, parte de la historia de salvación que busca cada hombre, porque Dios sea todo en todo.







Sant’Ignazio d’Antiochia (? - circa 110), vescovo et martire
Lettera agli Efesini, 3-4, 9

« Sta scritto : ‘La mia casa sarà casa di preghiera’ »


Vi esorto a fare tutti uniti la volontà di Dio, perché anche Gesù Cristo agisce in tutto secondo il volere del Padre… Allo stesso modo, i vescovi, insediati fino ai confini della terra agiscono secondo il volere di Gesù Cristo. Per cui è giusto che voi seguiate le disposizioni dei vescovi, che vi guidano secondo Dio : ma questo lo fate già, istruiti con sapienza dallo Spirito Santo. Infatti il vostro collegio dei presbiteri, degno di essere nominato e della lode di Dio, è così unito al vescovo come le corde alla cetra ; perciò la vostra concordia è mutua dilezione è come un inno il cui maestro è Gesù Cristo. Ciascuno di voi si studi di far coro. Nell’armonia della concordia e all’unisono con il tono di Dio, a una voce innegiate al Padre e al suo dilettissimo Figlio Gesù Cristo…

Ci ha liberati Gesù Cristo, fondandoci sulla roccia come pietre scelte destinate al tempio di Dio Padre, elevate in alto da Cristo per noi crocifisso ; confortati dallo Spirito Santo e introdotti nella fede, siamo innalzati dalla terra al cielo per mezzo dell’amore, per una strada pura da ogni macchia… Beati dunque siete voi, tempio di Dio e dello Spirito Santo, adorni di tutte le ricchezze, secondo le parole di Gesù Cristo… Mi rallegro perciò per voi, perché non dirigete il cuore alle cose vane, né amate le opere della carne, ma le opere che sono secondo Dio.



San Ignacio de Antioquia (?- hacia 110), obispo y mártir
Carta a los Efesios, 3-4, 9

«Escrito está: 'Mi casa es casa de oración'»

Os exhorto a caminar según el pensamiento de Dios. Porque Jesucristo, principio indefectible de nuestra vida, es el pensamiento del Padre. Igualmente los obispos, establecidos hasta los extremos de la tierra, forman parte del pensamiento de Jesucristo. Es conveniente, pues, seguir el pensamiento de vuestro obispo. Por otra parte, es lo que ya hacéis. El conjunto de vuestros presbíteros, verdaderamente dignos de Dios, está unido al obispo como las cuerdas los están a la cítara. Así, todos vuestros sentimientos acordes y vuestra caridad en armonía, cantáis a Jesucristo. Que cada uno de vosotros llegue a ser un miembro de vuestro coro para que, viviendo acordes y en armonía y con el tono de Dios, cantéis unidos con una sola voz la alabanzas del Padre, por Jesucristo...

Vosotros sois las piedras del templo del Padre, talladas para el edificio que construye Dios Padre, elevados hasta la cumbre por el instrumento de Jesucristo, que es su cruz, sirviéndoos del Espíritu Santo como cable. Vuestra fe os hace subir a lo alto, y la caridad es el camino que os eleva hasta Dios. Todos vosotros sois compañeros de camino, portadores de Dios y de su templo, portadores de Cristo, llevando los objetos sagrados, adornados totalmente con los preceptos de Jesucristo. Me alegro con vosotros...; me regocijo con vosotros que, viviendo una vida nueva, no amáis más que a Dios solo.








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